Toga rossa impedisce espulsione africano che minaccia sua figlia: Meloni ne fa entrare altri 500mila
Related Articles
**Toghe rosse e porte aperte: Meloni minacciata, ma spalanca l’Italia a mezzo milione di immigrati**
Un immigrato camerunense, Ibii Ngawang, 27 anni, minaccia in un video osceno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la sua figlia di nove anni, Ginevra. Si vanta di vivere a scrocco, di non pagare affitto e di “scopare le ragazze italiane”. Un oltraggio che meriterebbe un’espulsione immediata. Invece, la giudice Silvia Albano, esponente di spicco di Magistratura Democratica, corrente di sinistra della magistratura, blocca il decreto di espulsione firmato dal ministro Piantedosi. Secondo Albano, minacciare una bambina non è “una minaccia grave”. L’udienza? Rimandata a dicembre, lasciando Ngawang libero di restare in Italia.
Africano irride Polizia e minaccia Meloni: “Meloni, ho saputo che hai una bella figlia” Video via @fratotolo2 pic.twitter.com/YHfpTYy8XG
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) April 19, 2025
Questa vicenda svela una giustizia piegata a un’agenda ideologica che protegge i violenti e ignora le vittime. Ma il paradosso è ancora più grave. Mentre le toghe rosse sabotano le espulsioni, Meloni, la stessa premier minacciata, apre le porte a mezzo milione di immigrati. Il suo governo, eletto per fermare l’immigrazione incontrollata, ha previsto l’ingresso di 500.000 lavoratori stranieri per le esigenze del mercato. Una scelta che, seppure motivata economicamente, stride con la promessa di sicurezza.
Meloni all’opposizione definiva 500mila immigrati in 3 anni una invasione pianificata e voluta. E aveva ragione. Ieri ha firmato il secondo decreto flussi per 500mila immigrati in 3 anni. Si chiama sostituzione etnica. pic.twitter.com/58JHEFTQwx
— CriminImmigr*ti (@CriminImmigratl) July 1, 2025
Le minacciano la figlia, la magistratura rossa impedisce di cacciare i pochi pericolosi, e Meloni che fa? Accoglie centinaia di migliaia di nuovi arrivi. È una contraddizione sconcertante. Ngawang, che ha persino chiesto scusa (come se bastasse), resta in Italia grazie ad Albano, mentre il piano del governo rischia di attirare altri come lui. La giudice, con un passato nella gioventù comunista, non è nuova a queste mosse: ha già bloccato i rimpatri in Albania, definendo l’accordo con Tirana “irrealizzabile”.
Il risultato? Una giustizia che difende chi minaccia e un governo che, invece di serrare i confini, li spalanca. Gli italiani si chiedono: dov’è la coerenza? Se chi attacca la figlia del premier resta impunito, come si può fermare l’ondata migratoria? Mezzo milione di ingressi, con una magistratura che vanifica ogni espulsione, è una resa. Serve una riforma che strappi la giustizia alle toghe ideologizzate e una politica migratoria che metta l’Italia al primo posto. Altrimenti, a pagare saranno sempre i cittadini, mentre i Ngawang restano e le toghe rosse esultano.
Visto che siete amici leghistiCI chiedete a salvikkio, o ma tu che cazzo fai?, pensi allo stipendio di fine mese?
Li sono tutti complici si salva solo berlusssskkonA, ma solo perché è morto!