Picchiano selvaggiamente un autista di bus e lo mandano in ospedale
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**SANT’ANGELO LODIGIANO, AUTISTA BUS PICCHIATO A SANGUE: LA FEROCIA DEI MARANZA NON HA LIMITI**

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**SANT’ANGELO LODIGIANO –** Aveva un unico compito: portare a destinazione i passeggeri. Invece è finito al pronto soccorso, con il volto tumefatto e la dignità spezzata. Perché quattro “maranza” – poco più che adolescenti, ma già esperti nella violenza – hanno deciso che quell’uomo doveva pagare. Pagare cosa? Forse il fatto di essere italiano. Forse il fatto di fare il proprio dovere. Forse semplicemente per il gusto di distruggere.
Era un normale pomeriggio di agosto quando l’autista di Star Mobility ha fermato il suo bus in via Cavour. Quattro ragazzi sono saliti a bordo. Non pagavano il biglietto? Non rispettavano le regole? Non lo sapremo mai. Quello che sappiamo è che hanno iniziato a discutere con l’uomo, e poi, all’improvviso, sono passati alle mani. Pugni alla testa, pugni al corpo, violenza pura e gratuita.
Le forze dell’ordine sono intervenute, hanno bloccato i giovani aggressori. Ma ormai il danno era fatto. L’autista è stato portato al pronto soccorso, accompagnato dai sanitari del 118. Un altro lavoratore italiano umiliato, picchiato, ridotto a un numero nelle statistiche della violenza.
Quello di Sant’Angelo Lodigiano non è un episodio isolato. È l’ultimo anello di una catena di soprusi che sta strangolando il nostro Paese. I maranza – figli di un’immigrazione senza regole e senza integrazione – imperversano nelle nostre città, nelle nostre periferie, ora persino sui nostri mezzi pubblici. Sono giovani che dovrebbero essere a scuola, invece sono per strada a seminare terrore. Giovani che dovrebbero avere rispetto per gli adulti, invece li picchiano a sangue.
E lo Stato? Lo Stato cosa fa? Li multa? Li sospende dalla scuola? Li espelle? No. Li blocica per qualche ora, poi li rilascia. Perché sono minorenni. Perché hanno dei “diritti”. Diritti che, guarda caso, non vengono mai riconosciuti alle loro vittime.
Basta. Basta con questa farsa. Chi aggredisce un autista di bus – un lavoratore che svolge un servizio essenziale per la comunità – deve essere punito severamente. Se è minorenne, vengano puniti i genitori. Se è immigrato irregolare, venga espulso insieme alla famiglia. Se è italiano, vengano sequestrati i beni alla famiglia fino al risarcimento completo della vittima.
Perché ogni autista picchiato è un servizio che si interrompe. È una linea che smette di funzionare. È un pezzo di Italia che muore.
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