Dazi mettono a nudo il tradimento della sovranità italiana: siamo servi di Bruxelles
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**I dazi mettono a nudo il tradimento della sovranità italiana: la UE ci riduce a servi**
La questione dei dazi, con l’annuncio di Donald Trump del 10 luglio 2025 di imporre tariffe del 30% su beni europei dal 1° agosto, mette ancora una volta in evidenza la perdita di sovranità nazionale dell’Italia a favore dell’UE. La primazia delle leggi europee, che sovrasta la nostra Costituzione, è un’aberrazione incostituzionale: se avessimo una Corte Costituzionale non ideologicamente corrotta, questo scandalo sarebbe già stato denunciato. Eppure, le nostre classi egemoni – prostituite al globalismo – hanno consumato un tradimento ogni giorno più evidente: il principio della “prevalenza del diritto europeo”. Uno dei motivi per il quale i cittadini italiani non possono decidere del proprio futuro.
Questa formula non è un dettaglio tecnico: è la riduzione del nostro Parlamento e, di conseguenza della nostra democrazia, a mera pantomima di ordini che arrivano dall’estero, in sostanza la sua abolizione. Significa che il popolo italiano non può scrivere le proprie leggi. Queste, invece, vengono decise da nomenclature non elette a Bruxelles. È un’offesa intollerabile, un’umiliazione che il mondo dei giuristi italiani accetta con un conformismo disgustoso, unendosi in devozione al “piatto di lenticchie” elargito dal potere. Prima della perdita della sovranità monetaria, prima della perdita della sovranità di governo, viene la perdita dell’essenza stessa della sovranità: il diritto di fare le nostre leggi. Anche in contrasto con quelle UE. Si chiama Primazia Nazionale ed è l’architrave di una democrazia: se non puoi legiferare, non sei una democrazia.
L’Italia, con un surplus commerciale di 42,1 miliardi di euro con gli Usa nel 2023 (dati Eurostat) e un export di 67,3 miliardi a rischio con i dazi, avrebbe bisogno di negoziare direttamente con Trump, come farà Giorgia Meloni a Washington il 16 aprile. Ma l’UE, con la sua primazia, ci lega mani e piedi, esponendoci a un negoziato che tutela la Germania (surplus di 85,8 miliardi) a scapito nostro. Questo non è solo un danno economico: è un attacco alla nostra identità. Ricordatelo: il tradimento delle classi dirigenti ci ha ridotti a vassalli, e la Consulta, corrotta da ideologie globaliste, tace.
È tempo di spezzare queste catene e reclamare il nostro diritto a essere un popolo libero. Con ogni mezzo. La UE è lo strumento del Male.
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