Donne chiuse nei recinti dai musulmani: il sindaco di Roma si dimetta
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Per l’ennesima volta i musulmani bengalesi hanno dato mostra del loro disprezzo per le donne. Per l’ennesima volta hanno potuto farlo senza che sindaco e prefetto intervenissero. Il Comune di Roma continua a concedere spazi a queste comunità e loro le usano per segregare le donne. Non si vergognano le sedicenti femministe del PD?
Festa del Sacrificio. Islamici chiudono le donne nei recinti. Andate a votare il referendum per un futuro islamico in cui le vostre figlie saranno chiuse nei recinti dai ‘nuovi italiani’. pic.twitter.com/3I6aZL9RWf
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) June 7, 2025
Roma oltraggiata: espellere i musulmani che rinchiudono le donne nei recinti e cacciare i politici complici!
È un’onta che grida vendetta: a Roma, durante la barbara Festa del Sacrificio, la comunità islamica bengalese ha ancora una volta rinchiuso le donne in recinti, trattandole come animali, come denunciato da *Il Messaggero* il 6 giugno 2025. In Italia, culla della civiltà e dei diritti, le donne musulmane sono state confinate come bestiame, private della dignità e della libertà, in spregio alle nostre leggi e alla nostra Costituzione. Questo scempio, perpetrato in spazi pubblici concessi da politici complici, è l’ennesima prova che l’Islam radicale non si integra, ma impone la sua legge di sottomissione. È ora di dire basta: i responsabili di questo oltraggio devono essere espulsi immediatamente, e i politici che continuano a favorire queste pratiche barbare vanno denunciati e rimossi!
Le immagini delle donne rinchiuse nei recinti a Roma sono un pugno nello stomaco per ogni italiano. Non siamo in un califfato, ma in un Paese che ha combattuto per l’uguaglianza e la libertà delle donne. Eppure, i bengalesi, con l’arroganza di chi si sente intoccabile, continuano a violare i nostri valori, umiliando le loro donne in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti. E chi ha permesso questo? I responsabili politici che, per un malinteso senso di accoglienza, concedono spazi pubblici a chi disprezza le nostre regole. Questi amministratori, che permettono a una cultura retrograda di prosperare, sono complici di un crimine contro la dignità umana e la nostra civiltà. Vanno denunciati per abuso d’ufficio e rimossi senza indugio!
Non è la prima volta che l’Islam radicale mostra il suo vero volto. A Monfalcone, una statua di Gesù è stata coperta con un telo durante la stessa festa, al grido di “Allah Akbar”. A Prato, chiese cristiane sono trasformate in moschee a cielo aperto. A Crema, imam giustificano abusi in nome della Sharia. Ogni “Sgozzamento” celebrato, ogni donna rinchiusa, ogni simbolo profanato è un passo verso l’islamizzazione dell’Italia. Con i musulmani previsti al 10% della popolazione entro il 2050, e un referendum sulla cittadinanza facile che rischia di legittimare milioni di “nuovi italiani” pronti a imporci il loro credo, il tempo per agire è ora. Chiediamo l’espulsione immediata dei musulmani responsabili di queste pratiche inumane e l’azzeramento dell’immigrazione islamica regolare. Non possiamo permettere che l’Italia diventi un Afghanistan europeo!
E mentre il nostro Paese affonda, i politici tacciono e la CEI, guidata dal filo-islamico Zuppi, si gira dall’altra parte. Chiediamo a Papa Leone XIV di rompere il silenzio e difendere la cristianità. Ma soprattutto, invitiamo ogni italiano a boicottare il referendum sulla cittadinanza: restate a casa, fate fallire il quorum! Non votate per un futuro dove le vostre figlie saranno rinchiuse in recinti e le nostre statue abbattute. Ogni donna umiliata, ogni “Allah Akbar” che sovrasta le nostre chiese, ogni spazio pubblico ceduto è un avvertimento: se non ci opponiamo ora, l’Italia sarà un incubo islamico. Espelliamo i responsabili, cacciamo i politici traditori, salviamo la nostra civiltà! L’Italia è nostra, e non si arrenderà!
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