Related Articles

• “Persona non gradita”. I cittadini di Vicofaro chiedono il trasferimento di don Biancalani 0 03.Mar
• Stiamo facendo entrare gli assassini del nostro futuro 1 27.Gen
• Migrante senza cittadinanza violenta una 20enne durante la Notte bianca 0 03.Giu

**Miss Trieste simbolo della sostituzione etnica in corso**

Un’ombra inquietante si staglia sull’Italia, e l’elezione di Vittoria a Miss Trieste ne è l’ennesima, lampante prova. La giovane, nata a Verona e residente a Muggia (Trieste) dal 2017, è senza dubbio italiana per legge e sangue: sua madre Marianna è infatti italiana, e lei possiede la cittadinanza italiana. Ma la sua incoronazione in Piazza Unità – emblematico – come prima Miss Trieste mulatta nei 78 anni di storia del concorso, ha scatenato una polemica che non può essere ignorata. Vittoria, figlia di un padre senegalese, non rappresenta l’italianità, e la sua vittoria è percepita da molti come un ulteriore passo verso la dissoluzione dell’identità nazionale, in un processo di sostituzione etnica che avanza senza sosta.

Il dibattito, esploso sui social e riportato con ampio spazio dal quotidiano *Il Piccolo*, è un grido di allarme. Da un lato, i difensori della ragazza sottolineano la multiculturalità di Trieste, “terra di mille etnie”, dimenticando chi è morto perché rimanesse italiana e tentando di soffocare le critiche con l’etichetta di razzismo. Dall’altro, una marea di cittadini esprime un disagio profondo: “Leggendo certi commenti sembra di essere negli anni ’60 nel Mississippi,” dicono i sostenitori della sostituzione etnica. Ma la vera domanda, posta con forza da chi difende l’identità italiana, è: “Cosa succederebbe nel Paese d’origine di suo padre se una Miss europea fosse eletta?” Questa riflessione colpisce nel segno: mentre altrove le nazioni proteggono con orgoglio le proprie radici, in Italia si accetta passivamente un cambiamento che erode ciò che ci rende italiani.

Marianna, la madre di Vittoria, cerca di minimizzare, definendo l’evento “un semplice concorso di bellezza” e sottolineando che la figlia ha rispettato tutte le regole: cittadinanza italiana, residenza a Trieste, nascita in Italia. Ma queste evidenze legali non colmano il vuoto culturale che molti avvertono. Vittoria, che tra pochi giorni compirà 16 anni, è “figlia del suo tempo”, dice la madre, avendo vissuto in cinque Paesi di tre continenti: in realtà è figlia….delle sostituzione etnica. Una storia personale non riflette la continuità dell’eredità italiana, fatta di sangue, tradizioni, storia e valori condivisi da generazioni. La sua elezione non è solo un fatto isolato: è un simbolo di un’Italia che, sotto la bandiera dell’inclusione, sta perdendo la propria essenza.

I commenti online, come riporta *Il Piccolo*, rivelano una spaccatura insanabile. Chi difende l’italianità non attacca Vittoria come persona, ma ciò che la sua vittoria rappresenta: un’Europa e un’Italia che si piegano a un globalismo che annacqua le identità nazionali: il genocidio perfetto perché irreparabile. La madre invita la figlia a essere “più forte” di fronte alle critiche, ma il vero problema non è la ragazza, bensì il contesto in cui la sua elezione si inserisce. L’Italia sta cambiando, e non per scelta dei suoi cittadini. La sostituzione etnica è una realtà che non può essere ignorata e deve essere combattuta non accettata, e la vicenda di Miss Trieste è uno dei tanti campanelli d’allarme che non possiamo permetterci di silenziare.

L’italianità non è solo un passaporto: è un patrimonio culturale, storico e identitario che rischia di essere sacrificato sull’altare di un’ideologia che celebra l’omogeneizzazione. La vittoria di Vittoria è un segnale chiaro: l’Italia deve svegliarsi, o presto non riconosceremo più la nostra Patria. È tempo di difendere con decisione ciò che ci rende italiani, prima che sia troppo tardi.