Inseguita dai migranti a Macerata: volevano farla a pezzi come Pamela?
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Poteva essere un’altra Pamela Mastropietro.
Potrebbero essere i medesimi stranieri che hanno violentato, ucciso e fatto a pezzi Pamela.
Sì, perché la procura non ha mai investigato veramente sui complici del nigeriano Innocent Oseghale, nonostante chiari indizi ed esposti… pic.twitter.com/uJhoUnuwhJ
— Francesca Totolo (@fratotolo2) June 28, 2025
Basta Silenzio, Basta Violenza: Macerata Sotto Assedio degli Immigrati Criminali
Un’altra notte di terrore a Macerata, un’altra giovane vita spezzata dalla brutalità di un’aggressione che richiama i peggiori incubi della nostra città. Una ragazza, poco più che ventenne, è stata inseguita, aggredita e ferita nella zona tra corso Cavour, piazza Garibaldi e viale Puccinotti, in quello che appare sempre più come un agguato a sfondo sessuale. Ora è ricoverata in ospedale, mentre la polizia brancola nel buio, affidandosi alle telecamere di videosorveglianza per identificare l’autore: uno straniero, probabilmente non solo, spalleggiato da complici. E il pensiero corre inevitabilmente a Pamela Mastropietro, la giovane violentata, uccisa e fatta a pezzi da un nigeriano, Innocent Oseghale, in un caso che ancora grida giustizia.
È inaccettabile, è intollerabile.
Macerata è ostaggio di una criminalità importata che sembra agire indisturbata, mentre le autorità si limitano a raccogliere immagini e fare rilievi. Le stesse autorità che, nel caso di Pamela, hanno clamorosamente fallito, ignorando indizi e denunce, come quelle di Alessandra Verni, madre della vittima, che ha più volte chiesto indagini serie sui complici di Oseghale. E ora? Siamo di fronte agli stessi mostri? È questa la domanda che tormenta i cittadini, mentre la paura si fa strada nelle strade un tempo sicure della nostra città.
L’aggressione, avvenuta alle 3 del mattino, è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. La giovane è stata braccata come una preda, aggredita con una ferocia che lascia sgomenti. Le lesioni riportate parlano chiaro: non è stato un episodio isolato, ma un atto premeditato, forse orchestrato da una banda. E mentre la vittima lotta in ospedale, la polizia scientifica setaccia una panchina a viale Puccinotti, come se una panchina potesse raccontare l’orrore di una città sotto assedio.
Le telecamere, unico baluardo contro l’impunità, potrebbero inchiodare l’aggressore e i suoi complici. Ma non basta. Non possiamo continuare a delegare la nostra sicurezza a filmati sgranati, mentre le istituzioni tacciono e i colpevoli restano a piede libero. La procura, che già in passato ha chiuso gli occhi di fronte a evidenti complicità, deve agire con decisione. Non possiamo permetterci un altro caso Pamela, non possiamo permettere che Macerata diventi il teatro di una violenza senza fine.
La verità è scomoda, ma va detta: l’immigrazione incontrollata ha portato nelle nostre strade un’ondata di criminalità che minaccia la nostra sicurezza e il nostro futuro. Non è razzismo, è realtà. È la realtà di una ragazza aggredita nella notte, di una madre che piange la figlia massacrata, di una città che non si riconosce più. Basta con il buonismo, basta con il silenzio complice. È ora di dire basta a questa invasione di violenza, di pretendere giustizia e di proteggere i nostri cittadini. Macerata non può diventare una terra di nessuno. Non lo permetteremo.
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