Guerriglia islamica di Parigi è nostro destino se non fermiamo immigrazione musulmani
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Italia sull’orlo del baratro: la guerriglia islamica di Parigi è il nostro destino
Le immagini spaventose delle rivolte islamiche a Parigi dopo la finale di Champions League sono un allarme assordante: l’Italia è a un passo dal baratro. I “maranza francesi”, giovani musulmani di quarta generazione, hanno devastato la città, con morti, feriti e centinaia di arresti, aggredendo donne, circondando auto e molestandole in massa. Non era tifo, ma una guerriglia islamica pianificata, con bandiere jihadiste a sancire il trionfo della Sharia. Questi nipoti di immigrati, mai integrati, hanno trasformato Parigi in un inferno, profanando persino la statua di Santa Giovanna d’Arco. Senza azzerare l’immigrazione islamica regolare e abrogare i ricongiungimenti familiari, l’Italia subirà lo stesso destino, con le nostre città ridotte a campi di battaglia.
L’Italia è già sulla strada di Parigi. A Milano, i disordini di Capodanno hanno visto giovani musulmani di seconda generazione seminare il caos in Piazza Duomo, sventolando le stesse bandiere viste in Francia. A Monfalcone, moschee abusive spuntano ovunque, mentre preti traditori cedono spazi cristiani per riti islamici. A Padova, centri islamici tormentano i residenti con minacce; a Bologna, moschee finanziate da potenze straniere proliferano. Ad Assisi, un consigliere musulmano è stato eletto con la sinistra per pochi voti. Con i musulmani destinati a crescere, l’integrazione è una menzogna: senza un blocco totale dell’immigrazione e lo ius sanguinis integrale, i nostri nipoti vivranno sotto la Sharia. Parigi è un monito: fermiamo l’invasione ora!
La sinistra, con il suo multiculturalismo cieco, è la principale responsabile di questa deriva. A Monfalcone, il PD corteggia i bengalesi per voti, mentre a Magenta Forza Italia sostiene moschee, tradendo il centrodestra. Questi partiti spalancano le porte a un’orda che non si integra, ma colonizza. A Crema, un imam giustifica la poligamia; a Massa Lombarda, una donna è stata aggredita per non portare il velo. Le scuole, come a Treviso, portano bambini cristiani in moschee, mentre bandiscono i Bersaglieri, simbolo della Patria. Questa è una resa culturale che prepara il terreno per la guerriglia, come quella di Parigi, dove donne sono state braccate da giovani radicalizzati che disprezzano l’Occidente.
Non possiamo ignorare la lezione di Parigi: l’Europa sta crollando sotto il peso dell’Islam radicale. Le banlieue francesi, nidi di estremismo, sono lo specchio di quartieri come Corvetto a Milano, dove gli italiani fuggono e i figli di immigrati parlano arabo. La quarta generazione francese, cresciuta in un sistema che ha fallito, è la stessa minaccia che la seconda generazione italiana rappresenta oggi. Senza misure drastiche, le nostre città diventeranno no-go zones, come a Malmö o Marsiglia. Azzerare l’immigrazione islamica non è un’opzione, è una necessità. I ricongiungimenti familiari, che moltiplicano gli invasori, devono essere aboliti subito, o i nostri figli cresceranno in un’Italia sottomessa alla Sharia.
Il tempo è scaduto. La profanazione di Giovanna d’Arco a Parigi è un simbolo della nostra disfatta imminente. Ogni moschea, ogni centro islamico, ogni consigliere musulmano eletto è un passo verso la conquista. L’Italia non può diventare una colonia jihadista. Dobbiamo chiudere le frontiere, espellere chi non si integra, e difendere la nostra identità cristiana. La guerriglia di Parigi non è un caso isolato: è il futuro che ci aspetta se non agiamo. Riprendiamoci le nostre città, la nostra cultura, la nostra Patria, prima che le bandiere islamiche sventolino su San Pietro!
L’Europa si prende i nostri giovani, ci impone gli immigrati e i nostri politici non fanno nulla, perchè è troppo comodo stare in poltrona con alti stipendi. Uno schifo assurdo!
La domanda che mi pongo è ma abbiamo dei veri politici?
No. Non li abbiamo. Sono lì solo per i soldi.