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Giovane padre ucciso dal clandestino John Obama grazie ai buonisti del quartiere – VIDEO

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By V maggio 31, 2025 14:56

Giovane padre ucciso dal clandestino John Obama grazie ai buonisti del quartiere – VIDEO







Catania sconvolta: Santo Re ucciso da un clandestino, i buonisti complici!


Catania sconvolta: Santo Re ucciso da un clandestino, lo Stato fallisce e i buonisti sono complici!

Catania, 31 maggio 2025 – Un’altra vita spezzata, un’altra famiglia distrutta, un’altra dimostrazione del fallimento totale dello Stato italiano! Santo Salvatore Giambattista Re, un pasticcere di 30 anni, padre di una bimba di appena 4 mesi, è stato brutalmente accoltellato a morte in piazza Mancini Battaglia, sul lungomare di Ognina, da un 37enne dello Zimbabwe, John Obama, un parcheggiatore abusivo clandestino senza permesso di soggiorno e con un lungo curriculum criminale. E mentre Catania piange, lo Stato dimostra ancora una volta di non essere in grado di proteggere i suoi cittadini, lasciando i delinquenti stranieri liberi di seminare terrore. Ma c’è di più: i buonisti che aiutano questi criminali, dandogli cibo e supporto, sono complici di questo orrore! Il sindaco Enrico Trantino, con parole durissime, ha espresso il sentimento di un’intera città: “Chi non merita la nostra generosità se ne deve andare!” Ma le sue parole, per quanto giuste, non bastano a colmare il vuoto di uno Stato assente e incapace!

Un omicidio brutale: la ferocia di un clandestino aiutato dai buonisti

Il 30 maggio 2025, Santo Re aveva appena finito il suo turno alla pasticceria Quaranta, una delle più note di Catania, e si stava dirigendo verso la sua auto per tornare a casa dalla sua famiglia. Ma ad attenderlo c’era John Obama, un clandestino dello Zimbabwe che operava come parcheggiatore abusivo nella zona, già noto alle forze dell’ordine per la sua violenza. Un conoscente di Santo racconta che Obama era ben conosciuto nel quartiere: spesso i residenti, con il loro cieco buonismo, lo aiutavano dandogli alimenti, pensando di fare del bene. Ma quel “bene” si è trasformato in morte! Obama, che era stato allontanato in passato dalle forze dell’ordine – come confermato da un dipendente della pasticceria Quaranta – era tornato in zona da pochi giorni, pronto a colpire ancora. E quel giorno, vicino alla macchina di Santo, dopo una lite per futili motivi – forse una richiesta di denaro per il parcheggio o una disputa per delle vaschette di cibo – ha tirato fuori un coltello e lo ha massacrato, colpendolo a braccia, tronco e addome. Santo, ferito gravemente, ha provato a raggiungere il locale per chiedere aiuto, lasciando una scia di sangue sull’asfalto, ma è morto poco dopo all’ospedale Cannizzaro per le gravi ferite interne. Obama ha tentato la fuga, ma è stato arrestato in flagranza per omicidio aggravato. Troppo tardi per Santo, troppo tardi per la sua bimba, troppo tardi per Catania!

I buonisti sono complici: hanno nutrito un assassino!

Questo omicidio non è solo il risultato dell’inefficienza dello Stato, ma anche della follia dei buonisti che, con la loro “generosità” malata, hanno aiutato un assassino! John Obama non era uno sconosciuto: i residenti lo conoscevano, lo aiutavano, gli davano cibo, pensando di fare un gesto di carità. Ma quel cibo ha nutrito un mostro, un uomo che non meritava nulla se non l’espulsione immediata! Questi buonisti, con le loro azioni sconsiderate, sono complici morali di ciò che è successo: hanno permesso a un criminale violento di restare nella zona, dandogli i mezzi per sopravvivere e colpire. E ora, a causa della loro ingenuità, una bimba di 4 mesi non avrà più un padre, una famiglia è distrutta, e Catania è in lutto. Chi aiuta i clandestini senza considerare le conseguenze deve assumersi la responsabilità di questi orrori: non si può più tollerare che la “bontà” diventi un’arma contro gli italiani onesti!

Trantino: “Chi non merita generosità se ne deve andare!”

