“Trascinato e massacrato per un cellulare”: la brutale rapina al Parco Molina e la tentazione di farsi giustizia da soli
Varese, 5 giugno 2025
Una trappola organizzata con freddezza e violenza inaudita. Nella notte tra il 3 e il 4 maggio 2025, al Parco Molina di Varese, un cittadino italiano di 31 anni è stato vittima di una rapina brutale orchestrata da quattro giovani tra i 18 e i 19 anni: due italiani e due stranieri. Oggi, giovedì 5 giugno, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Varese, ponendo fine, per ora, alla loro scia di violenza. Ma l’episodio riaccende una domanda sempre più pressante: quando lo Stato fallisce, è giusto farsi giustizia da soli?
[](https://questure.poliziadistato.it/it/Varese/articolo/339268419405eafeb147899248)
Un agguato premeditato e la pista straniera
La vittima, adescata tramite un’app di incontri, è stata attirata in un angolo isolato del parco, lontano da occhi indiscreti. Qui, i quattro aggressori, con ruoli ben definiti, sono passati all’azione. Lo hanno assalito all’interno della sua auto, lo hanno trascinato fuori con violenza e lo hanno colpito ripetutamente al volto con pugni. Quando l’uomo ha tentato di fuggire, è stato inseguito, accerchiato e picchiato di nuovo, prima di essere derubato del cellulare e dell’auto. La violenza, secondo la Squadra Mobile di Varese, è stata “brutale e coordinata”. I due membri stranieri del gruppo, la cui nazionalità non è stata ancora resa nota, aggiungono un ulteriore elemento di preoccupazione in un contesto già teso sul tema dell’immigrazione e della sicurezza.
[](https://www.ilgiorno.it/varese/cronaca/rapina-violenza-varese-parco-molina-fyy7tvcg)[](https://www.varesenews.it/2025/06/quattro-giovani-agli-arresti-per-la-violenta-rapina-ad-un-31enne-nel-parco-molina-di-varese/2261311/)
Le indagini, condotte con rapidità dalla Sezione Antirapina della Squadra Mobile, hanno permesso di rintracciare l’auto rubata e di identificare i responsabili grazie a un’analisi capillare delle telecamere del centro cittadino. Il quadro indiziario, ritenuto solido dalla Procura e dal GIP, ha portato alla custodia cautelare in carcere per tutti e quattro i giovani, ora detenuti ai Miogni.
[](https://questure.poliziadistato.it/it/Varese/articolo/339268419405eafeb147899248)[](https://www.rete55.it/notizie/cronaca/varese-rapina-al-parco-molina-arrestati-quattro-giovani/)
La rabbia e il desiderio di giustizia privata
La vicenda del Parco Molina non è isolata. Solo due settimane prima, a Sesto Calende, tre giovani, tra cui due minorenni, hanno aggredito un 16enne per rubargli un iPhone, ricevendo un Daspo e un foglio di via. Episodi come questi alimentano un senso di esasperazione tra i cittadini, che si sentono sempre più vulnerabili e abbandonati. “Se lo Stato non ci protegge, dobbiamo difenderci da soli,” è il sentimento che serpeggia, lo stesso espresso da Roberto Baggio dopo la rapina subita nella sua villa nel 2024. La tentazione di farsi giustizia da soli cresce, soprattutto quando i colpevoli, come in questo caso, includono stranieri che, agli occhi di molti, rappresentano una minaccia importata.
[](https://questure.poliziadistato.it/it/Varese/articolo/3392683aa0e14c270404892022)
Ma il desiderio di giustizia privata è una strada pericolosa. Come dimostrano casi recenti, la rabbia può spingere a gesti estremi, trasformando vittime in carnefici. La soluzione non può essere il caos, ma un sistema giudiziario rapido ed efficace, capace di punire i colpevoli e restituire fiducia ai cittadini.
Un sistema al collasso?
La rapina al Parco Molina è l’ennesima prova di un sistema di sicurezza in affanno. La presenza di giovani, italiani e stranieri, che agiscono con tale spregiudicatezza evidenzia un fallimento educativo e sociale. I due stranieri coinvolti, se confermati come irregolari, riaccenderanno il dibattito sull’immigrazione incontrollata e sull’incapacità delle istituzioni di gestire chi delinque. I cittadini di Varese, stanchi di vivere nella paura, chiedono misure drastiche: più controlli, pene severe e, per i colpevoli stranieri, rimpatri immediati.
La giustizia ha fatto il suo corso, per ora, con l’arresto dei quattro. Ma la ferita resta aperta. Se le autorità non troveranno risposte concrete, la tentazione di prendere la legge in mano propria rischia di diventare più che un’idea. Varese, come altre città italiane, è a un bivio: ordine o caos.
Fonti: Questura di Varese, Il Giorno, La Provincia di Varese, VareseNews
Non ha graffiato quei bruti con le sue unghiette laccate?
E adesso bisogna presidiare i luoghi dove vanno in camporella coi maschioni?
No, non li mando affanculo perchè gradirebbero…