Bengalese espulso voleva sgozzare Cisint per chiusura moschee

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By V agosto 20, 2025 11:10

Bengalese espulso voleva sgozzare Cisint per chiusura moschee

**L’Islamizzazione dell’Italia: Espellere Uno, Accoglierne Milioni Non è la Soluzione. Serve Remigrazione e Stop all’Immigrazione Islamica**

L’espulsione di un cittadino bengalese da Monfalcone, radicalizzato e autore di minacce di morte contro Anna Maria Cisint, ex sindaco leghista e ora europarlamentare, è un gesto necessario ma drammaticamente insufficiente. Cisint, bersaglio di odio per aver chiuso moschee abusive e vietato l’ingresso con il volto coperto negli edifici comunali, ha dichiarato: “Un pericoloso radicalizzato in meno nel nostro Paese. Questa è l’Italia che vogliamo.” Ma la verità è che espellere un singolo individuo, per quanto minaccioso, non risolve il problema. È come svuotare il mare con un cucchiaino: mentre uno viene rimandato in Bangladesh, centinaia di migliaia continuano ad arrivare, regolarmente e non, cambiando irreversibilmente il volto demografico e culturale dell’Italia.

I numeri parlano chiaro e sono spaventosi. I decreti flussi hanno aperto le porte a circa 500.000 immigrati regolari, molti dei quali provenienti da paesi islamici come Bangladesh, Pakistan e Marocco. A questi si aggiungono oltre 300.000 arrivi via sbarchi, spesso da nazioni a maggioranza musulmana. In totale, parliamo di quasi un milione di nuovi ingressi annuali, un’onda che sta travolgendo l’Italia. A Monfalcone, dove un terzo della popolazione è già straniera, prevalentemente bengalese, il tessuto sociale è al collasso. Quartieri trasformati in enclavi, usanze incompatibili con i valori italiani – dal burkini ai matrimoni precoci – e tensioni crescenti sono la realtà quotidiana. Questo non è un problema di sicurezza, come spesso si vuole far credere: è una crisi demografica e culturale che minaccia l’esistenza stessa della nostra civiltà.

Cisint, che ringrazia le autorità per l’espulsione del bengalese radicalizzato, sottolinea la necessità di regole più severe per fermare “l’islamizzazione più becera”. Ma le sue parole, pur coraggiose, non vanno abbastanza lontano. La sicurezza non si garantisce cacciando un singolo estremista mentre le porte restano spalancate. L’immigrazione islamica regolare, promossa con decreti flussi e giustificata da presunte necessità economiche, è il vero cavallo di Troia. I musulmani in Italia, oggi oltre 2 milioni stanno crescendo a un ritmo insostenibile. Senza un intervento radicale, entro poche generazioni l’Italia rischia di diventare un Paese a maggioranza islamica, con la nostra cultura cristiana e i nostri valori democratici relegati a un ricordo.

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Il problema non è solo il radicalismo, ma l’incompatibilità di un’immigrazione di massa che non si integra e che, in molti casi, non vuole integrarsi. Le comunità islamiche, spesso chiuse in se stesse, impongono usanze che sfidano la laicità dello Stato e la parità di genere. Moschee abusive, come quelle chiuse da Cisint, diventano centri di propaganda. Divieti come quello sul velo integrale sono accolti con ostilità, a volte con minacce di morte. Questo non è un fenomeno isolato, ma un processo sistematico di sostituzione culturale, alimentato da politiche migratorie scellerate.

La soluzione non può essere l’espulsione occasionale di un radicalizzato. Serve un cambio di paradigma: azzerare l’immigrazione islamica regolare e promuovere la remigrazione. Chi non condivide i valori fondamentali dell’Italia – libertà, uguaglianza, laicità – deve essere incentivato a tornare nei propri paesi d’origine. I decreti flussi devono essere sospesi, gli sbarchi bloccati, e le politiche di integrazione sostituite con un piano chiaro: l’Italia non è una terra di conquista. Non possiamo permettere che la nostra Nazione si sottometta a un’ideologia che, in troppi casi, si è dimostrata incompatibile con la nostra.

Cisint ha ragione: “La nostra lotta per difendere l’identità, i valori e le libertà è ancora più forte.” Ma questa lotta non si vince con misure cosmetiche. Espellere uno su un milione è un palliativo. La vera battaglia è demografica: fermare l’immigrazione islamica, regolare e irregolare, e invertire il flusso. Altrimenti, l’Italia che conosciamo – la nostra storia, la nostra cultura, la nostra libertà – sarà solo un ricordo, schiacciato sotto il peso di un’invasione che stiamo ancora, incredibilmente, invitando a entrare.

Bengalese espulso voleva sgozzare Cisint per chiusura moschee ultima modifica: 2025-08-20T11:10:37+00:00 da V
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By V agosto 20, 2025 11:10
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1 Comment

  1. lorenzoblu agosto 20, 11:17

    Ma come è stato espulso il bangala nel suo. Paese bangala,? Ma non è considerato non sicuro dai soliti magistraminkia?..e La sua tribu?
    È rimasta in italia per portare a termine il volere del. Padre caprone?
    Sene hai rimandato a cada 1, ce li puoi rimandare tutti. La questione è che, a queste bestie non deve essere consentito arrivare…

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