Africano uccide bimbo che voleva stuprare: arrestato somalo sbarcato in Italia
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**Orrore Senza Fine: 29enne Somalo Arrestato in Germania per Torture e Omicidio di un Bambino – L’Italia Paghi il Prezzo della Sua Accoglienza**
Un’ombra di terrore si allunga sull’Italia e oltre: un 29enne somalo, sbarcato a Lampedusa nel 2023, è stato arrestato a Zweibruecken, in Germania, con l’accusa di aver torturato e ucciso un bambino, suo connazionale, con una coltellata alla gola. L’operazione, condotta congiuntamente dalla polizia tedesca e dagli investigatori dello SCO, dello SCICO e della Squadra Mobile di Palermo su delega della DDA del capoluogo siciliano, ha portato all’esecuzione di un mandato di cattura internazionale. Ma questo arresto, avvenuto il 30 luglio 2025, non è una vittoria: è l’ennesima prova del fallimento di un sistema che accoglie mostri e li lascia liberi di colpire.

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Le indagini, partite da una denuncia presentata a Palermo nel 2023 hanno rivelato un quadro raccapricciante. Il 29enne, secondo il denunciante, era un clandestino diventato kapò nella “safe house” di Bani Walid, in Libia, dove, su ordine dei trafficanti libici, manteneva l’ordine con percosse e torture per estorcere denaro alle famiglie dei migranti, precondizione per la traversata verso l’Italia. Il crimine più efferato emerge nella morte di un bambino: la piccola vittima si sarebbe ribellata a un tentativo di violenza sessuale che il somalo intendeva filmare per ricattare i familiari e spillare un riscatto. La sua resistenza è costata cara: una coltellata alla gola, un assassinio brutale che grida vendetta.
La denuncia è stata corroborata dalle testimonianze di altri migranti sbarcati sullo stesso barcone, e gli investigatori hanno tracciato il percorso del criminale analizzando gli indirizzi IP del suo profilo Facebook, che lo collegano a Bani Walid, all’Italia e infine alla Germania, dove è stato catturato. Ma la domanda sorge spontanea: come ha fatto questo mostro a vagare liberamente dopo essere entrato nel nostro Paese? L’Italia, con la sua politica di accoglienza a porte spalancate, ha permesso a un torturatore e assassino di transitare sul proprio territorio, un’onta che ricade su tutti noi.
Questo caso non è isolato. Ricordiamo il tunisino di Padova, il marocchino di Viareggio, il somalo che minacciava donne incinte a Salerno: un’escalation di crimini che dimostra come l’immigrazione incontrollata stia seminando violenza. La Germania ha fatto il lavoro sporco arrestandolo, ma l’Italia deve assumersi la responsabilità di averlo accolto. Basta con il buonismo! Espulsioni immediate per chi commette reati, chiusura delle frontiere e pene severe sono l’unica risposta. Non possiamo più tollerare che i nostri porti diventino passerelle per assassini!
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