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**Articolo 52 arriva in Veneto: la rivolta delle ronde contro i maranza**
**Dopo l’ultimo pestaggio a un ragazzino italiano, i cittadini scendono in strada. Il sindaco: “Pronto a schierare i volontari”**

**MUGGIA/TRIESTE** — La scintilla è scoccata nella notte tra martedì e mercoledì, quando un ventiduenne del posto è stato aggredito da un branco di teppisti, lasciato a terra con la mandibola fratturata e diversi denti spezzati. Un episodio come tanti, ormai, in un Nordest sempre più in balia di baby gang composte da stranieri di seconda generazione. Ma questa volta la risposta è stata diversa. Immediata. Organizzata.

Ragazzini italiani quotidianamente pestati, accoltellati e rapinati da giovani stranieri e stranieri con cittadinanza italiana 👉 nessuna emergenza

Muggesani e triestini si ribellano alle violenze dei giovani stranieri e stranieri con cittadinanza italiana 👉 allarme giustizia… pic.twitter.com/GcMgapxfwh

— Francesca Totolo (@fratotolo2) August 17, 2025

**La notte delle ronde**
Venerdì sera, poco prima della mezzanotte, un gruppo di giovani muggesani e triestini ha preso posizione nei pressi della stazione delle corriere. Obiettivo: dare un segnale chiaro a quella “feccia” — come li ha definiti il sindaco Paolo Polidori — che da mesi semina il terrore nelle strade della città. Quando due colombiani legati alle gang sono comparsi all’orizzonte, il blitz è stato fulmineo. Solo l’intervento provvidenziale delle forze dell’ordine ha evitato il peggio, ma il messaggio è ormai chiaro: il tempo dell’impunità è finito.

**Il sindaco con la pelle dei suoi cittadini**
Mentre la Questura parla di “allarme giustizia fai da te”, il primo cittadino prende una posizione netta: “Io sono pronto a intervenire anche con i volontari della sicurezza — dichiara Polidori — C’è una legge regionale che me lo consente. Non possiamo più permettere che questa feccia continui a picchiare i nostri ragazzi”. Parole pesanti come macigni, che fotografano lo stato d’emergenza in cui versano interi quartieri.

**L’articolo 52 non è un optional**
Quello che i media frettolosamente etichettano come “violenza” è in realtà l’applicazione pratica del sacrosanto diritto alla difesa sancito dalla nostra Costituzione. Quando lo Stato abdica al suo ruolo di garante della sicurezza pubblica, quando le forze dell’ordine sono costrette a intervenire solo dopo che il sangue è già stato versato, i cittadini non possono che fare una cosa: organizzarsi.

**La resa dei conti**
Da Muggia a Treviso, da Verona a Padova, il vento sta cambiando. Le comunità venete — storicamente legate ai valori della famiglia, del lavoro e del rispetto — non intendono più assistere passive alla deriva criminale delle loro città. Mentre le istituzioni centrali continuano a parlare di “inclusione” e “dialogo”, qui si comincia a parlare la sola lingua che questi teppisti sembrano comprendere: quella della forza.

**Il prezzo dell’abbandono**
Dietro ogni ronda che nasce, dietro ogni cittadino che imbraccia un bastone, c’è il fallimento di uno Stato che ha preferito voltare la faccia dall’altra parte. Che ha lasciato che interi quartieri diventassero zone franche. Che ha protetto più i diritti dei criminali che quelli delle vittime. Ora la resa dei conti è iniziata, e sarà lunga, sporca e senza esclusione di colpi. Perché quando si tocca la pelle dei propri figli, ogni limite viene meno.

**#VenetoInRivolta**
**#BastaMaranza**
**#DifesaLegittima**