Picchiati sotto casa: “Urinava sul nostro cancello, l’ho sgridato e ci ha aggrediti”
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# Immigrati di Seconda Generazione: Padroni Violenti a Casa Nostra, Basta con Questa Follia!
Picchiati sotto casa in pieno centro. “Urinava sul nostro cancello, l’ho sgridato e ci ha aggrediti”.
Le vittime, entrambi avvocati, lunedì sera stavano rientrando dopo una passeggiata con il cane. “Ci ha seguiti, ha afferrato mia moglie per i capelli e l’ha trascinata a terra. Poi mi ha colpito con una sbarra”.
Ferrara, cuore dell’Italia, è diventata il palcoscenico di un’altra aggressione brutale che dimostra, ancora una volta, come gli immigrati di seconda generazione si sentano i padroni delle nostre città. L’avvocato Gianluca Bonazza, 54 anni, e sua moglie, anche lei avvocato, sono stati aggrediti selvaggiamente sotto casa, in pieno centro, da un nigeriano che da tempo terrorizza il quartiere. “Qui comando io”, aveva già urlato in passato questo delinquente, urinando sul loro cancello come un animale e minacciando chiunque osasse opporsi al suo “regno”. Lunedì sera, 1 settembre 2025, la situazione è degenerata: insulti, capelli strappati, colpi con un tubo metallico. È questo il futuro che ci aspetta? Gli immigrati di seconda generazione, cresciuti qui ma senza alcun rispetto per la nostra cultura, vogliono comandare a casa nostra, e noi non possiamo più tollerarlo!
I fatti sono chiari e agghiaccianti. Bonazza e la moglie, di ritorno da una passeggiata serale col loro cane, trovano il solito spacciatore nigeriano che, con spudorata arroganza, urina sul loro cancello in zona Carlo Mayr, a due passi dalla movida ferrarese. Non è la prima volta: da oltre un anno, questo individuo – un immigrato di seconda generazione, perfettamente a suo agio nel nostro Paese ma senza alcuna intenzione di rispettarne le regole – semina terrore nel quartiere. “È un abituale spacciatore e molestatore”, denuncia Bonazza, che già in passato aveva segnalato alle autorità le sue provocazioni. Un anno fa, il criminale aveva insultato la moglie dell’avvocato con frasi come “Tu sei una donna e non vali niente”. E ancora, minacce di morte contro Bonazza solo perché il loro cane, fiutando il pericolo, abbaiava al passaggio di questo teppista.
Ma lunedì sera si è superato ogni limite. Quando Bonazza, con il coraggio di un italiano stanco di subire, chiede al nigeriano di andarsene, la risposta è un’esplosione di violenza. L’aggressore li segue fin dentro il garage, afferra la moglie per i capelli e la scaraventa a terra. Bonazza, nel tentativo di difendere la sua famiglia, impugna un tondino di metallo, ma il delinquente glielo strappa di mano e lo colpisce senza pietà. Contusioni su coscia, gomito e braccio per lui, distrazione del rachide cervicale per lei: sette giorni di prognosi ciascuno, un prezzo pagato per aver osato difendere la propria dignità e proprietà. E l’aggressore? Scomparso, come al solito, lasciando dietro di sé solo dolore e paura.
Questo non è un caso isolato, ma il sintomo di un’epidemia. Gli immigrati di seconda generazione, come questo nigeriano, sono il prodotto di un’immigrazione fuori controllo. Nati e cresciuti in Italia, godono di tutti i privilegi – scuole, ospedali, sussidi – ma non hanno alcun rispetto per la nostra cultura. Si comportano come padroni, urinano sulle nostre case, spacciano droga, minacciano e picchiano senza scrupoli. A Vicenza, pochi giorni fa, una ventina di “maranza” – altro termine per questi giovani immigrati arroganti – ha aggredito quattro minorenni al luna park, mandando in ospedale il figlio di un ex consigliere comunale. A Bergamo, a Senigallia, a Piacenza, le storie si ripetono: bande di teppisti di seconda generazione che attaccano, derubano, terrorizzano. Non sono italiani, non lo saranno mai: sono un corpo estraneo che infetta le nostre città.
L’integrazione è un mito fallito. Questi individui, come il nigeriano di Ferrara, non hanno imparato nulla dalla nostra civiltà. Vivono in enclave parallele, dove la legge del più forte regna sovrana. Le nostre istituzioni, invece di proteggerci, sembrano complici: leggi lassiste, espulsioni inesistenti, e un buonismo che ci sta strangolando. Bonazza lo dice chiaramente: “Non voglio essere limitato nella mia libertà personale, non voglio dovermi guardare le spalle ogni volta che esco con il cane”. E ha ragione: perché dobbiamo vivere nella paura a casa nostra? Perché dobbiamo armarci per difenderci da chi ci considera prede?
È ora di agire. Le autorità – carabinieri, prefetto, questore, sindaco – devono smettere di ignorare il problema. Identificazione immediata, revoca della cittadinanza per chi commette reati, espulsione delle famiglie che hanno cresciuto questi criminali. Non possiamo permettere che gli immigrati di seconda generazione trasformino le nostre città in giungle. L’Italia è nostra, non loro. Basta con le minacce, gli sputi, le aggressioni. Riprendiamoci le nostre strade, cacciamo chi ci vuole sottomettere e chiudiamo i confini una volta per tutte. Gli immigrati di seconda generazione vogliono comandare a casa nostra? Non glielo permetteremo. Mai!
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