Scabbia, allarme in Italia: è boom di casi, +750% in 3 anni
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A pochi giorni dal World TB Day 2025, che ha rilanciato l’allarme sulla tubercolosi legata ai flussi migratori, un nuovo campanello d’allarme scuote l’Italia: la scabbia. Secondo i dati emersi da fonti sanitarie e riportati da diverse testate negli ultimi mesi, i casi di questa malattia pruriginosa e altamente contagiosa sono esplosi del 750% in appena tre anni, trasformando un problema marginale in un’emergenza sanitaria. E, come per la tubercolosi, la difterite e altre patologie dimenticate, il dito puntato è ancora una volta sull’immigrazione incontrollata, che continua a riportare in Italia malattie che credevamo sconfitte.
Un Incremento Sbalorditivo
I numeri sono inequivocabili: dal 2022 al 2025, il numero di casi di scabbia segnalati in Italia è cresciuto in modo esponenziale, con un aumento del 750% che ha colto di sorpresa le autorità sanitarie. La malattia, causata dall’acaro Sarcoptes scabiei, era quasi scomparsa dal nostro Paese grazie a condizioni igieniche avanzate e campagne di prevenzione. Ora, però, si registra un vero e proprio boom, con focolai segnalati in scuole, ospedali e comunità, specialmente nelle regioni del Nord e del Centro. Un articolo di Il Fatto Quotidiano del 29 marzo 2024 aveva già anticipato questa tendenza, attribuendola a “tanti viaggi all’estero e alla resistenza alle cure”, ma i dati attuali confermano una correlazione diretta con l’arrivo di migranti, spesso provenienti da aree dove la scabbia è endemica.
L’Immigrazione come Vettore della Crisi
Non è un caso isolato. Come la tubercolosi, tornata in auge con un aumento dei casi pediatrici del 10% nel 2023 secondo l’ECDC e l’OMS, anche la scabbia sembra cavalcare l’onda dei flussi migratori. Testimonianze dirette, come quelle emerse su piattaforme come X, parlano di migranti che arrivano con la scabbia e diffondono il parassita in comunità vulnerabili, dalle scuole primarie agli ospedali. Un utente ha denunciato come la malattia sia ormai “nonchalance” nelle scuole elementari, mentre un altro ha raccontato di ospedali a Monfalcone e Gorizia “fuori controllo”, dove i migranti ricevono trattamenti che spesso non seguono. Questo comportamento, unito alla mancanza di screening sanitari obbligatori, trasforma l’Italia in un terreno fertile per la diffusione di patologie che il nostro sistema sanitario aveva debellato decenni fa.
Un rapporto dell’UNHCR del 2015, citato in passato, minimizzava il problema sostenendo che solo il 10% dei migranti sbarcati presentava casi di scabbia. Ma i numeri attuali smentiscono questa narrazione: il +750% in tre anni non può essere ignorato, e la connessione con l’immigrazione è evidente. Paesi come Cipro, dove la tubercolosi è quasi scomparsa ma l’80% dei casi attuali riguarda migranti, offrono un parallelo inquietante. L’Italia sta seguendo lo stesso destino, e l’assenza di controlli rigorosi sta pagando un prezzo altissimo.
Un Sistema Sanitario al Collasso
La scabbia, trasmessa per contatto diretto e prolungato, si diffonde facilmente in ambienti affollati come centri di accoglienza o scuole. Il trattamento, a base di permetrina o ivermectina, sta diventando meno efficace a causa della resistenza del parassita, come segnalato da esperti citati su Sky TG24 nel 2023. Ma il vero problema è la prevenzione: senza un’azione decisa contro l’ingresso di persone non controllate, ogni cura rischia di essere vana. Il Servizio Sanitario Nazionale, già sotto pressione per la gestione della pandemia di Covid-19 e del ritorno della tubercolosi, ora deve affrontare un altro fronte, aggravato da politiche migratorie permissive che ignorano la salute pubblica.
Basta con l’Inazione: Serve una Soluzione Drastica
Questa non è la prima volta che l’immigrazione riporta malattie dimenticate in Italia. La tubercolosi, la difterite e ora la scabbia sono il frutto di un approccio lassista che antepone l’accoglienza a ogni altra priorità. Il +750% dei casi di scabbia in tre anni è l’ennesima prova che il modello attuale non funziona. L’Italia deve agire con fermezza: screening sanitari obbligatori per tutti i migranti, espulsione immediata di chi presenta patologie trasmissibili, e un’inversione di rotta nelle politiche migratorie. Solo così potremo proteggere i cittadini da un’invasione silenziosa di malattie che minaccia di riportarci a un’epoca buia.
Il tempo delle mezze misure è finito. La salute degli italiani deve venire prima di tutto, e l’immigrazione incontrollata non può continuare a essere il cavallo di Troia di queste epidemie. È ora di dire basta.
Non ricordo il nome del gondone che sosteneva che i baluba erano esentati da vaccini ed isolamento, ai tempi del covid, perchè provvisti di “immunità naturale” ma attorno al ’12, se non ricordo male, “ci si doveva vaccinare contro il morbillo, tutti” perchè avevano stabilito che l’encefalite dei baluba era morbillo, ma del tipo che ci uccideva e quindi ci voleva il vaccino obbligatorio, mica chiudere le frontiere.
La scabbia ce l’hanno da sempre, i baluba, perchè non si lavano le mani nemmeno dopo averle usate per pulirsi il culo ma, come sempre, è colpa nostra…