“Dobbiamo ucciderlo prima”: la matriarca ha ucciso il figlio strangolandolo

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By V agosto 2, 2025 16:28

“Dobbiamo ucciderlo prima”: la matriarca ha ucciso il figlio strangolandolo

### “Dobbiamo ucciderlo”: La Pianificazione Shock della Madre e della Compagna nell’Omicidio di Alessandro Venier

In un caso che continua a sconvolgere l’Italia, emergono dettagli agghiaccianti sull’omicidio di Alessandro Venier, il 35enne di Gemona del Friuli (Udine) ucciso e smembrato in casa propria. Secondo le accuse, la madre Lorena Venier, 61 anni, e la compagna Mailyn Castro Monsalvo, 30 anni, avrebbero premeditato il delitto, con la giovane che avrebbe detto alla suocera: “L’unico modo per fermarlo è ucciderlo”. Le due donne, ora indagate per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal vincolo di parentela, hanno confessato, rivelando un piano orchestrato per porre fine alle presunte violenze domestiche subite da Mailyn e dalla bimba di sei mesi.

#### La Ricostruzione del Delitto: Narcotizzato e Strangolato con i Lacci delle Scarpe
L’omicidio si sarebbe consumato il 25 luglio scorso, nella villetta di località Taboga dove la famiglia conviveva. Secondo la confessione di Lorena Venier durante l’interrogatorio, Alessandro è stato prima narcotizzato: le due donne gli hanno somministrato farmaci sciolti in una limonata o, secondo altre versioni, un’iniezione di insulina, sfruttando le competenze infermieristiche della madre. Una volta reso inoffensivo, il giovane è stato strangolato con i lacci delle scarpe, un metodo che ha prolungato l’agonia e reso il delitto particolarmente efferato. Successivamente, il corpo è stato smembrato con un’ascia e occultato in un bidone coperto di calce viva, acquistata appositamente per mascherare l’odore e ritardare la scoperta.

Il movente, come ribadito da Lorena al gip di Udine durante l’udienza di convalida del fermo tenutasi il 2 agosto, ruota attorno alle presunte violenze di Alessandro nei confronti della compagna. “Era violento, avevo paura per Mailyn e la bimba”, ha dichiarato la madre, descrivendo il figlio come un uomo aggressivo con precedenti penali, tra cui una condanna per lesioni che stava per diventare esecutiva. Mailyn, affetta da depressione post-partum, avrebbe confidato alla suocera le sue sofferenze, spingendola a organizzare il delitto. “Dobbiamo ucciderlo prima”, avrebbe detto Lorena, confermando la premeditazione che ha portato alla contestazione dell’aggravante.

Aggiornamenti dalle indagini: durante l’udienza, il gip ha convalidato il fermo per entrambe, ma mentre Lorena resta in carcere a Trieste, Mailyn è stata trasferita in una struttura protetta per detenute madri, su richiesta della difesa che ha invocato misure attenuanti. L’autopsia e gli accertamenti scientifici sono in corso per confermare i dettagli, ma la calce acquistata in anticipo rafforza l’ipotesi di un piano premeditato.

#### Anche gli Uomini Sono Vittime di Violenza: La Dicotomia Mediatica
Questo tragico evento non solo getta luce su dinamiche familiari disfunzionali, ma evidenzia un aspetto spesso trascurato: anche gli uomini possono essere vittime di violenza domestica. Alessandro Venier, descritto da alcuni come un uomo con problemi, è stato ucciso da due donne a lui più vicine, in un contesto di presunte tensioni accumulate. Eppure, a differenza di casi di femminicidio come quello di Giulia Cecchettin, dove i media hanno invocato emergenze sistemiche legate al patriarcato e proposto corsi di educazione sentimentale per i maschi, qui il dibattito pubblico resta silente su possibili “matriarcati opprimenti” o indottrinamenti per le donne.

Applicando la stessa logica, dovremmo forse lanciare campagne quotidiane contro la violenza femminile, con programmi scolastici per insegnare alle ragazze a gestire la rabbia senza ricorrere all’omicidio? Naturalmente no: come nel caso Cecchettin, non esiste un’emergenza di genere, ma atti isolati di follia individuale, amplificati da contesti personali complessi. La violenza non ha sesso, e generalizzarla serve solo a polarizzare il discorso, ignorando che vittime e carnefici possono invertire i ruoli. Questo omicidio ci ricorda che la vera urgenza è supportare tutte le vittime – uomini inclusi – con giustizia equa e prevenzione neutra, senza narrative selettive che oscurano la complessità umana.

Le indagini proseguono, con la bimba affidata ai servizi sociali, mentre la comunità di Gemona piange una famiglia distrutta dalla violenza.

“Dobbiamo ucciderlo prima”: la matriarca ha ucciso il figlio strangolandolo ultima modifica: 2025-08-02T16:28:27+00:00 da V
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