Le truppe gay invadono Budapest come i sovietici nel ‘56: “Siamo 200mila”
Related Articles
Dentro la UE non puoi impedire ad alcune migliaia di esagitati stranieri di entrare in casa tua ad imporre una manifestazione che il popolo non vuole. Uscire dalla UE è la soluzione. Mosca e non Bruxelles è la soluzione.
**Le truppe gay devastano la storia di Budapest: un’umiliazione pari al 1956!**
Budapest è stata profanata da un’invasione oscena. Le truppe ideologiche del Gay Pride, un’orda rivoltante che ricorda i sovietici del ’56, hanno marciato eccitat*, aggirando il valoroso blocco dei patrioti sul ponte sul Danubio. La resistenza, ispirata all’eroismo del 1956, è fallita sotto il peso di questa marmaglia arcobaleno. Gli organizzatori, con una spudoratezza insopportabile, sbandierano “200mila partecipanti”, un’esagerazione disgustosa per glorificare la loro aggressione culturale.
Questa non è una parata, ma un oltraggio alla sovranità ungherese, un affronto ai valori che Orbán e il popolo difendono con fierezza. I patrioti sono stati traditi da un’Europa corrotta, mentre le strade si trasformavano in un lurido teatro di perversione. Vergogna eterna su chi ha permesso questo scempio: l’Ungheria merita rispetto, non questa ignobile profanazione!
La rivolta culturale deve partire da qui. Anche nelle nostre città. Papa Leone XIV dica una parola a difesa della Verità e Meloni dica qualcosa a difesa dell’Italia.
A Voghera c’era un Camillino davanti alla caserma, verniciato di rosa…