Monfalcone profanata: azzeriamo l’immigrazione islamica per salvare l’Italia!

L’Italia è sotto attacco, e il cuore della nostra civiltà cristiana è stato ferito. A Monfalcone, durante la Festa del Sacrificio, quattromila musulmani hanno occupato i campi sportivi delle parrocchie, coprendo una statua di Gesù con un telo al grido di “Allah Akbar”. Un oltraggio inaudito, un atto di supremazia che non può essere liquidato come un gesto isolato. L’ex sindaco Anna Cisint ha definito l’episodio “inaccettabile”, denunciando l’arretramento della nostra civiltà di fronte all’avanzata islamica. Questo scempio, avvenuto in uno spazio concesso da una Chiesa troppo debole, è la prova che l’islamizzazione non è un’ipotesi, ma una realtà che sta divorando l’Italia.

Non possiamo più ignorare la verità: l’immigrazione islamica regolare sta trasformando il nostro Paese in una colonia straniera. Ogni anno, migliaia di musulmani arrivano legalmente, portando con sé una cultura che non si integra, ma prevarica. A Monfalcone, la statua di Cristo coperta è il simbolo di una sottomissione che si ripete ovunque: a Prato, dove il piazzale della chiesa di San Domenico diventa una moschea a cielo aperto; a Bologna, dove moschee finanziate dal Qatar spuntano come funghi; a Crema, dove imam giustificano abusi in nome della Sharia. Questi non sono casi isolati, ma tessere di un mosaico che punta a cancellare la nostra identità cristiana. Con proiezioni che vedono i musulmani al 10% della popolazione entro il 2050, il tempo per agire è ora, o sarà troppo tardi.

L’unica soluzione per fermare questa deriva è chiara e non negoziabile: azzerare l’immigrazione islamica regolare. Basta ricongiungimenti familiari che portano milioni di nuovi arrivi, basta permessi di soggiorno concessi senza criteri, basta politiche che favoriscono chi non rispetta la nostra Costituzione. La Cisint ha ragione a chiedere una regolamentazione del culto islamico, ma non basta. Serve un blocco totale, un ritorno allo ius sanguinis integrale, e un referendum sulla cittadinanza facile che impedisca a chi disprezza i nostri valori di chiamarsi italiano. L’Islam non si adatta, impone. E noi non possiamo permettere che i nostri simboli sacri siano profanati, le nostre chiese svuotate, la nostra cultura ridotta a un ricordo.

Il tradimento di una parte del clero, che a Monfalcone ha ceduto spazi sacri, e di politici compiacenti che parlano di “dialogo” mentre l’Italia brucia, è una pugnalata al cuore del nostro popolo. Chiediamo a Papa Leone XIV di intervenire, richiamando i vescovi traditori e difendendo la cristianità. Ma soprattutto, chiediamo al governo di agire: fermate l’immigrazione islamica, proteggete le nostre radici, salvate l’Italia! Ogni statua coperta, ogni “Allah Akbar” che sovrasta le nostre chiese, è un passo verso l’abisso. Non c’è più tempo per il buonismo: l’islamizzazione va fermata, e l’unico modo è chiudere le porte. L’Italia è cristiana, e lo resterà solo se avremo il coraggio di combattere ora!