Bergoglio non c’è più e Casarini va a processo: lo champagne è finito
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Mediterranea e Casarini: Spionaggio, Traffico di Migranti e una Verità Sempre più Scomoda
Le Indagini su Yambio e il Processo a Mediterranea Riaprono il Caso Paragon
Nuove ombre si addensano sull’ONG Mediterranea Saving Humans e sul suo fondatore Luca Casarini, mentre il processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravato dal profitto economico, programmato per il 21 ottobre 2025, scuote la flotta delle nai negriere. Ma non è solo il traffico di migranti a far discutere: un altro scandalo, quello dello spionaggio con il software Paragon, torna a galla, sollevando domande inquietanti su chi potrebbe averlo utilizzato e perché.
Per mesi, @lukacasa ha pianto in tv e sui giornali perché spiato da Paragon.
Ora che lui e altri sei membri della ONG “traghetta #migranti” Mediterranea sono stati rinviati a giudizio per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina aggravato dal trarne profitto, è tutto più… pic.twitter.com/4c6tFUGCHs
— Francesca Totolo (@fratotolo2) May 29, 2025
David Yambio, rifugiato sudanese e accusatore del generale libico Osama Njeem Almasri, è al centro di un’indagine della Procura di Palermo per associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, come riportato da Il Giornale il 14 febbraio 2025. Yambio, legato a Mediterranea, aveva denunciato Almasri per torture e omicidi, ma i video presentati a supporto delle sue accuse sono stati giudicati incongruenti dall’intelligence italiana, minando la sua credibilità. Ora, però, la sua posizione si complica ulteriormente: è indagato per il suo presunto ruolo in un’organizzazione dedita al traffico di migranti, insieme a due suoi connazionali, secondo una comunicazione del Ministero dell’Interno citata sempre da Il Giornale.
Nel frattempo, Casarini e altri sei membri di Mediterranea—Pietro Marrone, Beppe Caccia, Alessandra Metz, Agnese Colpani, Fabrizio Gatti e Georgios Apostolopoulos—sono stati rinviati a giudizio il 28 maggio 2025 per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato dal trarne profitto, come riportato da Open e Il Gazzettino. La tempistica di questi rinvii a giudizio è significativa: avvenuti pochi giorni prima della data odierna (29 maggio 2025), sembrano suggerire che l’ONG non abbia più “santi in paradiso”. Mediterranea, che in passato godeva del sostegno del Vaticano e di figure come il cardinale Matteo Zuppi, potrebbe ora trovarsi isolata in un clima politico dominato dal governo Meloni, che ha fatto della lotta all’immigrazione clandestina una bandiera: almeno sulla carta anche se con scars risultati.
Ma c’è di più. Ricordiamo il polverone sul presunto spionaggio con Paragon? Beh, una domandina forse adesso ce la possiamo porre. Il software israeliano Paragon, utilizzato per infiltrarsi nei dispositivi di giornalisti vicini alle ONG e noti pregiudicati, era stato al centro di un caso che aveva coinvolto proprio Casarini. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore il 6 febbraio 2025, Meta aveva informato Casarini che il suo telefono era stato violato da un’operazione di spionaggio ad alto livello tramite Paragon, un software fornito a governi alleati degli Stati Uniti. All’epoca, Mediterranea aveva denunciato un attacco alla sua privacy, ma ora, alla luce delle indagini su Yambio e del processo a Casarini, il dubbio sui chi spiasse sorge spontaneo. Il sospetto era stato avanzato da alcuni osservatori già a febbraio 2025, e oggi appare più concreto.
Le attività di Mediterranea, che secondo The Guardian del 5 febbraio 2025 ha trasportato circa 2.000 migranti in Italia dal 2018, sono sotto scrutinio non solo per il presunto profitto economico—come i 125mila euro ricevuti dalla Maersk Etienne per 27 migranti nel 2020—ma anche per il loro impatto sui contribuenti italiani. Con un costo medio di accoglienza di 12.775 euro all’anno per migrante, i 2.000 trasportati da Mediterranea sono costati agli italiani oltre 25,5 milioni di euro. E mentre Casarini brindava con lo champagne per i suoi “successi”, il peso economico e sociale di queste operazioni ricadeva sui cittadini.
La vicenda di Almasri, rimpatriato in Libia a gennaio 2025, aveva già acceso un dibattito politico: Yambio e altri critici del governo Meloni lo accusavano di aver ignorato i crimini di guerra del generale, mentre i sostenitori vedevano nel rimpatrio un segnale di fermezza, come riportato da Avvenire il 24 gennaio 2025. Ora, con Yambio indagato e Casarini a processo, emerge un quadro più complesso: un intreccio di interessi, denaro e, forse, spionaggio, che getta un’ombra pesante sull’umanitarismo di facciata di alcune ONG.
È tempo di chiarezza. Se le accuse contro Mediterranea saranno provate, e se il ruolo di Paragon in questa vicenda verrà chiarito, gli italiani meritano di sapere chi ha davvero orchestrato questo sistema e a quale prezzo. La giustizia deve fare luce, senza sconti, su un’operazione criminale.
E mettetelo in gabbia con i suoi amici baluba, che gli faranno risalire le emorroidi fino in gola…
il Casarini fuma ed è in sovrappeso…c’è da sperare che presto si tolga dai casarini