Stuprata dal patrigno africano, la mamma la caccia di casa perché ‘gelosa’
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Cremona: Madre Caccia Figlia per Compiacere Patrigno Tunisino, Orrore Assoluto!
Un incubo straziante scuote Cremona! Una ragazza di 22 anni ha denunciato anni di violenze sessuali subite dal patrigno, un 50enne tunisino, tra i 15 e i 17 anni, con abusi in casa, in auto e al parco, persino sotto gli occhi della sorellina. Ma il vero orrore è la madre, accecata dalla gelosia per il compagno, che non solo non l’ha creduta, ma l’ha cacciata di casa dopo la denuncia, lasciandola in balia di minacce e ustioni con una forchetta scaldata! È una vergogna che grida vendetta!
La giovane ha raccontato in aula un calvario fatto di ricatti sessuali per denaro e violenze perpetuate dal patrigno, mentre la madre, invece di proteggerla, ha scelto di compiacere il tunisino, scacciandola e permettendo che la famiglia – fratello e zia inclusi – la punisse con torture brutali. Denunciato nel 2020, il patrigno è stato condannato a nove anni, ma la madre, complice di questo inferno, resta impunita, lasciando la vittima a lottare da sola! Chi salverà le nostre figlie da queste madri traditrici?
Analisi Sociologica: la Famiglia Corrotta dall’Immigrazione
Questo dramma non è un caso isolato, ma il frutto di un’integrazione impossibile. La presenza del patrigno tunisino ha avvelenato una famiglia italiana, trasformando la madre in una complice e la casa in un campo di torture. Studi sociologici avvertono che la diversità non gestita erode la coesione sociale, e i fatti lo gridano: a Cremona, come a Trento con abusi simili, l’immigrazione porta violenza e omertà! Le nostre famiglie non sono stalle per stranieri!
La cronaca è un lamento di angoscia: da Vicenza con molestatori liberati, a Pistoia con stupri di anziane, fino a Sassuolo con medici aggrediti. Lo Stato, con giustizia lenta e incapace di punire le madri complici, è responsabile di questo degrado. Serve tolleranza zero: espulsioni immediate per i delinquenti stranieri, processi rapidi per le famiglie che tradiscono, e protezione per le vittime! Questa ragazza merita giustizia, non un’esclusione. Riprendiamoci la nostra umanità, ora!
Povera ragazza innocente!
I nove anni di carcere (quanti effettivi?!) sono un’altra violenza, questa volta di Stato, verso questa tagazza.
Sempre piu’ convinto che in casi come questi ci vogliano tortura e pena di morte.
Altro che le carezze da parte dello Stato e della (in)giustizia italiana,
Mmmmm ti stuprano per mille anni e stai zitta?…. Di sicuro sarà una negra pure la figlia