VICENZA, 4 MINORENNI AGGREDITI: «MIO FIGLIO PICCHIATO DA 20 MARANZA»
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# Maranza al Potere: Gli Immigrati di Seconda Generazione Distruggono le Nostre Città!
Vicenza, una volta culla di cultura e tranquillità, è diventata il teatro di un’ennesima vergogna: quattro amici minorenni, tra cui il figlio di Andrea Berengo, ex consigliere comunale, sono stati brutalmente aggrediti da una ventina di cosiddetti “maranza” al luna park di Campo Marzo. Questi delinquenti, figli di immigrati di seconda generazione, si credono i padroni delle nostre strade, pronti a seminare terrore e violenza senza motivo. È l’ennesima prova che l’integrazione è un fallimento totale e che questi giovani, cresciuti in Italia ma estranei ai nostri valori, stanno trasformando le nostre città in zone di guerra. Basta con il buonismo: è ora di cacciare chi ci vuole sottomettere a casa nostra!
La vicenda, accaduta domenica sera, è agghiacciante. Quattro ragazzi, poco più che bambini, stavano trascorrendo una serata spensierata al luna park, un luogo che dovrebbe essere sinonimo di gioia e divertimento. Invece, si sono trovati accerchiati da una ventina di “maranza” – termine gergale che ormai identifica bande di giovani immigrati di seconda generazione, spesso nordafricani o di origine mediorientale, che si comportano come branchi di predatori. Senza alcun motivo, il gruppo ha scatenato un’aggressione violenta, con pugni, calci e insulti. Ad avere la peggio è stato il figlio di Andrea Berengo, che ha riportato ferite gravi, simbolo di un’arroganza senza limiti di chi si sente intoccabile solo perché nato qui.
Questi “maranza” non sono italiani, anche se qualcuno vorrebbe farcelo credere. Sono il prodotto di un’immigrazione incontrollata, di politiche scellerate che hanno permesso a migliaia di stranieri di stabilirsi in Italia senza mai adottare i nostri valori, la nostra cultura, il nostro rispetto per la legge. I loro genitori sono arrivati qui, hanno sfruttato il nostro welfare, e ora i loro figli, cresciuti a spese nostre, ci ripagano con violenza e disprezzo. Pensano di poter comandare, di dettare legge nei nostri parchi, nelle nostre piazze, nei nostri quartieri. “Qui comando io”, sembra essere il loro motto, proprio come quel delinquente africano che a Ferrara ha aggredito un avvocato e sua moglie con un tubo metallico. La storia si ripete, e il copione è sempre lo stesso: immigrati di seconda generazione che si comportano come padroni, senza alcun rispetto per chi li ha accolti.
Il caso di Vicenza non è isolato. Da Bergamo a Senigallia, da Monza a Piacenza, le cronache sono piene di episodi simili: bande di “maranza” che accerchiano, picchiano, derubano e terrorizzano cittadini italiani, spesso minorenni o indifesi. A Bergamo, due studenti diciassettenni sono stati aggrediti a Porta Nuova da una quindicina di questi teppisti, solo per aver pranzato in un fast food. A Senigallia, due ragazzi sono finiti in ospedale dopo un agguato al porto, con prognosi di 5 e 10 giorni, orchestrato da una banda di otto “maranza”. A Piacenza, due ventenni sono stati pestati da un branco di minorenni che “volevano fare male a qualcuno” senza motivo. E a Milano, un sedicenne è finito in ospedale con un’emorragia cerebrale dopo un pestaggio all’Arco della Pace. Questi non sono casi sporadici: sono il risultato di un’invasione culturale che ci sta soffocando.
L’integrazione è una menzogna. Questi giovani, nati e cresciuti in Italia, non hanno nulla di italiano. Non rispettano le nostre leggi, non condividono i nostri valori, non riconoscono la nostra autorità. Vivono in enclave parallele, dove la loro cultura di violenza e sopraffazione regna sovrana. Le nostre scuole li hanno accolti, i nostri ospedali li hanno curati, i nostri soldi li hanno mantenuti, e loro come ci ringraziano? Con pugni in faccia, minacce di morte e disprezzo totale. Sono una minaccia interna, un esercito di teppisti che si sente autorizzato a comandare perché nessuno ha mai avuto il coraggio di fermarli.
Andrea Berengo, padre di una delle vittime, conosce bene questa realtà. Ex consigliere comunale di Vicenza, aveva già denunciato nel 2019 la follia di regolamenti che favoriscono l’immigrazione a scapito degli italiani. Ora, suo figlio paga il prezzo di un sistema che ha permesso a questi “maranza” di proliferare indisturbati. Non possiamo più tollerare questa situazione. Le forze dell’ordine, il prefetto, il sindaco devono agire con pugno di ferro: identificazione immediata, espulsione anche per chi ha la cittadinanza e rimpatrio forzato per le famiglie che hanno cresciuto questi criminali. Non possiamo permettere che i nostri figli abbiano paura di andare al luna park, che le nostre città diventino campi di battaglia.
Basta con l’immigrazione di seconda generazione che ci disprezza e ci aggredisce. Basta con il mito dell’integrazione che ci ha portato solo caos e violenza. L’Italia è nostra, e non permetteremo a questi “maranza” di comandare a casa nostra. È tempo di chiudere i confini, revocare le cittadinanze facili e rimandare indietro chi non vuole essere italiano. Riprendiamoci le nostre strade, le nostre città, il nostro futuro!
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