La prof di sinistra che vuole rieducare lo studente ‘fascistello’

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By V maggio 29, 2025 13:39

La prof di sinistra che vuole rieducare lo studente ‘fascistello’

Valditara invii gli ispettori. La burocrazia dei non eletti, dai magistrati ai burocrati incistati nello Stato, vuole governare e sta governando al posto del governo eletto dal popolo.

Il Pericolo dei “Burocrati Rossi” nelle Scuole Italiane: Quando l’Istruzione Diventa Indottrinamento

Recentemente, un caso ha scosso l’opinione pubblica italiana: una professoressa, presumibilmente identificata su X come @contssabrunilde, ha etichettato un suo studente come “fascistello”, un termine carico di disprezzo, solo perché il giovane avrebbe espresso opinioni non allineate alle sue. Questo episodio non è isolato, ma rappresenta un sintomo preoccupante di una tendenza crescente: la presenza di “burocrati rossi” nelle scuole italiane, ovvero docenti che, invece di insegnare, si arrogano il diritto di educare moralmente e, peggio, indottrinare gli studenti secondo una visione ideologica di parte. È tempo di dire basta: le scuole devono tornare a essere luoghi di apprendimento, non di propaganda.

Un Insulto che Rivela un Problema Sistemico

Chiamare uno studente “fascistello” non è solo un’offesa personale; è un atto di abuso di potere che svela un approccio educativo profondamente sbagliato. La professoressa in questione, secondo quanto riportato su X, avrebbe accusato lo studente di essere un “patriarcale violento” solo per aver resistito a quella che molti utenti descrivono come un’imposizione ideologica. Questo comportamento non è un caso isolato. Ricordiamo, ad esempio, un episodio del 2016 in cui una studentessa genovese ricevette un 4 e una nota disciplinare per aver chiesto se Lucio Battisti fosse fascista, scatenando la furia di un docente che, secondo il padre della ragazza, era di chiara matrice di sinistra. O ancora, nel 2025, il caso di uno studente punito per non avere voluto “salire le scale arcobaleno”.

Questi episodi rivelano: alcuni docenti, protetti dal loro ruolo e dalla burocrazia scolastica, usano l’aula come un pulpito per imporre visioni politiche, spesso di stampo progressista o marxista, bollendo come “fascista” chiunque osi dissentire. È un atteggiamento che non solo soffoca il pensiero critico, ma viola il principio fondamentale della scuola: fornire strumenti per pensare, non dire agli studenti cosa pensare.

Scuole come Luoghi di Apprendimento, Non di Indottrinamento

La scuola italiana dovrebbe essere un’istituzione dedicata all’istruzione, non all’educazione morale o politica. Insegnare significa trasmettere conoscenze e competenze – matematica, storia, scienze, letteratura – in modo neutrale, permettendo agli studenti di sviluppare il proprio giudizio. Educare, nel senso di plasmare valori o ideologie, è un compito che spetta alle famiglie e alla società, non ai docenti. Quando un’insegnante si sente autorizzata a etichettare uno studente come “fascista” o a minacciarlo di “rieducazione”, sta oltrepassando il suo ruolo, trasformando l’aula in un campo di battaglia ideologico.

Storicamente, l’indottrinamento nelle scuole italiane non è una novità. Durante il fascismo, la Riforma Gentile del 1923 e la successiva Carta della Scuola di Bottai nel 1939 miravano a forgiare “l’italiano nuovo”, usando l’istruzione come strumento di propaganda. Oggi, il rischio è che alcuni “burocrati rossi” – termine che indica non solo un’ideologia di sinistra, ma un atteggiamento autoritario mascherato da progressismo – replichino lo stesso schema, sostituendo il culto del Duce con quello di un’ortodossia ideologica che non tollera dissenso. La libertà di pensiero, tanto cara a chi si oppose al giuramento di fedeltà al fascismo nel 1931, è nuovamente sotto attacco, questa volta da chi si nasconde dietro il paravento della “giusta causa”.

