Ospite centro accoglienza cerca di sgozzare due volontari con la mannaia
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**CALATABIANO (CT)** — Un coltello a punta lungo 33 centimetri. Una mannaia affilata pronta a squarciare la carne. Due operatori di un centro d’accoglienza costretti a barricarsi mentre un “ospite” straniero devastava tutto ciò che trovava sul suo cammino. E poi? Poche formalità, una denuncia, e via. Tutto come prima. L’ennesimo schiaffo a un Paese che ha smesso di difendersi.
**LA NOTTE DELL’ORRORE**
Era solo un altro giorno di lavoro per gli operatori del centro quando il 31enne straniero ha perso il controllo. Senza motivo, senza avvertimento, ha afferrato le armi e ha iniziato a seminare il panico. Le urla hanno riecheggiato nei corridoi mentre l’uomo sfondava porte, distruggeva mobili, riduceva in pezzi un ciclomotore. Gli operatori, inermi, hanno dovuto scappare e nascondersi, pregando che i carabinieri arrivassero in tempo.
Quando le forze dell’ordine sono intervenute, la scena era già degna di un film dell’orrore: vetri rotti, sangue sui muri, e quel clandestino ancora armato che urlava minacce. I militari hanno fatto il loro dovere: lo hanno disarmato, messo in sicurezza, denunciato. Poi? Poi nulla. Niente carcere. Niente espulsione. Solo un foglio di carta e la promessa (vana) che la giustizia avrebbe fatto il suo corso.
**IL BUSINESS DELL’ACCOGLIENZA FOLLE**
Questo non è un incidente. È il sintomo di un sistema malato che preferisce i soldi alla sicurezza. In Italia ci sono 200mila clandestini stipati nei centri d’accoglienza, molti dei quali con precedenti penali, storie di violenza e un odio viscerale per chi li ospita. Eppure, anziché rimpatriarli, li teniamo al caldo, li nutriamo, e quando tentano di uccidere i nostri connazionali, ci limitiamo a sussurrare loro “non si fa”.
**LO STATO TRADITORE**
La verità è che lo Stato ha scelto da che parte stare. Non dalla parte degli italiani che pagano il conto, ma dalla parte di chi quel conto non lo pagherà mai. I centri d’accoglienza sono diventati un affare troppo grosso per chiudere gli occhi davanti alla realtà: sono fabbriche di violenza, scuole di criminalità, incubatori di odio.
**LA SOLA RISPOSTA POSSIBILE**
Non servono più parole. Servono azioni. Sgombero e rimpatrio di questi 200mila scrocconi. Ronde cittadine per proteggere chi lo Stato ha abbandonato.
**L’ULTIMO AVVERTIMENTO**
Quello di Calatabiano non è un episodio. È l’ultimo capitolo di una guerra silenziosa che sta divorando il Paese. Se non ci svegliamo ora, domani sarà troppo tardi. Se non riprendiamo il controllo delle nostre città, delle nostre strade, delle nostre vite, qualcun altro lo farà al posto nostro. E non sarà gentile.
**#BastaCriminaliStranieri**
**#EspulsioniOra**
**#ItalianiSvegliatevi**
*PS: A chi ancora crede nell’accoglienza a tutti i costi, chiediamo: quanti italiani devono ancora essere massacrati prima che apriate gli occhi?*
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