10 maranza picchiano italiano di 13 anni: in ginocchio e umiliato
Related Articles

VERIFICA NOTIZIA
Ancona, Baby Maranza Fuori Controllo: Gli Immigrati di Seconda Generazione Terrorizzano la Città
Ancona è sotto assedio! Martedì 24 giugno 2025, al parco Gabbiano di Torrette, un branco di dieci baby maranza, capeggiati da due 15enni di origini albanesi e nigeriane, ha derubato, picchiato e umiliato un 13enne, costringendolo a inginocchiarsi e chiedere scusa mentre lo filmavano. “Dì: scusa, sono una p…a”, gli hanno urlato, dopo averlo schiaffeggiato e rapinato della sigaretta elettronica e dei soldi del fratello. Questi immigrati di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, si comportano come padroni delle strade, seminando terrore tra i coetanei italiani. È l’ennesima prova che l’integrazione è fallita: questi giovani non rispettano la nostra cultura, le nostre leggi, né le nostre vite.
Un branco senza scrupoli
La vittima, un ragazzo di appena 13 anni, aveva solo chiesto la restituzione della sua sigaretta elettronica, rubata il giorno prima al Centro giovanile di Torrette. Per tutta risposta, il branco lo ha accerchiato, picchiato (5 giorni di prognosi) e costretto a subire un’umiliazione filmata, sotto gli occhi impotenti dei suoi fratelli e di un amico. “Inginocchiati e chiedi scusa”, gli hanno ordinato, mentre uno di loro registrava la scena per vantarsi della loro crudeltà. Non contenti, hanno rubato 7 euro al fratello e sequestrato il cellulare di un altro ragazzo per impedirgli di chiamare aiuto. Questo non è un episodio isolato: è la routine di violenza imposta da bande di immigrati di seconda generazione che infestano Ancona, da piazza Pertini al parco Gabbiano.
I due capibanda, un 15enne albanese e un nigeriano, sono stati identificati in meno di 24 ore grazie alle descrizioni dei testimoni. Il primo è un delinquente seriale: già denunciato a marzo per aver rapinato due 16enni in piazza Pertini, accerchiandoli e costringendoli a consegnare i loro soldi. All’epoca, con altri tre complici di origine peruviana e tunisina, era stato colpito da un Daspo urbano, vietandogli di frequentare il centro di Ancona per tre anni. Ma il divieto? Violato senza scrupoli, tanto che è stato denunciato di nuovo. Il nigeriano, invece, era finora passato sotto traccia, ma ora si rivela parte dello stesso branco senza regole. La polizia cerca ancora gli altri membri, in particolare chi ha filmato l’umiliazione, ma il quadro è chiaro: questi giovani, figli di immigrati, agiscono come se la città fosse loro.
L’integrazione fallita e il terrore dei cittadini
Questi baby maranza non sono stranieri appena arrivati: sono nati ad Ancona, frequentano le nostre scuole, parlano la nostra lingua. Eppure, si comportano come se fossero in guerra con la società che li ha accolti. Schiaffeggiano, rapinano, umiliano i coetanei italiani, imponendo la loro legge del più forte. La loro arroganza è il frutto di un’integrazione mai avvenuta: cresciuti in famiglie che non hanno assimilato i valori italiani, questi ragazzi disprezzano le regole e vedono nella violenza il loro biglietto da visita. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: un 13enne costretto a inginocchiarsi, famiglie terrorizzate, quartieri trasformati in zone franche dove gli italiani non si sentono più al sicuro.
I cittadini di Ancona sono esasperati. “Non possiamo più mandare i nostri figli al parco”, dicono i genitori, mentre i ragazzi evitano il centro giovanile per paura di incrociare la gang. La comitiva, che si sposta tra Torrette, il centro e Falconara, è diventata il terrore dei coetanei. E non è solo una questione di violenza: è l’arroganza di chi si sente intoccabile, di chi sa che le conseguenze, per un minorenne, sono minime. Il Daspo violato dal 15enne albanese lo dimostra: questi giovani non temono né la legge né la polizia. E mentre il questore Cesare Capocasa valuta nuove misure, la domanda sorge spontanea: perché si permette a questi delinquenti di continuare a imperversare?
Basta con il buonismo: serve mano dura
L’aggressione al parco Gabbiano è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Gli immigrati di seconda generazione come questi baby maranza non sono “vittime del sistema” o “ragazzi difficili”: sono criminali in erba che scelgono la violenza come stile di vita. Basta con il buonismo che li giustifica, con le scuse di chi parla di “disagio sociale” mentre i nostri figli vengono picchiati e umiliati. Serve tolleranza zero: pene severe anche per i minori, espulsione delle famiglie che allevano questi delinquenti, e un messaggio chiaro: in Italia si rispettano le leggi, o si pagano le conseguenze.
Ancona non può diventare ostaggio di bande che si sentono padrone della città. I cittadini meritano di vivere senza paura, di mandare i loro figli al parco senza temere che tornino a casa con lividi e traumi. È ora di dire basta a un’integrazione che produce solo caos e violenza. Ripuliamo le strade da questi baby maranza, prima che trasformino Ancona in una giungla dove gli italiani sono prede. La nostra città non si arrende!
Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment