Mohamed lo sgozza davanti a scuola: non può essere processato
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MARSEILLE, SCANDALO INAUDITO: ASSASSINO DI ALBAN GERVAISE SCAGIONATO, GIUSTIZIA TRADITA!
Un’onta insopportabile si abbatte sull’Italia e sulla Francia: la camera di appello di Aix-en-Provence ha dichiarato Mohamed L., il barbaro che il 10 maggio 2022 ha sgozzato il medico militare Alban Gervaise davanti ai suoi figli a Marseille, penalmente irresponsabile! Oggi, 25 giugno 2025, questo mostro evita il processo e la prigione, destinato invece a un ospedale psichiatrico. È una decisione che sconvolge ogni senso di giustizia: un padre di famiglia, accoltellato a morte con oltre dieci colpi, incluso al cuore, merita vendetta, non questa ignominia! La vedova Christelle Gervaise trema al pensiero che il suo assassino possa un giorno tornare libero, e con lei l’intera comunità europea si chiede: dove siamo arrivati?
Un massacro davanti ai figli innocenti
La brutalità di quel 10 maggio 2022 rimane impressa nella memoria. Alban Gervaise, 40 anni, medico militare e padre devoto, attendeva i suoi figli di 3 e 7 anni all’uscita della scuola cattolica Sévigné a Marseille, con la figlia di 20 mesi in auto. Mohamed L., un 24enne con trascorsi di spaccio, lo ha aggredito con ferocia inaudita: lo ha inseguito per venti metri, lo ha spinto contro un lauro e lo ha colpito ripetutamente con un coltello, fino a spezzarne la lama. Gervaise è morto dopo 17 giorni di agonia in rianimazione, lasciando orfani tre bambini. Un’ora prima, lo stesso assassino aveva tentato di aggredire un’insegnante in un’altra scuola cattolica. Questo non è un folle isolato: è un pericolo che la giustizia ha deciso di coccolare!
Irresponsabile per “bouffée délirante” e cannabis?
La camera di appello ha accolto tre perizie psichiatriche che dichiarano Mohamed L. non imputabile, citando una “bouffée délirante aiguë” legata a un possibile inizio di schizofrenia e all’uso di cannabis. Durante l’arresto, gridava: “Laissez-moi le finir, au nom de Dieu. Je vais le finir. C’est le diable”, ammettendo di aver inferto “trenta colpi”. Ma queste scuse sono un insulto alla memoria di Gervaise! La cannabis e la schizofrenia non giustificano un’azione premeditata e feroce: questo è un assassino che ha agito con odio, forse ispirato da ideologie estremiste, e la giustizia lo lascia impunito, relegandolo in un letto d’ospedale anziché in una cella. È un tradimento verso la vittima e la sua famiglia!
Analisi sociologica: l’immigrazione fuori controllo
Il caso di Mohamed L. è l’ennesimo frutto avvelenato dell’immigrazione incontrollata. Giovani maschi come lui, spesso con problemi psichici amplificati da droghe, entrano in Europa senza filtri adeguati, portando
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