Referendum fallito: affluenza ore 19 sotto il 16 per cento, si profila flop epocale
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Affluenza al Referendum del 2025: Un Flop che Potrebbe Cambiare le Regole sulla Cittadinanza

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Alle 19:00 di domenica 8 giugno 2025, l’affluenza al referendum abrogativo in Italia è stimata essere sotto il 16%, un dato che riflette una partecipazione estremamente bassa. Con i seggi aperti fino alle 23:00 di oggi e domani fino alle 15:00, le proiezioni suggeriscono che, se questo trend dovesse confermarsi, l’affluenza finale potrebbe rimanere ben al di sotto del 30%, un livello che renderebbe il quorum (50% + 1) irraggiungibile. Questo scenario, che appare sempre più probabile alla luce dei dati attuali, potrebbe avere conseguenze significative sulle politiche di cittadinanza, alimentando un dibattito già acceso.
Se l’affluenza resterà molto bassa, sotto il 25%, si aprirebbe la strada a una revisione drastica delle norme sull’acquisizione della cittadinanza. In primo luogo, il governo potrebbe essere spinto a raddoppiare il periodo di residenza legale richiesto per gli stranieri extra-UE, portando il termine da 10 anni (o i 5 proposti dal referendum) a un minimo di 20 anni. Inoltre, un limite rigoroso ai ricongiungimenti familiari fino alla terza generazione potrebbe essere messo in campo, restringendo ulteriormente l’accesso alla cittadinanza per via familiare. Questi interventi rappresenterebbero il minimo indispensabile per chi sostiene una linea più restrittiva dopo un flop del referendum di queste proporzioni che dimostrerebbe come gli italiani vogliano una stretta.
Tuttavia, la soluzione ideale sarebbe un cambiamento radicale: l’approvazione di uno ius sanguinis integrale, che limiti la cittadinanza al solo diritto di sangue, eliminando del tutto i ricongiungimenti familiari. Una posizione che riflette la crescente sfiducia verso un sistema troppo permissivo, soprattutto dopo le recenti tensioni sull’immigrazione e l’identità nazionale. E che trova chiaro sostegno in chi ha fatto fallire il quorum disertando le urne.
Il flop dell’affluenza, però, potrebbe essere un boomerang per i promotori del referendum, in particolare per chi ha spinto la proposta di ridurre il requisito di residenza a 5 anni. Questa mossa, definita da molti come una “puttanata” che ha alienato parte dell’elettorato, sembra aver scoraggiato la partecipazione. Se non fosse stata inclusa questa opzione, forse – e sottolineiamo forse – più cittadini si sarebbero recati alle urne, attratti da un dibattito più equilibrato. Invece, l’impressione è che l’iniziativa abbia finito per “fottere” i suoi stessi promotori, rischiando di rafforzare le posizioni più dure del governo. E, per alcuni, questo è un esito benvenuto: “Bene così”, si sente dire tra chi vede nel fallimento del referendum una vittoria per le politiche più rigide.
Ora tutto dipenderà dall’andamento delle prossime ore. Se i dati delle 23:00 confermeranno un’affluenza sotto il 25%, il governo dovrebbe cogliere l’occasione per imporre una svolta conservatrice, sfruttando il no popolare come motore di questa svolta.
Bareranno, come sempre, perchè non tollerano di essere contraddetti e poi il Popolo sbaglia sempre a votare…
Fino all’ultimo non canto vittoria, ho visto troppi idioti ignoranti fin nel midollo spinale camminare con la scheda elettorale in mano.
Che rabbia e che tristezza
Non prendertela, Fratello, e considera la fortuna di poterti guardare allo specchio perchè non sei imbecille come quelli…