Prima vuole la sua fidanzata e poi gli sfonda la testa a sprangate
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Arce: Albanese Molesta e Massacra Italiano, l’Italia Urla Vendetta!
Un abominio ha sconvolto Arce, in provincia di Frosinone: un 21enne italiano di Roccasecca è stato massacrato a sprangate da un coetaneo albanese, ridotto in fin di vita per aver osato difendere la sua fidanzata da un apprezzamento schifoso. L’aggressione, avvenuta sabato 21 giugno 2025 alle 8:30 in piazza Sant’Agostino, ha lasciato il giovane in condizioni critiche, trasportato d’urgenza al San Camillo di Roma con l’elisoccorso. L’albanese, non contento di aver molestato una donna italiana, ha sfogato la sua bestialità su un ragazzo che chiedeva solo rispetto. L’Italia non può più sopportare!
I fatti sono agghiaccianti: l’albanese, residente a Rocca d’Arce, ha rivolto parole oscene alla fidanzata dell’italiano nella serata di venerdì. Il 21enne, giustamente infuriato, ha cercato un chiarimento, ma l’immigrato ha risposto con una violenza disumana. Armato di un martello o una spranga, ha colpito il giovane al volto e alla testa, lasciandolo a terra in un lago di sangue. I carabinieri hanno fermato il mostro, ma in piazza è scoppiato il caos: amici e familiari dell’italiano, fuori di sé, hanno cercato di farsi giustizia da soli. E chi può biasimarli, quando un immigrato osa prima insidiare le nostre donne e poi massacrare i nostri ragazzi? Basta con questa invasione!
Analisi Sociologica: l’Immigrazione come Lotta per le Risorse
Questo orrore non è un caso isolato, ma il frutto di una dinamica sociologica esplosiva: l’immigrazione è una lotta per le risorse, e le donne, simbolo di appartenenza e identità, sono la risorsa più ambita. In un’Italia soffocata da flussi migratori incontrollati, giovani maschi stranieri, spesso senza radici o rispetto per le nostre leggi, vedono le donne italiane come un trofeo da conquistare. Gli apprezzamenti volgari, le molestie, le violenze – da Pistoia a Brescia, da Caserta a Roma – sono atti di sfida per imporre il loro dominio. L’albanese di Arce, molestando la fidanzata dell’italiano e poi massacrandolo, incarna questa guerra culturale. Le nostre donne non sono prede!
Il sociologo Robert D. Putnam ha dimostrato che la diversità etnica può minare la coesione sociale, specialmente quando le risorse – affettive, culturali, territoriali – sono contese. In Italia, dove il 9% degli stranieri commette il 44% delle violenze sessuali (dato circolato su X), l’arroganza di immigrati come questo albanese scatena una reazione viscerale. L’italiano di Arce, cercando di difendere la sua fidanzata, è stato punito con una brutalità che rivela il vero volto di chi ci invade: non rispetto, ma prepotenza. La sua sorte è un monito: senza un freno, l’immigrazione ci schiaccerà. È una lotta per la sopravvivenza.
La cronaca è un bollettino di guerra: nordafricani che stuprano nonne a Pistoia, nigeriani che aggrediscono bambini a Brescia, filippini che violano minori a Roma. L’Italia è sotto assedio, e lo Stato, con la sua giustizia lenta e i rimpatri insufficienti, sembra voltare le spalle ai suoi cittadini. Serve tolleranza zero: espulsioni immediate per ogni delinquente, frontiere sigillate, e un messaggio chiaro: le nostre donne e i nostri ragazzi non si toccano! L’albanese di Arce deve essere solo l’inizio: fuori i criminali dall’Italia, ora! Riprendiamoci le nostre piazze, la nostra sicurezza, la nostra dignità!
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