Volete morire per esportare il gay pride a Teheran?

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By V giugno 16, 2025 11:51

Volete morire per esportare il gay pride a Teheran?

Già si leggono i soliti papponi dei media parlare di “diritti” in Iran e invocare la guerra per esportare la democrazia. Quella che nona bbiamo neanche i Italia. Gli stessi papponi che poi difendono l’invasione islamica dell’Italia. Invece è il contrario: dobbiamo fregarcene di quello che fanno a casa loro e impedire che vengano a casa nostra. E l’Iran in questo non è un problema.

È una follia criminale. Le élites occidentali, con l’Italia al seguito, vogliono trascinarci in una guerra contro l’Iran, ricalcando la stessa propaganda ipocrita usata per i disastri in Afghanistan e Iraq. I soliti media di distrazione di massa vomitano papponi sui “diritti umani” in Iran, invocando bombe per “esportare la democrazia” – quella democrazia che, ironia della sorte, non abbiamo nemmeno in Italia, dove il governo Meloni permette un’invasione islamica senza freni. Gli stessi che piagnucolano per Teheran difendono i barconi che scaricano migliaia di clandestini a Lampedusa. La verità è opposta: dobbiamo fregarcene di cosa fanno a casa loro e impedire che vengano a casa nostra. E l’Iran, in questo, non è un problema.

Il 13-14 giugno 2025, Israele ha attaccato l’Iran con droni e missili, colpendo il programma nucleare e siti militari come Natanz. Teheran ha risposto lanciando oltre 270 missili balistici, alcuni dei quali hanno centrato i loro obiettivi, nonostante le intercettazioni di USA, Regno Unito, Francia e Giordania. Ora, le pressioni per coinvolgere l’Italia in questo conflitto, che non ci riguarda, si intensificano. È la solita sceneggiata: si agita lo spettro di un nemico lontano, si parla di “valori universali”, e poi si mandano i nostri soldati a morire per interessi altrui. Afghanistan e Iraq ci hanno insegnato che esportare il modello occidentale con la forza è una follia demenziale. Abbiamo speso miliardi, perso vite, e creato caos. Eppure, ci riprovano con l’Iran.

Non è nostro compito “civilizzare” il mondo. Non ci interessa come l’Iran si governa, quali diritti rispetta, o se organizza il gay pride a Teheran. Non vogliamo imporre i nostri valori con le bombe, né fare i missionari della democrazia – tanto più che in Italia la democrazia è calpestata ogni giorno, con 274.701 clandestini sbarcati dal 2022, una media di 300 al giorno, che trasformano le nostre città in zone di guerra. Nel 2025, 27.000 arrivi, nessuno dall’Iran sciita, ma da Paesi sunniti come Tunisia, Libia e Bangladesh, spesso finanziati da Arabia Saudita e Qatar. Questi flussi portano violenza: a Vicenza, una 16enne violentata da un angolano; a Biella, una madre stuprata davanti al figlio; a Catania, un padre ucciso da un clandestino. Il Viminale conferma: il 9% degli stranieri commette il 44% delle violenze.

Mentre i media ci distraggono con l’Iran, le nostre strade sono sotto assedio. A Trieste, bande di seconda generazione seminano terrore; a Bologna, un 16enne massacrato da stranieri; a Monsummano, un 14enne ridotto in fin di vita. Questi crimini non vengono da Teheran, ma da un’immigrazione incontrollata che il governo non ferma. Invece di respingere i barconi, Meloni trasferisce clandestini da Lampedusa a Porto Empedocle e Modena, dove 1.400 immigrati intasano i centri di accoglienza. Le ong, come la Solidaire che ha scaricato 252 clandestini a Salerno, operano indisturbate. E noi dovremmo preoccuparci dei “diritti” in Iran? È una presa in giro.

Questa guerra è una trappola. Coinvolgere l’Italia significherebbe più spese militari, bollette alle stelle (il Brent è già a 74,23 dollari al barile), e un’economia al collasso. L’attacco all’Iran ha già chiuso spazi aerei e cancellato voli, con ricadute sulle compagnie europee. Ma il vero danno è la distrazione: mentre ci spingono a combattere un nemico che non ci minaccia, lasciamo le porte aperte a chi ci invade. Arabia Saudita e Qatar, nostri “alleati”, finanziano con petrodollari le reti di scafisti e il radicalismo islamico. Combattere l’Iran sciita, che non ci manda un solo clandestino, e ignorare i sunniti che ci soffocano è una schizofrenia politica.

Basta con questa ipocrisia! L’Italia deve dire no a guerre inutili e a propagande che ci dipingono l’Iran come il male assoluto. Non vogliamo esportare democrazia, né morire per gli interessi di Israele o degli USA. Vogliamo frontiere blindate, respingimenti in mare, espulsioni di massa. Il nostro dovere è proteggere gli italiani, non “salvare” Teheran. Serve tolleranza zero contro l’invasione sunnita: stop ai barconi, stop alle ong, stop ai ricongiungimenti familiari. L’Europa non è il campo profughi del mondo. Riprendiamoci l’Italia, ora!

Volete morire per esportare il gay pride a Teheran? ultima modifica: 2025-06-16T11:51:11+00:00 da V
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By V giugno 16, 2025 11:51
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2 Comments

  1. Ul Gigi da Viganell giugno 16, 12:25

    Soprassedendo sul fatto che l’Iran è diventato uno stato canaglia solo quando ha fatto comodo all’occidente, vorrei ricordare che almeno uno dei fattori scatenanti la crisi uKraina era stata l’organizzazione a kiev della parata dei froci, evento pubblicizzato ma convenientemente dimenticato dai media occidentali, come le cliniche della fertilità “riservate” ai froci a prezzi maggiorati.
    E ragionando così vorrebbero non dico andare su Marte ma solo tornare sulla Luna…

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  2. lorenzoblu giugno 16, 13:23

    vadano i froci i comunisti e i negri a combattere contro gli iraniani, piu’ ce ne abbattono e piu’ saremo loro grati e solidali

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