Italiano ammazzato da africano per strada a colpi di tenaglie
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Cesena, Tragedia al Parco “Dei Principi”: Immigrato Nigeriano Indagato per Omicidio, la Violenza Straniera Colpisce Ancora!

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La città romagnola è ancora sotto shock per la morte di Roberto Donini, un 58enne brutalmente aggredito nel parco “Dei Principi” da Tarek Amida Giuma, un senzatetto nigeriano di 26 anni, ora indagato per omicidio preterintenzionale. La vicenda, che risale alla notte del 4 maggio, è l’ennesima dimostrazione di come l’immigrazione incontrollata stia portando violenza e insicurezza nelle nostre città, mentre un sistema giudiziario lassista lascia i cittadini indifesi di fronte a criminali stranieri già noti alle forze dell’ordine!
Secondo la ricostruzione, Roberto si trovava nel parco con la compagna di 51 anni, un luogo che i due frequentavano abitualmente. La serata è stata interrotta dall’arrivo di Giuma, che la donna ha accusato di averle rubato telefono e portafoglio in passato. Ne è nata una lite: il nigeriano ha spinto la donna a terra, e quando Roberto è intervenuto per difenderla, è stato sopraffatto. Giuma lo ha colpito ripetutamente con una grossa tenaglia di ferro, usata come un’arma, e lo ha preso a calci mentre era a terra, prima di fuggire. La compagna, ferita e in lacrime, ha assistito impotente alla scena. Roberto è stato soccorso e portato al Bufalini, dove è stato dimesso con una prognosi di sette giorni. Ma le sue condizioni sono peggiorate: l’11 maggio è stato nuovamente ricoverato, e i medici hanno riscontrato una frattura pancreatica. Il 12 maggio, all’alba, è morto per le complicazioni.
La pm Susanna Leonarduzzi ha iscritto Giuma nel registro degli indagati per omicidio preterintenzionale, basandosi sulle prime risultanze dell’autopsia eseguita dal medico legale Filippo Pirani. I risultati definitivi, attesi nei prossimi mesi, chiariranno se il decesso sia direttamente collegato ai colpi ricevuti. Ma il quadro è già drammatico: Giuma, già noto per maltrattamenti alla ex compagna in un altro procedimento – per cui risulta irreperibile nonostante dorma sotto il viadotto Kennedy – è un simbolo del degrado e della violenza che gli immigrati senza fissa dimora portano nelle nostre città. Come è possibile che un soggetto del genere fosse libero di aggirarsi e colpire?
Non è un caso isolato. A Civitavecchia, un immigrato ha confessato di aver ucciso la compagna a coltellate; a Rho, un marocchino ha molestato madre e figlia fingendosi corriere; a Modena, uno straniero ha tentato di violentare un 17enne. Il 35% dei detenuti in Italia è straniero, pur rappresentando l’8,5% della popolazione (dati Viminale). È una coincidenza? No, è il fallimento di un’integrazione che non esiste! In Libia, 700 mila migranti irregolari sono pronti a partire, e l’Italia è a rischio di un’invasione senza precedenti.
Roberto Donini meritava di vivere, non di essere massacrato da un immigrato nigeriano che non dovrebbe essere qui. Serve un’azione drastica: espulsioni di massa, revoca della cittadinanza a chi delinque, chiusura dei confini. Cesena, e l’Italia intera, meritano sicurezza, non di essere ostaggi di un degrado che ci sta soffocando. Basta con il buonismo: riprendiamoci le nostre città, ora!
Sono bestie, proviamo a fare intervenire la Protezione Animali per addormentarli…