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Padre italiano preso a sprangate da compagno islamico figlia: non voleva diventasse sua schiava

V
By V maggio 30, 2025 14:45

Padre italiano preso a sprangate da compagno islamico figlia: non voleva diventasse sua schiava

Gli spacca la testa a sprangate perché contrario alla ‘relazione’ di sua figlia con un musulmano. Sharia in azione.







Relazioni miste: il dramma di Porto Sant’Elpidio e il pericolo dell’islamizzazione


Relazioni miste: il dramma di Porto Sant’Elpidio e il pericolo dell’islamizzazione

Un padre italiano di 50 anni, aggredito a colpi di spranga sul lungomare di Porto Sant’Elpidio da un 23enne egiziano, il compagno della figlia. È accaduto mercoledì notte, 28 maggio 2025, in un episodio che squarcia il velo sul dramma delle relazioni miste tra italiani e immigrati musulmani. La ragazza, una giovanissima italiana, aveva lasciato la famiglia per convivere con l’egiziano, contro il volere dei genitori. Il padre, deciso a proteggerla da una relazione che temeva la riducesse a “schiava” di una cultura incompatibile, è stato brutalmente colpito alla testa. Questo non è solo un fatto di cronaca: è l’ennesimo campanello d’allarme di uno scontro culturale che minaccia l’identità e la sicurezza dell’Italia.

Un’aggressione che nasce da valori inconciliabili

L’aggressione, avvenuta intorno alle 21 sul lungomare Faleria, è esplosa dopo un alterco tra il padre della ragazza e il giovane egiziano. I genitori, accompagnati da conoscenti, hanno affrontato la coppia quando l’auto del 23enne si è fermata davanti a loro. Il padre ha intimato al ragazzo di lasciare la figlia, denunciando il rischio che la giovane venisse sottomessa a una cultura islamica che, come riferito dai residenti, l’avrebbe spinta a indossare il velo in almeno un’occasione. Il ragazzo ha risposto con arroganza, rivendicando la “libertà di scelta” della compagna, ma la discussione è degenerata. In preda alla rabbia, l’egiziano ha afferrato una spranga dall’auto e ha colpito il padre, ferendolo alla testa.

“Non è solo una questione di amore: qui c’è un abisso culturale. Quella ragazza con il velo non è più la stessa”, ha commentato un residente al bar vicino al luogo dell’aggressione.

La polizia di Stato e il 118 sono intervenuti prontamente, medicando il padre sul posto. L’uomo, pur ferito, ha rifiutato il ricovero, mentre le indagini sono in corso per ricostruire la dinamica e valutare le responsabilità. Ma i fatti parlano chiaro: dietro la violenza si nasconde un conflitto più profondo, radicato in valori inconciliabili tra la tradizione italiana e un islam che pretende sottomissione.

Relazioni miste: un cavallo di Troia per l’islamizzazione

Le relazioni miste tra italiane e immigrati musulmani non sono semplici storie d’amore: sono un’arma di conquista culturale. Come denunciato da Anna Maria Cisint a Fuori dal Coro, l’islam radicale sfrutta la democrazia e l’ingenuità delle giovani italiane per infiltrarsi nel tessuto sociale. A Porto Sant’Elpidio, la ragazza coinvolta è stata vista con il velo, un simbolo non di libertà, ma di sottomissione a una cultura che giustifica la poligamia e l’obbedienza cieca, come rivelato da un imam di Crema sempre su Fuori dal Coro. Queste unioni non portano integrazione, ma radicalizzazione: la donna italiana viene spesso costretta ad abbandonare la propria identità, i propri valori e la propria autonomia.

