Allarme giovani immigrati islamici: pronti a sgozzare italiani
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ALLARME JIHAD IN ITALIA: I TERRORISTI ISLAMICI ARRIVANO CON SBARCHI E RICONGIUNGIMENTI FAMILIARI, NASCOSTI TRA NOI
L’Italia è sotto assedio. Un pericolo silenzioso ma letale si infiltra nel nostro Paese attraverso i flussi migratori, gli sbarchi clandestini e i ricongiungimenti familiari: i jihadisti islamici, potenziali terroristi pronti a colpire. Ogni immigrato musulmano, regolare o clandestino, rappresenta una minaccia latente, un rischio che non possiamo più ignorare. Sono ovunque: nelle nostre città, nelle nostre scuole, nei luoghi di aggregazione, fingendosi integrati mentre pianificano il terrore. L’ultimo caso, un ventenne marocchino arrestato a Perugia dai carabinieri del ROS, è solo la punta dell’iceberg. Questo giovane, sedotto dalla propaganda dell’ISKp (la branca dello Stato Islamico nel Khorasan), è l’ennesimo esempio di come il radicalismo islamico si stia diffondendo a macchia d’olio, soprattutto tra i giovanissimi, spesso minorenni, che si trasformano in lupi solitari pronti a seminare morte.
Un’ondata di radicalizzazione tra i giovani musulmani
Il fenomeno è fuori controllo. La radicalizzazione avviene a velocità spaventosa, alimentata dal web e dai conflitti in Medio Oriente. L’escalation della crisi in Gaza e l’offensiva israelo-americana contro l’Iran stanno dando nuovo impulso alla propaganda jihadista online, che trova terreno fertile tra i giovani musulmani in Italia. A Milano, un ventenne egiziano, studente universitario, è stato arrestato per propaganda jihadista e possesso di manuali per costruire ordigni artigianali. A Merano, un 23enne perito elettrotecnico si dedicava alla fabbricazione di esplosivi. A Palermo, due bengalesi di 21 e 18 anni inneggiavano al jihad e diffondevano materiale dello Stato Islamico. Questi non sono casi isolati: sono il segnale di una minaccia diffusa, che si nasconde dietro la facciata dell’integrazione. Nelle nostre scuole, dove i figli di immigrati musulmani si mescolano ai nostri, il rischio è altissimo. Si fingono studenti modello, ma in segreto si radicalizzano, pronti a trasformarsi in attentatori.
Sbarchi e ricongiungimenti: la porta aperta al terrorismo
Gli sbarchi sono un’emergenza fuori controllo. Nel 2025, le coste italiane hanno già accolto oltre 30mila migranti, 6mila in più rispetto al 2024, con un aumento delle partenze dalla Libia. Tra questi, si nascondono potenziali terroristi islamici, difficili da individuare nonostante i controlli. La rotta balcanica, utilizzata per infiltrare elementi radicalizzati in Europa, è un altro canale di accesso. I pattugliamenti misti con Slovenia e Croazia, attivi da pochi giorni, non bastano a fermare il flusso di potenziali jihadisti. E poi ci sono i ricongiungimenti familiari: un sistema che permette a migliaia di musulmani di entrare legalmente in Italia, senza che si possa garantire la loro estraneità al terrorismo. Ogni nuovo arrivato è un potenziale pericolo, un rischio che il nostro Paese non può permettersi.
L’incubo dei lupi solitari e degli attentati imprevedibili
L’Italia è un bersaglio. I 29mila obiettivi sensibili individuati – basi USA, comandi NATO, infrastrutture critiche – non sono sufficienti a coprire il vero pericolo: gli attacchi improvvisi di lupi solitari. In Germania, auto sulla folla e accoltellamenti per strada hanno dimostrato quanto sia difficile prevenire azioni di singoli radicalizzati. In Europa, gli attentati sono raddoppiati nel 2024, e il 2025 non sembra invertire la tendenza. La metà di questi attacchi è legata alla situazione in Gaza, e l’apertura del fronte iraniano sta amplificando la chiamata alle armi online. I terroristi, spesso sotto i 30 anni, usano armi bianche o ordigni artigianali, colpendo luoghi affollati come concerti, feste, locali della movida. Nessun posto è sicuro.
Un Paese sotto scacco: serve una risposta drastica
Le misure adottate dal Viminale – rafforzamento della vigilanza, controlli a tappeto in aeroporti e stazioni, protezione degli obiettivi sensibili – non sono sufficienti. L’immigrazione islamica, sia regolare che clandestina, è una bomba a orologeria. Ogni musulmano che mette piede in Italia, che sia attraverso uno sbarco, un visto o un ricongiungimento familiare, potrebbe essere un terrorista in attesa di agire. La loro presenza nelle nostre scuole, dove si mescolano ai nostri figli, è un rischio inaccettabile. Non possiamo più permetterci di essere ingenui: il terrorismo islamico non conosce confini, e ogni immigrato musulmano è un potenziale jihadista.
È ora di agire. Serve una chiusura totale delle frontiere, uno stop ai ricongiungimenti familiari e un’espulsione di massa per chi rappresenta una minaccia. L’Italia non può diventare il prossimo teatro di stragi. Il tempo delle parole è finito: dobbiamo proteggere il nostro Paese, prima che sia troppo tardi.
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