Irlanda del Nord, la rivolta contro gli stupratori stranieri si espande – VIDEO
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Ballymena (Irlande du Nord) : deuxième nuit d'émeutes après la tentative de viol d'une adolescente par deux jeunes roms (màj : situation insurrectionnelle, nouvelles tentatives d'incendie de maisons particulières) pic.twitter.com/urNNA5RDXv
— Jean Robert (@Jean_Robert_29) June 11, 2025
Irlande du Nord : émeutes et manifestations anti-immigration à Ballymena, après la tentative de viol d'une jeune fille par deux ados roumains. La police dénonce des « actes racistes » visant les minoritéshttps://t.co/djHioI9vk6 pic.twitter.com/2YlrY5r9f7
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Ballymena, la rivolta del popolo: un grido di esasperazione che l’Italia deve ascoltare
Per la seconda notte consecutiva, il 10 giugno 2025, Ballymena, una cittadina di 30mila abitanti nell’Irlanda del Nord, è stata travolta da un’ondata di rabbia popolare. Circa 300 persone si sono riversate nelle strade di Clonavon Terrace, dove una ragazza è stata vittima di un tentativo di violenza sessuale attribuito a due 14enni romeni. Case di stranieri sono state danneggiate, alcune incendiate, barricate erette, e 17 agenti di polizia feriti in scontri con i rivoltosi, che hanno lanciato molotov, fuochi d’artificio e mattoni. La polizia ha definito queste azioni “thuggery razzista”, ma ciò che emerge è il grido di un popolo esasperato, stanco di subire le conseguenze di un’immigrazione incontrollata. Un grido che risuona forte anche in Italia, dove i nostri giovani e anziani vivono lo stesso terrore.
Immaginate una comunità unita, dove le famiglie si conoscono e i bambini giocano sereni. Poi, un evento scuote tutto: una ragazza, una figlia della vostra città, subisce un tentativo di stupro da parte di due stranieri. La notizia si diffonde, e con essa la paura. A Ballymena, il 9 giugno, migliaia di persone—uomini, donne, persino bambini—hanno marciato pacificamente per sostenere la vittima, chiedendo “diritti per i nostri figli”. Ma la tensione, alimentata dalla richiesta di un interprete romeno per i due accusati, è esplosa. Case di immigrati sono state prese di mira, non per odio cieco, ma per un senso di impotenza. I rivoltosi, molti mascherati, hanno eretto barricate, sfidato la polizia con molotov e sassi, e tentato di incendiare abitazioni. I pompieri hanno salvato una casa, mentre a Newtownabbey, Carrickfergus e Belfast nord si registravano disordini sporadici. Non giustifichiamo la violenza, ma comprendiamo il dolore di chi sente di non avere più voce. Ballymena è lo specchio di un’Europa tradita.
L’Italia conosce fin troppo bene questa esasperazione. A Pistoia, un 26enne gambiano ha aggredito un’anziana di 80 anni, dichiarando “questa è zona nostra”. A Parma, un 16enne è stato rapinato con spray urticante da un tunisino. A Mortara, due marocchini hanno accoltellato coetanei per una rapina. A Treviso, un guineano ha violentato una 15enne. I dati del Viminale sono chiari: gli stranieri, il 9% della popolazione, sono responsabili del 44% delle violenze denunciate, e molti sono di seconda generazione, cresciuti con i nostri privilegi ma senza i nostri valori. Eppure, la giustizia italiana è morbida: a Udine, due immigrati in una rissa mortale hanno preso solo 2 anni, contro i 12 di un italiano. A Pisa, un 21enne straniero che ha pestato un barista è già libero. Come a Ballymena, dove la polizia arresta ma il sistema minimizza, gli italiani si sentono abbandonati. La rabbia di Ballymena è anche la nostra.
I media bollano i rivoltosi come “razzisti”, ma a Ballymena, come in Italia, non c’è odio per lo straniero: c’è paura per la sicurezza perduta. Una madre romena, la cui casa è stata danneggiata, ha chiesto “perché noi?”. Una domanda che merita risposta, ma che non cancella il dramma di chi non si sente più protetto. I rivoltosi non sono criminali: sono cittadini che hanno detto “basta” a un sistema che ignora le loro paure. In Italia, dove Vicofaro è un covo di spaccio e violenza, dove gli anziani sono rapinati e le ragazze molestate, dobbiamo ascoltare Ballymena. Chiediamo ai governi più sicurezza, meno immigrazione incontrollata. Non servono condanne, ma azioni: espulsioni rapide, confini chiusi, giustizia vera. I rivoltosi di Ballymena, come gli italiani esasperati, vogliono solo un futuro senza paura. Non lasciamoli soli.
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