Il sindaco di Catania, Enrico Trantino, ha espresso il dolore e la rabbia di un’intera città: “La gente si attende di poter vivere una città più tranquilla, più sicura, e questo lo si può fare laddove certi soggetti, che sono stati accolti e ospitati ma che alla fine hanno dimostrato di non meritare questa nostra generosità, se ne devono andare!” Parole dure, che riflettono lo sdegno di una comunità sconvolta. Trantino ha sottolineato che da oltre un anno l’amministrazione, in collaborazione con le forze di polizia, sta conducendo una lotta contro la criminalità, con arresti e interventi settimanali. “Si nota la differenza rispetto al passato,” ha detto, ma poi ha aggiunto con amarezza: “Succede quello che è successo ieri. E allora ti rendi conto che sorge il dolore, lo sgomento. Pensi a un ragazzo che non c’è più, a una bambina di pochi mesi che non avrà più un padre.” Il sindaco ha chiamato all’azione non solo l’amministrazione locale, ma “tutti gli apparati dello Stato,” denunciando una “debolezza endemica” che rende inapplicabili i decreti di espulsione. E in segno di lutto, il Lungomare Fest previsto per domenica è stato sospeso, un gesto che testimonia il profondo cordoglio della città.

Lo Stato fallisce: un sistema che abbandona le vittime

Ma le parole di Trantino, per quanto condivisibili, non possono nascondere la verità: lo Stato italiano ha fallito su tutta la linea! John Obama non era un “povero disperato” da aiutare con “generosità,” come spesso la retorica buonista ci vuole far credere. Era un criminale seriale, un uomo che aveva già aggredito le forze dell’ordine: nel 2019, aveva colpito due vigili urbani con pugni e calci, rompendo persino un dito a un ispettore delle volanti. Era stato arrestato più volte, soggetto a un Dacur (Divieto di accesso alle aree urbane) e a un decreto di espulsione mai eseguito. Perché era ancora a Catania? Perché era libero di uccidere un padre di famiglia? La risposta è una sola: lo Stato italiano è incapace di proteggere i suoi cittadini, lasciando i delinquenti stranieri liberi di agire, mentre i decreti di espulsione restano carta straccia. “Viviamo in una condizione di debolezza endemica,” ha ammesso Trantino, denunciando l’impossibilità di eseguire i rimpatri “per varie ragioni.” Ma queste “ragioni” non sono altro che scuse di un sistema marcio, che mette i diritti dei criminali sopra la sicurezza degli italiani!

Un copione che si ripete: lo Stato complice del terrore

Il caso di Santo Re non è isolato. A Piacenza, Hamsa El Masskini, un marocchino che ha travolto un agente di polizia con un’auto, è libero grazie a un patteggiamento e ai domiciliari. A Montecchio Maggiore, un indiano clandestino ha molestato una ragazzina di 13 anni ed è stato denunciato a piede libero. A Bologna, la famiglia Labidi, di origine tunisina, ha spacciato droga per anni prima di essere condannata, con membri ancora liberi o latitanti. E la lista potrebbe continuare: Hadif Achraf, 21 reati e solo 9 giorni di carcere; un marocchino a Lonigo, con decreto di espulsione, lavorava indisturbato come barbiere. Lo Stato non espelle, non punisce, non protegge. Lascia i cittadini in balia di chi non ha diritto di stare qui, mentre i nostri figli, i nostri lavoratori, i nostri padri vengono massacrati per strada. È una vergogna che non può più essere tollerata!

Basta con questo Stato incapace: espulsioni e pene dure!

Catania non può più accettare di essere un campo di battaglia, dove un lavoratore onesto come Santo Re viene ucciso da un clandestino violento che non avrebbe mai dovuto essere qui. È ora di dire basta a uno Stato che abbandona le sue vittime e coccola i criminali, e basta ai buonisti che, con la loro “carità” sconsiderata, diventano complici di questi orrori! Serve una rivoluzione:

  • Espulsioni immediate per tutti i clandestini con precedenti, senza scuse!
  • Pene durissime per chi commette crimini: niente patteggiamenti, niente domiciliari, solo galera!
  • Riforma del sistema penale e dei rimpatri: i decreti di espulsione devono essere eseguiti, non restare parole vuote!
  • Responsabilità per i buonisti: chi aiuta i clandestini senza considerare le conseguenze deve essere ritenuto complice dei loro crimini!

Santo Re, un “ragazzo alto e buono come il pane,” come lo ha descritto una collega, meritava di vivere, di crescere sua figlia, di tornare a casa con quel pacchettino di cibo per la sua famiglia. Invece, è stato massacrato da un sistema che non funziona, da uno Stato che ha fallito, e da un buonismo che ha armato la mano di un assassino. La rabbia di Catania è la rabbia di un’intera nazione: riprendiamoci la nostra sicurezza, perché questo Stato incapace e i suoi complici buonisti non lo faranno mai per noi!


Giovane padre ucciso dal clandestino John Obama grazie ai buonisti del quartiere – VIDEO ultima modifica: 2025-05-31T14:56:41+00:00 da V
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By V maggio 31, 2025 14:56
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell maggio 31, 23:00

    Se non si deportano anche i buonisti sarà dura estirpare questo cancro, almeno riempiteli di botte, se le meritano…

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