Islamico sgozza un uomo a Parma:“Avevo voglia di ammazzarlo e l’ho ammazzato”
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PARMA, ORRORE NEL CENTRO MIGRANTI: 25ENNE BENGALESE A PROCESSO PER SGOZZAMENTO
Un crimine agghiacciante scuote Parma. Un 25enne bengalese, ospite di un centro di accoglienza per migranti, è a processo per aver sgozzato nel sonno un coetaneo nella notte del 30 ottobre 2023. Le sue parole, pronunciate con freddezza, gelano il sangue: “Avevo voglia di ammazzarlo e l’ho ammazzato”. L’omicidio, avvenuto in un appartamento di via Faelli, è l’ennesimo segnale di un’immigrazione fuori controllo che trasforma i centri di accoglienza in teatri di violenza estrema.
Un delitto premeditato e brutale
Il fatto risale alla sera di lunedì 30 ottobre 2023, in un appartamento destinato all’accoglienza di richiedenti asilo nella zona di via Volturno. Il giovane bengalese, secondo le indagini della squadra mobile della Questura di Parma, avrebbe agito con premeditazione, sorprendendo la vittima mentre dormiva. Armato di un coltello, ha inflitto ferite mortali alla gola, lasciando la vittima senza scampo. Le autorità hanno descritto la scena come un “bagno di sangue”, con il corpo riverso in una pozza di sangue. Il movente? Una lite o screzi pregressi, ma le parole dell’assassino suggeriscono un impulso omicida tanto immotivato quanto spietato.
L’arresto e le condizioni dell’assassino
Dopo il delitto, il 25enne bengalese è fuggito, ma è stato rintracciato poche ore dopo dai carabinieri vicino all’Ospedale Maggiore, in stato confusionale. Le autorità hanno ipotizzato che l’aggressore soffrisse di disturbi psichici, ma questo non ha attenuato l’orrore del gesto. Portato in Questura, è stato formalmente accusato di omicidio e trasferito nel carcere di Poggioreale. Durante gli interrogatori, ha ammesso il crimine con una freddezza disarmante, confermando la sua totale mancanza di rimorso. La cooperativa che gestisce la struttura ha dichiarato di non aver mai rilevato segnali di pericolo, ma il caso solleva gravi interrogativi sulla sicurezza nei centri di accoglienza.
Centri di accoglienza: bombe a orologeria
L’omicidio di via Faelli non è un episodio isolato. I centri di accoglienza, pensati per ospitare migranti in attesa di asilo, si stanno trasformando in focolai di violenza. In diverse città italiane, le cronache riportano accoltellamenti, risse e omicidi tra ospiti, spesso legati a tensioni personali o culturali. La struttura di via Faelli ospitava diversi migranti, molti dei quali con background problematici. La mancanza di controlli rigorosi e di valutazioni psicologiche adeguate permette a individui pericolosi, come il 25enne bengalese, di convivere con altri, mettendo a rischio vite umane.
L’immigrazione incontrollata e il fallimento dell’accoglienza
Questo delitto è un campanello d’allarme. L’arrivo di migliaia di migranti, spesso senza un’adeguata verifica dei loro trascorsi, sta creando un’emergenza sicurezza. Il 25enne bengalese, come molti altri, era stato accolto come richiedente asilo, ma il suo gesto dimostra che l’integrazione è un’illusione. I centri di accoglienza, invece di essere luoghi di speranza, sono sempre più ghetti di degrado dove la violenza esplode senza preavviso. La tragedia di Parma è solo l’ultimo capitolo di una serie di episodi che vedono migranti protagonisti di crimini efferati, da rapine a omicidi.
È ora di agire: tolleranza zero
I cittadini di Parma, e dell’Italia intera, non possono più accettare questa spirale di violenza. Serve una chiusura immediata delle frontiere e un sistema di espulsioni rapide per chi commette reati, senza eccezioni. I centri di accoglienza devono essere sottoposti a controlli stringenti, con valutazioni obbligatorie per identificare soggetti a rischio. Il 25enne bengalese che ha sgozzato un coetaneo non è un’eccezione, ma il prodotto di un sistema fallimentare che mette gli italiani in pericolo. Basta con l’accoglienza indiscriminata: è tempo di proteggere il nostro Paese e di dire basta al caos!
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