‘Rischio attentati islamici’: multa di 300 euro per il burqa

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By V giugno 24, 2025 15:39

‘Rischio attentati islamici’: multa di 300 euro per il burqa

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Trino Dice No al Niqab: Giusta la Multa, Ma Serve l’Espulsione per Fermare l’Islamizzazione


TRINO DICE NO AL NIQAB: GIUSTA LA MULTA, MA SERVE L’ESPULSIONE PER FERMARE L’ISLAMIZZAZIONE

Una decisione coraggiosa scuote Trino, piccolo comune del Vercellese, dove il sindaco Daniele Pane ha firmato un’ordinanza che vieta il niqab, il burqa e qualsiasi indumento che nasconda il volto nei luoghi pubblici. Con multe da 100 a 300 euro per i trasgressori, il provvedimento è un passo nella giusta direzione per tutelare la sicurezza e l’ordine pubblico, ma non basta. Per proteggere l’identità italiana e fermare l’islamizzazione del nostro territorio, lo Stato deve andare oltre: invece di semplici sanzioni, serve l’espulsione immediata di chi sfida i nostri valori. E, in ultima analisi, l’unico modo per evitare che l’Islam prenda piede è azzerare l’immigrazione musulmana regolare.

Un divieto necessario per la sicurezza

Il sindaco Pane, con la sua ordinanza del 24 giugno 2025, ha risposto a un’esigenza sempre più pressante: garantire la sicurezza in un contesto internazionale segnato da instabilità e minacce. L’ordinanza vieta niqab, burqa, passamontagna, maschere integrali e caschi con visiera oscurata in tutti i luoghi pubblici o aperti al pubblico, con l’eccezione dei motociclisti durante la guida. Chi viola la norma rischia una sanzione fino a 300 euro, la rimozione dell’indumento e l’identificazione da parte delle forze dell’ordine. Come ha spiegato Pane, “il riconoscimento visivo nei luoghi pubblici è un presidio essenziale di legalità e convivenza civile”. In un’epoca di crescenti rischi terroristici, il volto coperto rappresenta un pericolo concreto, rendendo impossibile identificare potenziali minacce.

Non solo sicurezza: una battaglia per i valori italiani

Il divieto di niqab e burqa non è solo una misura di sicurezza, ma un’affermazione di principi fondamentali: libertà, uguaglianza e dignità, soprattutto per le donne. Questi indumenti, simbolo di oppressione in molte culture islamiche, sono incompatibili con i valori occidentali che Trino e l’Italia rappresentano. Consentire il loro uso significherebbe accettare un passo verso l’islamizzazione della nostra società, dove le donne sono nascoste e private della loro identità. Pane lo ha detto chiaramente: questo provvedimento difende la dignità della persona. Ma una multa, per quanto simbolica, non è sufficiente a contrastare un fenomeno culturale che si radica attraverso l’immigrazione di massa.

Le multe non bastano: serve l’espulsione

Sebbene l’ordinanza di Trino sia un segnale positivo, lo Stato deve fare di più. Una sanzione da 100 a 300 euro è poco più che un fastidio per chi indossa niqab o burqa come atto di sfida culturale. Chi rifiuta di rispettare le leggi italiane, imponendo simboli di una visione del mondo estranea, non dovrebbe essere semplicemente multato, ma espulso. L’espulsione inviare un messaggio inequivocabile: l’Italia non tollera chi mina i suoi valori fondamentali. Senza un’azione drastica, il rischio è che questi indumenti diventino sempre più comuni, normalizzando pratiche che erodono la nostra identità e aprono la porta a ulteriori richieste islamiche, come la sharia o la segregazione di genere.

Analisi sociologica: l’immigrazione musulmana come minaccia culturale

L’importazione di giovani maschi e famiglie musulmane, spesso provenienti da contesti con valori inconciliabili con quelli occidentali, sta alterando il tessuto sociale italiano. La presenza di simboli come niqab e burqa non è un fatto isolato, ma parte di un processo più ampio di islamizzazione. Questi indumenti, indossati soprattutto da donne sotto pressione familiare o culturale, segnalano una resistenza all’integrazione e un’imposizione di norme estranee. Le comunità locali, come quella di Trino, si sentono minacciate da una cultura che sembra voler imporre la propria supremazia, erodendo la coesione sociale. La competizione culturale si intensifica quando l’immigrazione regolare permette l’ingresso di persone che non intendono adattarsi, creando enclavi dove le leggi italiane sono ignorate.

Azzerare l’immigrazione musulmana regolare: l’unica soluzione

Le ordinanze locali, come quella di Trino, sono un primo passo, ma non risolvono il problema alla radice. L’Italia non può continuare a permettere l’ingresso di immigrati musulmani regolari che, una volta arrivati, impongono pratiche come il niqab o il burqa, sfidando la nostra cultura. L’unico modo per fermare l’islamizzazione è azzerare l’immigrazione musulmana regolare. Non si tratta di discriminazione, ma di sopravvivenza culturale: le società multiculturali, come dimostrano altri Paesi europei, finiscono per cedere sotto il peso di valori incompatibili. Chiudere le frontiere a nuove entrate musulmane, combinando questa misura con espulsioni per chi viola le norme come il divieto di niqab, è l’unica strada per preservare l’identità italiana e garantire un futuro di libertà.

Un esempio da seguire, ma con più coraggio

Trino ha dato il buon esempio, ma il governo deve prendere in mano la situazione. Il divieto di niqab e burqa deve diventare una norma nazionale, accompagnata da pene severe come l’espulsione, non semplici multe. Gli italiani meritano di vivere in un Paese dove la sicurezza e i valori fondamentali non siano negoziabili. L’ordinanza di Pane è un grido di resistenza contro l’islamizzazione, ma senza un’azione decisa dello Stato, resterà una goccia nell’oceano. È tempo di dire basta: niente più niqab, niente più burqa, e niente più immigrazione che mette a rischio la nostra civiltà. L’Italia deve restare italiana!


‘Rischio attentati islamici’: multa di 300 euro per il burqa ultima modifica: 2025-06-24T15:39:09+00:00 da V
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