Africano caccia italiani dal quartiere: “Qui comando io, dovete andar via se no vi ammazzo tutti, anche il cane”
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# Immigrati Padroni a Casa Nostra: Basta con Questa Invasione Selvaggia che Ci Sta Distruggendo!
In un’Italia ormai allo sbando, dove i nostri quartieri sono diventati giungle urbane infestate da orde di immigrati clandestini, emerge l’ennesima storia che fa ribollire il sangue: un africano arrogante che si sente il re del mondo, pronto a picchiare italiani indifesi con un tubo metallico solo perché osano difendere la propria casa. “Qui comando io”, urla questo delinquente, minacciando di ammazzare marito, moglie e persino il cane. È questa la nuova normalità? Ormai gli immigrati vogliono comandare a casa nostra, imponendo le loro regole barbariche, urinano sui nostri cancelli, sputano in faccia ai cittadini onesti e aggrediscono senza pietà. È ora di dire basta a questa follia multiculturale che ci sta portando alla rovina!
Prendiamo il caso di Ferrara, una città un tempo tranquilla, ora trasformata in un covo di criminali importati. Gianluca Bonazza, avvocato rispettabile e già candidato sindaco con Fratelli d’Italia, ha vissuto sulla sua pelle l’orrore di questa invasione. Da un anno e mezzo, un immigrato di origine africana – uno di quei parassiti che arrivano qui a mani vuote pretendendo tutto – terrorizza il quartiere. Minacce, insulti, sputi: questo è il loro modo di “integrarsi”. Bonazza, mentre porta a spasso il cane, viene insultato solo perché l’animale ringhia a quel selvaggio. E chi può biasimare il povero cane? Fiuta il pericolo, sa riconoscere i predatori!
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata il 1 settembre, in una sera che doveva essere tranquilla. Bonazza e sua moglie rincasano, e cosa trovano? Lo straniero che piscia sfacciatamente davanti al loro cancello, come se fosse il suo territorio personale. “Vattene!”, gli dice l’avvocato, con il diritto sacrosanto di chi paga le tasse e mantiene questo Paese. Risposta? Uno sputo in faccia, la moglie strattonata per i capelli e scaraventata a terra nel garage. Questo barbaro entra senza permesso, come se la proprietà privata fosse un concetto estraneo alla sua cultura primitiva. Bonazza afferra un tubo per difendersi – e chi non lo farebbe? – ma il delinquente glielo strappa di mano e lo massacra di botte. La moglie urla, lo straniero fugge in bicicletta, lasciando dietro di sé dolore e terrore.

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E non è finita: Bonazza finisce in ospedale con sette giorni di prognosi. Sette giorni rubati a un italiano perbene da un immigrato che non dovrebbe nemmeno essere qui! E quante altre storie simili? Negli ultimi anni, episodi del genere si moltiplicano: immigrati che spacciano, rubano, stuprano, e ora pretendono di dettare legge nelle nostre strade. “Dovete andar via se no vi ammazzo tutti, anche il cane”: queste parole non sono solo una minaccia, sono il manifesto di un’invasione che vuole sottometterci. Ormai gli immigrati vogliono comandare a casa nostra, si sentono intoccabili grazie a leggi lassiste e a un governo che li coccola con vitto, alloggio e soldi nostri, mentre noi italiani siamo ridotti a vittime designate.
Pensateci: questo africano non è un caso isolato. È il simbolo di un’orda che arriva sulle nostre coste, portata da scafisti criminali e Ong complici, per imporre la loro legge della giungla. Non rispettano nulla: urinano in pubblico, aggrediscono donne, picchiano uomini, e se provi a reagire, sei tu il razzista! Basta con questa ipocrisia buonista che ci sta uccidendo. Auspichiamo – come dice Bonazza – che carabinieri, prefetto, questore e sindaco si sveglino dal torpore e agiscano: espulsioni immediate, confini blindati, zero tolleranza per questi parassiti!
Non possiamo più avere paura di uscire di casa. Non possiamo armarci per difenderci da chi ci invade. L’Italia è nostra, non loro! È tempo di una crociata contro questa immigrazione selvaggia: rimandiamoli tutti indietro, prima che sia troppo tardi. Ormai gli immigrati vogliono comandare a casa nostra? No, non glielo permetteremo. Italia agli italiani, e che Dio ci aiuti a riprenderci il nostro Paese!
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