Distrutta opera in memoria Pamela Mastropietro
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### Doppiopesismo schifoso: la sinistra piange Matteotti e ignora Pamela Mastropietro
Mentre la sinistra urla al fascismo per la targa di Matteotti infranta a Roma, tutti tacciano sull’ennesima distruzione dell’installazione commemorativa dedicata a Pamela Mastropietro, situata a Macerata davanti al palazzo dove la 18enne venne stuprata, uccisa e fatta a pezzi. pic.twitter.com/yjfrWPbdtU
— Francesca Totolo (@fratotolo2) July 22, 2025
Roma/Macerata, 22 luglio 2025 – Mentre la sinistra strilla al “fascismo” per la targa di Giacomo Matteotti infranta a Roma, un silenzio assordante avvolge l’ennesima profanazione dell’installazione commemorativa dedicata a Pamela Mastropietro, brutalmente stuprata, uccisa e fatta a pezzi nel 2018 a Macerata. La lapide di Matteotti, danneggiata sul lungotevere Arnaldo da Brescia, ha scatenato un coro di indignazione tra i paladini del politicamente corretto, pronti a gridare alla “minaccia democratica”. Ma nessuno fiata sull’oltraggio ripetuto alla memoria di Pamela, situata in via Spalato 124, proprio davanti al palazzo dove un immigrato nigeriano, Innocent Oseghale, ha trasformato la sua vita in un incubo di sangue e orrore.
Pamela, 18enne romana, fu massacrata il 30 gennaio 2018: violentata, accoltellata, smembrata e abbandonata in due trolley. La targa, installata ai Giardini Diaz per ricordarla, è stata vandalizzata più volte, l’ultima segnalata dalla madre Alessandra Verni appena due giorni fa, senza che le istituzioni muovano un dito. “Mi chiedo: a cosa servono gli eventi commemorativi se tutto viene distrutto nell’indifferenza?”, ha scritto la donna, implorando il Comune di Macerata di intervenire. Ma il silenzio delle autorità e della sinistra è tombale: nessun corteo, nessuna indignazione, nessun tweet virale. Eppure, qui non si tratta di un simbolo politico, ma di una giovane vita spezzata da un’immigrazione fuori controllo.
La sinistra, con la sua ipocrisia schifosa, piange Matteotti e ignora Pamela perché il suo assassino non è un fascista, ma un immigrato. Oseghale, condannato all’ergastolo, è il volto di un’invasione che porta violenza e morte, ma i buonisti preferiscono urlare contro un passato lontano piuttosto che affrontare la realtà di oggi. La targa di Pamela, distrutta davanti al luogo del delitto, è un insulto che grida vendetta, un simbolo calpestato da chi non vuole vedere la verità: l’Italia è ostaggio di un’immigrazione selvaggia che ci sta distruggendo.
Basta con questa farsa! Serve un giro di vite: espulsioni immediate per chi delinque, chiusura delle frontiere, pene severe per i vandali che profanano la memoria delle vittime. Pamela meritava rispetto, non indifferenza. La sinistra smetta di fare la morale e affronti il problema, o sarà complice di questo scempio. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi.
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