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**Un neonazi in gonna: la dittatura woke apre le porte del carcere femminile!**

Oh, cari lettori, preparatevi a una storia che sembra uscita da un cabaret berlinese, ma con un retrogusto di assurdo woke che vi farà ridere e piangere allo stesso tempo! In Germania, terra di ordine e precisione, un neonazi di nome Sven Liebich ha deciso di sfruttare la nuova frontiera della libertà burocratica per fare un salto di qualità… o meglio, di genere. Sì, perché il nostro Sven, noto per sfilare con divise in stile Terzo Reich, ha dichiarato di essere una donna e, puff!, eccolo pronto a scontare la sua pena di 18 mesi in una prigione femminile a Chemnitz. Roba da far girare la testa anche a un filosofo nietzschiano!

La notizia, riportata dal serissimo *FAZ*, ci racconta che Sven, condannato per reati come diffamazione e incitazione all’odio (insomma, il classico curriculum da estremista di destra), ha approfittato di una riforma voluta dalla coalizione di Olaf Scholz. Questa perla di progresso permette di cambiare sesso all’anagrafe con una semplice dichiarazione, senza bisogno di certificati medici o di un lungo iter burocratico. E Sven, che non è certo uno sprovveduto, ha pensato: “Perché no? Se il mondo woke mi offre questa scorciatoia, perché non usarla per un soggiorno più… confortevole?”.

Ora, immaginate la scena: Sven arriva al carcere femminile di Chemnitz, magari con i suoi stivaloni da parata, ma con un bel documento che dice “Signora Liebich”. Le guardie, ligie al dovere e al sacro principio della “autodeterminazione di genere”, lo accolgono tra le detenute. Ma tranquilli, il procuratore Dennis Cernota ha già messo le mani avanti: “Lo interrogheremo per capire se è adatto a stare lì”. Adatto? Ma certo, perché un neonazi in un carcere femminile è proprio ciò che serve per mantenere l’ordine pubblico! E se Sven risultasse una minaccia (ma va?), potrebbe essere trasferito. Insomma, la burocrazia woke è così flessibile che persino un estremista può giocarci come con un Lego.

E qui, amici, scatta la risata amara. La dittatura woke, con il suo mantra dell’inclusività a tutti i costi, ha creato un sistema così grottesco che persino un neonazi può sfruttarlo per farsi beffe delle istituzioni.

E allora, brindiamo alla Germania woke, dove l’ideologia supera il buonsenso e un neonazi può diventare una “signorina” per un giorno, giusto il tempo di farsi una vacanza in carcere con vista sulle contraddizioni del nostro tempo. Prost!