Magistratura fuori controllo, a processo 6 militari: non abbastanza veloci a raccattare clandestini
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C’è un piano eversivo per smantellare i confini italiani e consegnare l’Italia a potenze straniere. Serve una presa di coscienza che il nemico è all’interno dello Stato e lavora per lo straniero. La Magistratura Colpisce Ancora: Militari Processati per Non Essere i Tassisti dei Clandestini
**La Magistratura Colpisce Ancora: Militari Processati per Non Essere i Tassisti dei Clandestini**
Rinviati a giudizio sei militari, quattro della guardia di finanza e due della guardia costiera, coinvolti nell'inchiesta sul naufragio del barcone dei #migranti a Cutro: contestati i reati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo.
Ormai siamo in guerra. pic.twitter.com/n9fyiEgvCN
— Francesca Totolo (@fratotolo2) July 21, 2025
È uno schiafo, un’indecenza, un attacco frontale al buonsenso e alla sovranità nazionale. Ancora una volta, la magistratura italiana si prostra ai piedi dell’ideologia dell’accoglienza senza limiti, brandendo la toga come un’arma contro chi difende i confini e il diritto. La notizia è di quelle che fanno ribollire il sangue: sei militari, quattro della Guardia di Finanza e due della Guardia Costiera, sono stati rinviati a giudizio per il naufragio di un barcone di clandestini a Cutro. I reati contestati? Naufragio colposo e omicidio colposo plurimo. Avete letto bene: militari italiani devono rispondere in tribunale perché, secondo qualche giudice, non sarebbero corsi abbastanza in fretta a “salvare” un gruppo di clandestini che hanno pagato 10.000 euro a testa agli scafisti per invadere l’Italia.
Ma stiamo scherzando? È questo il ringraziamento che riserviamo a chi serve lo Stato? Processare chi protegge i nostri confini perché non ha fatto il maggiordomo per chi viola le nostre leggi? Questi migranti, e chiamiamoli per quello che sono, clandestini, non sono naufraghi sfortunati in balia delle onde. Sono persone che consapevolmente hanno scelto di finanziare un sistema criminale, pagando cifre astronomiche a trafficanti di esseri umani per entrare illegalmente in Italia. E ora, invece di puntare il dito contro gli scafisti, contro le ONG che lucrano su questo traffico, contro un sistema internazionale che permette queste migrazioni selvagge, la magistratura se la prende con i nostri militari. È un’aberrazione.
Questi sei uomini in divisa non sono criminali. Sono servitori dello Stato, costretti a operare in un contesto caotico, con risorse limitate e sotto la pressione di un’Europa ipocrita che predica accoglienza ma chiude gli occhi davanti al disastro. Contestare loro “naufragio colposo” e “omicidio colposo” è una perversione della giustizia. Come si può parlare di colpa quando il vero crimine è il business degli scafisti, che mandano barconi fatiscenti in mare aperto, sapendo che rischiano di affondare? Come si può accusare chi cerca di arginare un’invasione incontrollata, mentre la politica tace e i giudici giocano a fare gli eroi della solidarietà?
Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di una magistratura che ha perso il contatto con la realtà, che si erge a moralizzatrice suprema, calpestando il senso di giustizia degli italiani. Non si tratta di mancanza di umanità: si tratta di difendere il diritto di un Paese a non essere sommerso da flussi migratori incontrollati. Gli italiani sono stanchi di vedere i loro militari trattati come delinquenti, mentre i veri responsabili, gli scafisti e chi li finanzia, continuano a prosperare indisturbati.
Basta con questa farsa. La magistratura la smetta di perseguitare chi fa il proprio dovere e inizi a occuparsi di chi davvero mette a rischio vite umane: i trafficanti, le ONG complici, e un sistema che incentiva l’immigrazione clandestina. Processare i militari per non aver fatto da taxi ai clandestini è uno schiaffo in faccia a ogni cittadino che crede ancora nello Stato di diritto. Sveglia, Italia: o ci riprendiamo la nostra sovranità, o ci ritroveremo a chinare il capo davanti a ogni barcone che approda sulle nostre coste.
**Vergogna.**
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