Questo bambino è stato violentato dalla coppia gay che lo aveva adottato 🌈
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Blackpool (Regno Unito), iniziato il processo nei confronti di una coppia gay (uno dei due è un insegnante): le accuse sono di aver violentato e ucciso il piccolo Preston Davey di 13 MESI che stavano adottando. pic.twitter.com/2xYA8Q1Flz
— Francesca Totolo (@fratotolo2) June 16, 2025
Adozioni gay: un orrore che va fermato subito
Il caso Preston Davey grida vendetta, basta con questa follia
A Blackpool, nel Regno Unito, è iniziato un processo che dovrebbe far tremare chiunque: una coppia gay, di cui uno un insegnante, è accusata di aver violentato e ucciso Preston Davey, un bambino di appena 13 mesi che stavano adottando. Un crimine così atroce, così inconcepibile, che mette in luce i pericoli di un sistema che permette adozioni a coppie omosessuali senza garanzie reali. Questa non è una tragedia isolata: è la prova che le adozioni gay sono un esperimento sociale fallito, un rischio inaccettabile per i bambini. Basta, è ora di dire no.
Preston Davey, un innocente di 13 mesi, è stato strappato alla vita da chi avrebbe dovuto proteggerlo. Uno dei due uomini, Jamie Varley, un insegnante, e il suo compagno avrebbero trasformato la casa in un inferno per quel piccolo, abusandolo sessualmente e portandolo alla morte. Le accuse sono pesantissime: violenza, omicidio, un orrore che emerge dopo mesi di silenzio. Questo bambino, affidato a loro nella convinzione che avrebbero offerto amore e cura, è stato invece sacrificato sull’altare di un’ideologia che antepone i capricci degli adulti ai diritti dei più deboli.
Chi ha autorizzato questa adozione? Perché un sistema che si dice protetto da leggi e controlli ha fallito così miseramente? La risposta è semplice: l’ossessione per il politically correct ha accecato giudici e assistenti sociali, spingendoli a ignorare i rischi pur di celebrare la “diversità”. Un insegnante, figura di autorità e fiducia, trasformato in mostro: questo caso non è un’eccezione, ma il segnale di un pericolo strutturale. Le adozioni gay, spinte da lobby e propaganda, mettono i bambini in mano a persone che, come dimostra questa tragedia, possono rivelarsi predatorie.
Non si tratta di giudicare l’orientamento sessuale, per quanto innaturale, ma di proteggere i minori. La famiglia tradizionale, con un padre e una madre, è un modello che la natura e la storia hanno consolidato per garantire equilibrio e sicurezza. Le adozioni gay, invece, sono un esperimento sociale che ignora la psicologia infantile e i dati: studi seri mostrano che i bambini crescono meglio con figure genitoriali complementari, non con configurazioni artificiali imposte da un’agenda ideologica. E ora Preston ne paga il prezzo con la vita.
Questo caso deve essere un campanello d’allarme. I governi, in Italia e altrove, devono vietare le adozioni gay senza se e senza ma. Non possiamo continuare a rischiare la vita dei bambini per compiacere una minoranza vocale. Le istituzioni che hanno permesso questo orrore devono rispondere: chi ha valutato questi “genitori”? Chi ha ignorato i segnali? La giustizia deve colpire i colpevoli, ma la politica deve agire per prevenire altri Preston.
Basta con le favole di un mondo arcobaleno: la realtà è questa, un bambino di 13 mesi brutalizzato da chi lo avrebbe dovuto amare. Le adozioni gay non sono un diritto, sono un pericolo. Chiediamo un divieto totale, ora, per salvare i nostri figli da questa follia.
Solo un cretino può credere alla bontà d’animo di chi vuole sentirti urlare dal dolore mentre si accoppia con te, chiedeteglielo…