Un nuovo caso Ramy: carabinieri indagati per avere inseguito ladri in fuga
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Ci risiamo.
Carabinieri contro toghe rosse: criminali stranieri hanno diritto alla fuga?
**Ci risiamo: Carabinieri indagati per aver inseguito criminali in fuga. Le toghe rosse sanciscono il “diritto alla fuga”?**
Ascoli Piceno, 27 luglio 2025 – Ancora una volta, i carabinieri finiscono nel mirino della magistratura per aver fatto il loro dovere. La Procura di Ascoli ha aperto un’indagine per lesioni personali gravi, ipotizzando un “eccesso colposo” nelle manovre di inseguimento, nei confronti di un militare del Comando provinciale coinvolto in un’operazione lo scorso 19 luglio. L’accusa sembra riecheggiare il controverso caso Ramy, dove il “diritto alla fuga” pare essere stato implicitamente avallato.
Tutto è iniziato quando una pattuglia, a bordo di un’auto civetta (una Renault Megane senza insegne), ha tentato di fermare una Fiat Idea sospetta nel centro di Ascoli. Il conducente, un 31enne, affiancato da un 54enne, ha ignorato l’alt dei carabinieri, dando il via a una fuga spericolata. I due hanno bruciato semafori rossi, imboccato contromano e compiuto manovre pericolose, mettendo a rischio la sicurezza pubblica. L’inseguimento si è concluso con un violento impatto tra l’auto dei fuggitivi e quella dei militari.
L’incidente ha avuto conseguenze gravi: il guidatore della Fiat Idea è stato sbalzato fuori dall’abitacolo, riportando ferite che richiedono 50 giorni di prognosi. Il passeggero, in condizioni più critiche, è stato elitrasportato all’ospedale Torrette di Ancona, dove rimane in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. I tre carabinieri coinvolti hanno subito lievi contusioni, guaribili in 10 giorni.
All’interno della Fiat Idea, i militari hanno rinvenuto oggetti di valore, presumibilmente provento di furti. I due fuggitivi, con precedenti per reati simili, sono stati denunciati a piede libero per ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Il conducente dovrà rispondere anche delle ferite riportate dal suo complice.
L’intervento dei carabinieri era partito da un controllo di routine su un veicolo sospetto, senza informazioni precise sugli occupanti o su eventuali attività illecite. La fuga improvvisa ha reso necessario l’inseguimento, ritenuto legittimo dalle fonti investigative. Eppure, il carabiniere alla guida è ora indagato, sollevando interrogativi su un sistema giudiziario che sembra penalizzare chi cerca di garantire la sicurezza pubblica.
Questo caso si aggiunge a una serie di episodi che vedono le forze dell’ordine sotto accusa per azioni svolte in servizio. Solo pochi giorni fa, un poliziotto è stato aggredito e ferito da un branco mentre cercava di sedare una rissa. La sensazione è che il messaggio delle “toghe rosse” sia chiaro: inseguire i criminali è rischioso, non solo per l’incolumità, ma anche per le conseguenze giudiziarie. Intanto, i cittadini si chiedono: chi tutela chi ci protegge?
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