Corsi di de-mascolinizzazione nel 97% delle scuole italiane: lo annuncia Valditara

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By V agosto 23, 2025 14:00

Corsi di de-mascolinizzazione nel 97% delle scuole italiane: lo annuncia Valditara

Troppo impegnata a portare la pace in Ucraina per impegnarsi a rispettare il mandato elettorale. Mentre Trump smantella il sistema woke il governo Meloni impone nelle scuole italiane corsi di destrutturazione del maschio che sarebbero piaciuti al PD.

**La scuola non è un laboratorio ideologico: basta con l’indottrinamento, torni a insegnare!**

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È con profondo sdegno che apprendiamo le parole del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che si vanta del fatto che il 97% delle scuole italiane abbia aderito ai cosiddetti “percorsi di educazione alle relazioni”. Un progetto che, lungi dall’essere una semplice iniziativa educativa, si configura come l’ennesimo tentativo di trasformare la scuola in un’arena di indottrinamento ideologico, sottraendo ai genitori il loro ruolo primario nell’educazione dei figli. La scuola deve insegnare, non educare: la formazione morale e valoriale spetta alle famiglie, non a un sistema scolastico sempre più piegato a logiche di propaganda culturale.

Il piano “Educare alle relazioni”, annunciato nel novembre 2023 in risposta a tragici eventi di cronaca come l’omicidio di Giulia Cecchettin, si presenta come un’iniziativa volta a contrastare la violenza di genere attraverso gruppi di discussione extracurriculari, moderati da docenti e supportati da figure demenziali come psicologi, influencer e persino attori. Ma dietro la facciata di buoni propositi si nasconde un progetto vago, privo di contenuti chiari e strutturati, che rischia di diventare un veicolo per imporre visioni ideologiche precostituite agli studenti. Le linee guida, scarne e generiche, non specificano come questi percorsi saranno gestiti, chi li condurrà e quali contenuti verranno effettivamente proposti. Questo lascia spazio a interpretazioni arbitrarie, aprendo la porta a derive ideologiche che nulla hanno a che fare con l’istruzione.

Ciò che rende la situazione ancora più grave è il contesto politico in cui si inserisce questo progetto. Il governo Meloni, che si proclama di destra e difensore dei valori tradizionali, si rivela invece una versione annacquata e culturalmente succube delle istanze della sinistra. Mentre negli Stati Uniti Donald Trump ha fatto della lotta al “woke” una bandiera, smantellando le follie ideologiche che hanno infestato scuole e università, in Italia il governo di Giorgia Meloni sembra nutrire lo stesso carrozzone progressista che prometteva di contrastare. La nomina iniziale di figure controverse come Anna Paola Concia, attivista LGBTQ+, e Alessandro Amadori, autore di tesi ambigue sulla violenza di genere, per coordinare il progetto, aveva già sollevato un vespaio di polemiche, costringendo Valditara a una frettolosa retromarcia. Ma il problema non è solo nelle persone scelte: è il progetto stesso a essere sbagliato.

La scuola non è il luogo per esperimenti di ingegneria sociale. Insegnare significa trasmettere conoscenze, competenze, strumenti per comprendere il mondo attraverso il sapere disciplinare: matematica, storia, letteratura, scienze. Educare, invece, è una responsabilità che spetta ai genitori, i quali hanno il diritto e il dovere di trasmettere ai propri figli i valori, le convinzioni morali e le visioni del mondo che ritengono più giuste. Delegare alla scuola il compito di “educare alle relazioni” significa non solo usurpare questo ruolo, ma anche esporre i giovani a narrazioni potenzialmente manipolatorie, che potrebbero riflettere le agende ideologiche di chi gestisce questi programmi.

Le critiche al piano non mancano. Associazioni che si occupano di violenza di genere, come quelle citate da *Il Fatto Quotidiano*, non sono state consultate, e il progetto è stato definito a rischio di “riprodurre stereotipi di genere” proprio per la sua vaghezza. Inoltre, il fatto che il programma sia facoltativo e extracurriculare non lo rende meno insidioso: la pressione sociale e il consenso di facciata possono spingere scuole e studenti a partecipare, senza un reale controllo su ciò che viene insegnato. E il coinvolgimento di figure esterne come influencer e celebrità, come proposto da Valditara, solleva ulteriori interrogativi: che competenza hanno questi “ambassador” per affrontare temi complessi come le relazioni affettive?

La scuola italiana è già gravata da problemi strutturali: carenza di insegnanti, edifici fatiscenti, programmi obsoleti. Invece di investire 15 milioni di euro in un progetto fumoso e potenzialmente ideologico, il governo dovrebbe concentrarsi sul rafforzamento delle materie fondamentali e sull’integrazione di strumenti concreti per combattere la violenza, come corsi di educazione civica ben strutturati o interventi mirati di supporto psicologico. Ma no, si preferisce inseguire l’ennesima moda progressista, dimostrando una sudditanza culturale che tradisce le promesse elettorali di una destra che avrebbe dovuto rompere con il conformismo di sinistra.

Mentre Trump negli USA dichiara guerra all’indottrinamento woke, chiudendo dipartimenti universitari che promuovono teorie divisive e imponendo un ritorno al buonsenso, in Italia si continua a galleggiare in un compromesso culturale che non soddisfa nessuno. Il governo Meloni, invece di prendere una posizione chiara contro l’ideologia che permea il sistema educativo, si limita a proporre iniziative che sembrano voler accontentare tutti, finendo per scontentare chi credeva in un cambiamento reale.

Chiediamo con forza che la scuola torni a essere un luogo di apprendimento, non un laboratorio per esperimenti ideologici. Chiediamo al Ministro Valditara di ritirare questo progetto e di rispettare il ruolo delle famiglie. Chiediamo a Giorgia Meloni di smettere di strizzare l’occhio alla sinistra e di dimostrare che la destra italiana ha il coraggio di rompere con le logiche del politicamente corretto. La scuola non è il posto per educare alle relazioni: è il posto per formare menti libere e critiche. Lasciate l’educazione ai genitori e fate tornare la scuola al suo compito primario: insegnare.

Corsi di de-mascolinizzazione nel 97% delle scuole italiane: lo annuncia Valditara ultima modifica: 2025-08-23T14:00:26+00:00 da V
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By V agosto 23, 2025 14:00
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2 Comments

  1. lorenzoblu agosto 23, 14:50

    Se una scuola non sa insegnare, a cosa serve? a mantenere milioni di inutili parassiti che fanno da bambinaie ad altrettanto inutili imbecilli che per continuare a non fare una mazza volentieri si iscriveranno in qualche università inutile che sfornera’ miliardi di inutili dottori laureatii in stronzologia…
    Chiudete ste skkuole di merda e finanxiate quelle private in cui negri, beduini, ed iidioti di quaksiasi colore non possono accedere accedere
    Per avere un domani un dottore che almeno sappia la differenza che c è tra un ano e il buco del culo!

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  2. xx agosto 23, 14:55

    E stiamo parlando di un governo di destra. E se era di sinistra? Ma è una vergogna senza fine.

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