Villa Pamphili, così la sinistra ha finanziato il killer Relax Ford
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La sinistra è la vera mafia.
Parassiti di sinistra nel cinema: lo scandalo dei fondi pubblici al killer di Villa Pamphili
Il caso di Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, indagato per il duplice omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della loro figlia Andromeda a Villa Pamphili, è un pugno nello stomaco per ogni contribuente italiano. Non solo per l’efferatezza del crimine, ma per lo scandalo che emerge: questo presunto assassino, millantando di essere un regista, ha incassato quasi un milione di euro di fondi pubblici per un film mai realizzato, Stelle della Notte. Un tax credit di 863.595,90 euro, concesso nel 2020 sotto il governo Conte II e il Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini, che evidenzia un sistema marcio, permeato da connivenze e favoritismi di una casta di sinistra che ha fatto del cinema un terreno fertile per parassiti e opportunisti.
Nessuno ottiene somme del genere senza agganci. Kaufmann, attraverso una società di comodo a Malta, la Tintagel Films Llc, e con l’appoggio di un co-produttore italiano, la Coevolutions di Marco Perotti, è riuscito a sfruttare un buco normativo che non richiedeva prove concrete dei costi di produzione. La domanda definitiva, incredibilmente, è stata approvata nel 2023, nonostante il progetto fosse un fantasma. Come è possibile che un individuo con un’identità falsa, un passaporto americano contraffatto e nessuna credibilità nel settore abbia avuto accesso a tali risorse? La risposta è semplice: una rete di complicità, una lobby di sinistra che per anni ha gestito i fondi pubblici come un bancomat personale, favorendo amici e clientes senza alcun controllo.
L’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, interpellato da Adnkronos, non usa mezzi termini: Ho denunciato con forza lo scandalo delle ruberie nel mondo del cinema. Ho cambiato il sistema trovando gigantesche resistenze da parte di una lobby tanto potente quanto corrotta che me l’ha fatta pagare
. Sangiuliano, che ha cercato di riformare un meccanismo perverso, parla di decine di film finanziati e mai usciti, altri costati milioni di euro con ridicole presenze di spettatori in sala, registi e attori strapagati per flop enormi
. Un sistema che ha arricchito predatori
a scapito dei contribuenti e degli operatori onesti del settore.
Questa lobby, radicata nei governi di sinistra, ha prosperato sotto ministri come Franceschini, che hanno firmato decreti come quello di Nicola Borrelli, allora direttore generale cinema, senza vigilare sull’uso dei fondi. Il risultato? Soldi pubblici finiti nelle tasche di un presunto criminale, mentre veri talenti faticano ad accedere alle risorse. Il Partito Democratico, invece di fare mea culpa, ha l’ardire di attaccare Sangiuliano, chiedendogli di denunciare in Procura o tacere, definendo le sue parole propaganda
. Ma i fatti parlano chiaro: il sistema opaco ereditato dai governi progressisti ha permesso abusi e speculazioni, come denuncia anche il deputato di Fratelli d’Italia Paolo Trancassini.
Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, oggi, esprime sgomento e rabbia
per queste distrazioni imperdonabili
e promette riforme per chiudere le falle normative. Ma il danno è fatto: il caso Kaufmann è la punta dell’iceberg di un sistema clientelare che ha favorito parassiti di sinistra, arricchiti con i soldi degli italiani. È ora di smantellare questa casta, revocare i crediti concessi e punire chi ha permesso questo scempio. Il cinema, arte nobile, merita rispetto, non di essere il feudo di una lobby corrotta.
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