Immigrati stuprano donne italiane ma rimangono liberi grazie ai giudici
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A La Spezia, un bengalese di 26 anni, denunciato a piede libero, si è rivelato un molestatore seriale di donne, un predatore che agisce senza timore. Solo uno dei tanti casi: i migranti rivendicano il diritto di stupro e le toghe rosse lo concedono lasciandoli impuniti.
Come nel 1944, durante le Marocchinate, gli immigrati sbarcati in Italia rivendicano il “diritto di preda”
👉 a La Spezia, fermato e denunciato a PIEDE LIBERO un molestatore seriale di donne: è un bengalese di 26 anni
👉 sempre a La Spezia, nel 2020, era stato arrestato un… pic.twitter.com/zr5xjaVWua
— Francesca Totolo (@fratotolo2) August 9, 2025
**Allarme Nazionale: Gli Immigrati Rivendicano il “Diritto di Preda” Come nel 1944!**
Un’ondata di terrore sta travolgendo l’Italia, con episodi che ricordano le atrocità delle Marocchinate del 1944, quando stranieri approdati sul nostro suolo si macchiarono di violenze inaudite. Oggi, un esercito di immigrati sembra rivendicare un analogo “diritto di preda”, seminando paura e degrado nelle nostre città. Dai molestatori seriali di La Spezia agli aggressori di Cinisello Balsamo, Parma, Sant’Eusebio e Oderzo, la sicurezza delle donne e dei minori è a rischio come mai prima d’ora. È un’emergenza che richiede azioni immediate e drastiche!
### Una Scia di Violenza Inarrestabile
A La Spezia, un bengalese di 26 anni, denunciato a piede libero, si è rivelato un molestatore seriale di donne, un predatore che agisce senza timore. Sempre nella stessa città, nel 2020, un operaio tunisino di 35 anni era stato arrestato per almeno 21 aggressioni sessuali, molte ai danni di minorenni, dimostrando un pattern criminale inquietante. A Cinisello Balsamo, a fine luglio, un egiziano di 26 anni si è masturbato davanti a una ragazzina e una bambina, minacciandole con un coltello, un gesto di depravazione che ha sconvolto la comunità. A Parma, nello stesso mese, uno straniero ha palpeggiato una donna su un autobus, mentre a Sant’Eusebio un extracomunitario ha aggredito una donna, stringendole il collo e abusando di lei. A Oderzo, a metà giugno, il maliano Mohamed Diarra, 31 anni, ha tentato di violentare una 27enne puntandole un coltello alla gola, solo tre giorni dopo aver minacciato di incendiare i capelli di una 16enne.
### Un Pericolo Costante
Questi episodi non sono casi isolati, ma una tendenza allarmante. Immigrati, spesso senza controllo, si muovono nelle nostre strade come predatori, sfruttando la lentezza della giustizia e l’impunità garantita da denunce a piede libero. Le vittime – donne, ragazzine, bambini – sono lasciate sole, mentre i colpevoli continuano a colpire. Il maliano Diarra, ad esempio, ha avuto il tempo di passare da una minaccia a un tentativo di stupro in pochi giorni, segno di un sistema che fallisce nel proteggere i cittadini.
### Un’Eco del Passato
Il parallelo con le Marocchinate del 1944 non è esagerato. Allora, come oggi, stranieri approdati in Italia hanno interpretato la loro presenza come un lasciapassare per la violenza. La differenza sta nella scala: mentre nel ‘44 si trattava di un episodio storico, oggi assistiamo a una cronaca quotidiana di abusi. La nostra società, già sotto pressione, non può tollerare che immigrati trasformino le nostre città in campi di preda.
### È Ora di Agire
Questo non è più accettabile. La sicurezza delle nostre donne e dei nostri minori è sacra, e non possiamo sacrificarla sull’altare di un’ipocrita politica dell’accoglienza. Chiediamo interventi immediati: espulsioni rapide per chi delinque, controlli rigorosi sulle frontiere, e un blocco totale dell’ingresso di immigrati che rappresentano una minaccia. Le denunce a piede libero devono finire, sostituite da arresti e rimpatri. L’Italia non può diventare il playground di chi la disprezza e la violenta. Sveglia, cittadini: difendiamo le nostre strade prima che sia troppo tardi!
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