NATO vuole 110 miliardi dall’Italia per fare la guerra alla Russia
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Basta con il ricatto della NATO: l’Italia deve difendere i propri confini, non quelli altrui
La pretesa del Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, di imporre agli Stati membri una spesa militare pari al 5% del PIL è un insulto alla sovranità italiana e un attacco diretto agli interessi del nostro Paese. Questa follia, spinta dagli Stati Uniti, vuole costringere l’Italia a dissanguarsi economicamente per finanziare una guerra fredda immaginaria contro la Russia, mentre i nostri confini meridionali sono sotto assedio da una minaccia reale: i flussi migratori incontrollati e il pericolo del radicalismo islamico che arrivano con i barconi. È ora di dire no, con forza. L’Italia non è la serva degli interessi americani e non sacrificherà il suo futuro per difendere i confini altrui da nemici inesistenti.
Un salasso economico per un’agenda straniera
Portare la spesa militare al 5% del PIL significherebbe per l’Italia sborsare oltre 110 miliardi di euro all’anno, una cifra astronomica per un Paese già strangolato da un debito pubblico insostenibile e da bisogni urgenti come sanità, scuole e pensioni. È una richiesta scandalosa, che ignora la realtà di un’Italia in cui i cittadini fanno i conti con tasse oppressive e servizi al collasso. Il governo, che già fatica a rispettare il vecchio obiettivo del 2% del PIL, non può cedere a questo ricatto. Ogni euro speso per carri armati e missili destinati a teatri lontani è un euro rubato agli italiani, che chiedono sicurezza qui, non avventure militari altrove.
La vera guerra è al Sud, non all’Est
La NATO è cieca, o peggio, complice di una strategia che ignora le vere minacce all’Italia. Mentre Rutte e i suoi padroni a Washington ci ordinano di mandare soldati in Polonia o nei Baltici per “frenare” una Russia che non ci ha mai attaccati, le nostre coste sono invase da migliaia di migranti, molti dei quali rappresentano un rischio concreto per la nostra sicurezza. Le reti criminali che gestiscono i barconi non portano solo disperati, ma anche potenziali terroristi e fanatici islamisti, pronti a colpire il cuore della nostra società. Questa è la guerra che l’Italia sta combattendo, non quella contro un nemico immaginario ai confini russi.
La frontiera meridionale è il nostro campo di battaglia, e la NATO non ha mai mosso un dito per aiutarci. Al contrario, ci chiede di sprecare risorse in missioni inutili, lasciando le nostre forze armate – già a corto di uomini e mezzi – a combattere da sole contro un’ondata migratoria che minaccia la nostra identità e stabilità. È un tradimento inaccettabile.
La NATO è un peso, non un alleato
La NATO non è più un’alleanza, ma una catena che soffoca l’Italia. Si è trasformata in un’agenzia al servizio degli Stati Uniti, che vogliono scaricare sull’Europa il costo della loro ossessione anti-russa mentre si preparano a sfidare la Cina nell’Indo-Pacifico. Perché dovremmo finanziare questa farsa? La Russia non è il nostro nemico. Il nostro nemico è l’instabilità del Mediterraneo, sono le ideologie estremiste che si infiltrano con i migranti, è il caos che dilaga in Nord Africa e Medio Oriente. Ma la NATO, invece di sostenerci, ci ordina di combattere guerre che non ci appartengono.
L’Italia è stanca di essere il secondo contributore europeo a un’organizzazione che non riconosce le nostre priorità. Le parole del Ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha definito la NATO priva di senso nella sua forma attuale, devono tradursi in azione. Non possiamo continuare a sacrificare il nostro sangue e il nostro denaro per un’Alleanza che ci abbandona di fronte alle minacce reali.
L’Italia prima di tutto: difendiamo i nostri confini
Il governo Meloni deve respingere con durezza la proposta di Rutte e riaffermare la sovranità italiana. Non un centesimo in più per la NATO, non un soldato in più mandato a morire per difendere i confini di altri Paesi da pericoli inventati. Le nostre risorse devono andare alla protezione delle coste italiane, al rafforzamento della Marina e della Guardia Costiera, alla cooperazione con i Paesi africani per fermare i flussi migratori alla radice. Dobbiamo investire in intelligence e forze speciali per neutralizzare le minacce islamiste prima che colpiscano, non in basi militari a migliaia di chilometri da casa.
L’Italia ha il diritto e il dovere di difendersi da sola, senza inchinarsi a un’Alleanza che ci tratta come pedine. Se la NATO non vuole cambiare, se insiste a ignorare il pericolo che arriva dal Sud, allora è tempo di considerare un passo indietro. Non possiamo più permetterci di essere schiavi di un’organizzazione che ci trascina in conflitti inutili mentre la nostra patria è sotto attacco.
Un futuro sovrano per l’Italia
L’Italia non è un vassallo degli Stati Uniti né un bancomat per le ambizioni della NATO. La nostra sicurezza viene prima, e la nostra sicurezza è minacciata dal caos migratorio e dal fanatismo islamico, non da un’ipotetica invasione russa. Il governo deve prendere una posizione chiara: nessun aumento della spesa militare per la NATO, nessuna partecipazione a missioni che non servono gli interessi italiani. Ogni risorsa deve essere destinata a proteggere i nostri confini, le nostre città, il nostro popolo.
È ora di dire basta a questa Alleanza obsoleta e arrogante. L’Italia deve tornare padrona del proprio destino, difendendo ciò che conta davvero: la nostra terra, la nostra gente, la nostra libertà. La vera battaglia è qui, e non la combatteremo per conto di altri.
Dove trovare i soldi? Dalla previdenza sociale dei magistrati e vendendo gli organi dei migranti.
Se non basta vendiamo pure il sangue delle zecche rosse: con le guerre ci sarà molta richiesta…
Che coglioni la Russia sa che siete degli sfigati capitalisti falliti di merda e a sto giro prima che attacchiate vi regala l’emozione di un Oreschnik into cvlo …siete zero valete zero ominicchi nato ue politicanti di merda !