Il corpicino tra i rovi di una bambina di 5 mesi a Roma
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La bimba trovata da alcuni passanti aveva circa 6 mesi. Personale del 118 ha provato in loco a rianimarla ma non c’è stato nulla da fare. Il corpo della donna sarebbe in avanzato stato di decomposizione. Non è ancora chiaro se i due ritrovamenti siano collegati. Indagini sono in corso. Sul posto anche la polizia scientifica
Il corpicino tra i rovi: orrore e mistero a Villa Doria Pamphilj
Roma, 7 giugno 2025 – Un pomeriggio di sole, il verde rigoglioso di Villa Doria Pamphilj, il più grande parco pubblico della Capitale, e poi l’orrore. Un ritrovamento che ha spezzato il cuore di una città intera: il corpo senza vita di una bimba di appena cinque mesi, abbandonato tra i rovi, come un segreto troppo pesante da custodire. La scena, descritta dai testimoni come “insopportabile”, ha trasformato un tranquillo sabato estivo in un incubo collettivo, lasciando un’intera comunità sotto shock.
Erano circa le 17:30 quando un gruppo di passanti, passeggiando lungo uno dei sentieri meno battuti del parco, ha notato qualcosa di anomalo tra i cespugli. “All’inizio pensavamo fosse un giocattolo, un bambolotto dimenticato da qualcuno”, ha raccontato al Messaggero uno dei presenti, la voce ancora tremante. “Poi ci siamo avvicinati… e abbiamo capito. Era una bambina. Non dimenticherò mai quello che ho visto”. La piccola, dalla carnagione chiara, giaceva immobile, il corpicino segnato da traumi evidenti al braccio e alla mano destra. Un’immagine che ha sconvolto i presenti, tanto che una donna, sopraffatta dall’orrore, è stata colta da un malore e soccorsa sul posto dagli operatori del 118.
L’allarme è scattato immediatamente. In pochi minuti, il parco si è riempito di sirene: polizia, carabinieri, vigili del fuoco e ambulanze hanno invaso la zona. La polizia scientifica, arrivata poco dopo, ha isolato l’area per raccogliere ogni possibile indizio. Gli investigatori, con volti tesi, hanno iniziato a setacciare il terreno, mentre i sanitari confermavano l’atroce verità: la bimba, che a un primo esame sembrava avere circa cinque mesi, era morta. Le cause del decesso non sono ancora chiare, ma i segni di trauma sul suo corpo raccontano una storia di violenza che nessuno vorrebbe ascoltare.

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Chi era questa bambina? Dove sono i suoi genitori? E, soprattutto, come è possibile che una vita così fragile sia finita in un luogo tanto isolato, nascosta tra i rovi come un rifiuto? Sono le domande che tormentano gli inquirenti e che riecheggiano nelle parole dei romani, increduli di fronte a una tragedia tanto crudele. Le autorità hanno avviato un’indagine a tutto campo: telecamere di sorveglianza, testimonianze e analisi forensi saranno fondamentali per ricostruire gli ultimi momenti della piccola. Al momento, nessuna pista è esclusa. Si indaga su un possibile abbandono, ma anche su scenari più inquietanti, come un gesto deliberato.
Il parco di Villa Doria Pamphilj, luogo di svago e bellezza, è diventato in poche ore il teatro di un dramma che sembra uscito da un incubo. I frequentatori abituali, famiglie con bambini, jogger e anziani, si sono ritrovati a fare i conti con una realtà che stride con la serenità di quel luogo. “Vengo qui ogni giorno con i miei figli”, racconta una madre, gli occhi lucidi. “Non riesco a immaginare chi possa fare una cosa del genere. È disumano”.
Le indagini proseguono senza sosta, ma il mistero rimane fitto. Nessun oggetto, nessun indizio evidente è stato trovato accanto al corpo che possa identificare la piccola o i suoi genitori. Gli investigatori stanno passando al setaccio denunce di persone scomparse e segnalazioni recenti, ma per ora il volto di questa bimba resta senza nome, la sua storia senza voce.
Roma piange, attonita, mentre il tramonto cala su Villa Pamphilj. Tra i rovi, il silenzio è rotto solo dal fruscio delle foglie e dal peso di una domanda che nessuno osa pronunciare ad alta voce: come può un’innocenza così pura incontrare un destino tanto crudele? La risposta, forse, arriverà con il tempo. Ma il dolore, quello, è già qui, e non andrà via facilmente.
A largo fochetti “dimostreranno” che l’assassino è un bianco etero patriarcale, a costo di sfrociarlo e sbiancarlo col cloro…