I Danni dei Burocrati Rossi

Il pericolo di questi “burocrati rossi” è duplice. In primo luogo, minano la fiducia nel sistema educativo. Quando i genitori leggono su X di professori che insultano o puniscono gli studenti per le loro idee, si chiedono se la scuola sia ancora un luogo sicuro per i loro figli. Non a caso, molti utenti su X, identificandosi come genitori, hanno chiesto interventi contro la professoressa in questione, definendola “pericolosa” per il suo approccio ideologico. In secondo luogo, l’indottrinamento soffoca il pensiero critico, essenziale per formare cittadini consapevoli. Uno studente etichettato come “fascistello” non viene invitato al dialogo, ma umiliato e zittito. Questo non è insegnare: è bullismo istituzionale.

Inoltre, l’ipocrisia di questi burocrati è evidente. Accusano gli studenti di fascismo, ma adottano metodi autoritari, come minacciare sospensioni o imporre “rieducazione”. È un paradosso che ricorda le parole di Alessandro Galante Garrone, che definì il giuramento fascista del 1931 “un sopruso bello e buono” orchestrato da Giovanni Gentile per asservire la cultura. Oggi, alcuni docenti sembrano voler asservire le menti degli studenti, non al fascismo, ma a un’ideologia altrettanto rigida.

Un Appello per una Scuola Libera

È ora di riportare la scuola alla sua missione originaria: insegnare, non indottrinare. Le aule devono essere spazi di confronto, dove gli studenti possano esprimere idee senza paura di essere giudicati o puniti. I “burocrati rossi” devono essere richiamati al loro ruolo: trasmettere sapere, non plasmare coscienze. Le autorità scolastiche devono intervenire con decisione, sanzionando chi abusa della propria posizione per fare propaganda. E i genitori devono vigilare, come già stanno facendo su piattaforme come X, per proteggere i loro figli da questi abusi.

La professoressa che ha chiamato il suo studente “fascistello” non è solo un caso isolato, ma il simbolo di un problema più grande. Se non affrontiamo il pericolo dei burocrati rossi, rischiamo di trasformare le scuole italiane in luoghi di conformismo ideologico, tradendo la libertà di pensiero che dovrebbe essere il cuore dell’istruzione. La scuola deve tornare a essere un faro di conoscenza, non un’arena di indottrinamento.

La prof di sinistra che vuole rieducare lo studente ‘fascistello’ ultima modifica: 2025-05-29T13:39:50+00:00 da V
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By V maggio 29, 2025 13:39
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4 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell maggio 29, 14:41

    A conti fatti gli unici Fascisti rimasti in circolazione sono gli antifascisti e lo diceva già Guareschi in epoca non sospetta.
    E visto l’andazzo mi permetto di affermare che la professoressa in oggetto, a imitazione della sua “ducia cecilia strada”, non l’ha data né la darà mai ad un Fascista e quindi morirà senza sapere cosa sia il vero orgasmo femminile, la sciocca…

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  2. S.C. maggio 29, 14:58

    Ma questa è una professoressa che ha studiato al CEPU ed é stata anche bocciata? Perché non va dai suoi baluba nella loro terra ad insegnare non so che materia, forse il galateo secondo la sinistra.

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  3. Sam Rosenthal maggio 29, 16:41

    Sono maestrelle rosse adescate dai falliti da tastiera tipi raimo e tutta la feccia di anali di fanpage repubblica lasetta7 , è gentaccia pericolosa

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  4. Steobaldo maggio 29, 19:46

    mi sembra proprio di sentire l’eco degli editti Barbiani-Lorenziano-Milaniani con i quali il venerato pretonzolo fiorentino tronfio e narcisista e pure violento (esortava le fanciulle a rompere vetri e rovesciare le macchine se ci fosse stato bisogno di far valere le loro opinioni…) sentenziava che in una classe in cui ci sono 3 fascisti e 28 qualunquisti ci sono in realtà 31 fascisti…bell’educatore sì…non c’è che dire…meno male che è crepato anzitempo anche se i danni li aveva già fatti e più di lui i danni li hanno fatti quella massa di stronzi che hanno bevuto a garganella le di lui liquide deiezioni e le hanno vomitate nell’insegnamento (una curiosità: il prete aveva almeno un punto in comune con Hitler…entrambi pittori falliti…poi per me ne aveva anche altri…)

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