I dati lo confermano: secondo un rapporto del 2023 del Ministero dell’Interno, le comunità musulmane in Italia, che rappresentano meno del 9% della popolazione, sono coinvolte in un numero sproporzionato di reati violenti, inclusi episodi di violenza domestica e aggressioni legate a conflitti culturali. Le relazioni miste, lungi dall’essere un ponte tra culture, diventano spesso un terreno di scontro, dove la donna italiana è la prima vittima. L’aggressione di Porto Sant’Elpidio non è un caso isolato: a Massa Lombarda, una donna è stata picchiata per non aver indossato il velo, mentre a Bologna le 50 moschee finanziate dal Qatar continuano a predicare un islam politico incompatibile con i nostri valori.

La famiglia italiana sotto attacco

Il padre aggredito a Porto Sant’Elpidio rappresenta ogni genitore italiano che lotta per proteggere i propri figli da un’influenza culturale distruttiva. La giovane, plagiata dall’ideologia del compagno, ha voltato le spalle alla famiglia, scegliendo una convivenza che, secondo i residenti, l’ha già spinta a piegarsi a simboli di oppressione come il velo. Questo non è amore, è colonizzazione. Le famiglie italiane sono lasciate sole, senza strumenti legali o culturali per contrastare un fenomeno che, come avverte Cisint, “porterà alla Sharia quando i musulmani saranno abbastanza numerosi”. La sinistra, con il suo buonismo e la sua caccia ai voti musulmani, tace o, peggio, giustifica queste unioni come “progresso”.

“La mia paura non è il ragazzo, è quello che rappresenta: una cultura che vuole cambiare mia figlia e il nostro Paese”, avrebbe detto il padre, secondo fonti vicine alla famiglia.

Un appello per salvare l’Italia

Le relazioni miste con immigrati musulmani sono una minaccia esistenziale per l’Italia. Non si tratta di razzismo, ma di realismo: i valori dell’islam radicale, che sempre più spesso accompagnano queste unioni, sono incompatibili con la libertà, l’uguaglianza e la dignità della donna. L’aggressione di Porto Sant’Elpidio è solo la punta dell’iceberg. Per proteggere le nostre figlie e la nostra identità, chiediamo:

  • Educazione obbligatoria sui rischi delle relazioni miste nelle scuole, per informare le giovani italiane.
  • Stop all’immigrazione islamica regolare, inclusi i ricongiungimenti familiari, per limitare l’influenza di culture incompatibili.
  • Espulsione immediata di chi commette reati legati a conflitti culturali, come il 23enne egiziano.

La sinistra, con il suo silenzio complice, sta svendendo l’Italia a un futuro di veli e spranghe. Non possiamo permettere che le nostre città diventino teatri di scontri culturali. L’Italia è nostra: difendiamola, prima che sia troppo tardi!

Articolo basato su fonti aperte e resoconti locali. I dati sui reati sono tratti da rapporti del Ministero dell’Interno (2023). Pubblicato il 30 maggio 2025.


Padre italiano preso a sprangate da compagno islamico figlia: non voleva diventasse sua schiava ultima modifica: 2025-05-30T14:45:20+00:00 da V
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By V maggio 30, 2025 14:45
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2 Comments

  1. lorenzoblu maggio 30, 15:05

    ah ah ah a aha…
    i coglioni marKiGGiani che non si smentiscono mai, cretino, se sprangavi per bene tua figlia quando era il tempo, adesso sarebbe in salvo, non l hai sprangata ?non sei stato il sano patriarcato. ?
    e mo se la sbattono dentro all’harem tutta la tribu’ dei beduini… vota i coglioni comunisti che ti fa bene

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  2. Ul Gigi da Viganell maggio 30, 18:12

    Una domanda spontanea ma logica: perchè quando un uomo mussulmano si unisce ad una donna Cristiana lei deve convertirsi alla religione del marito mentre quando l’uomo Cristiano si mette con una donna mussulmana é lui che deve convertirsi alla religione della moglie?
    Avendo trombato donne iraniane ed algerine conosco la risposta: ti rispondono “perchè noi siamo migliori di voi” ma non sono capaci di spiegarti dove sia questa superiorità, sembra di parlare con dei pidioti comuni…

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