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Gli sciocchi riproducono senza saperlo le previsioni distopiche dei grandi scrittori. Ma dalla tragedia alla farsa. Capita così di vedere il faccione di Mattarella nella sala di Cernobbio in stile Grande Fratello di Orwell.

Anche il copione è lo stesso. Le solite sciocchezze propagandistiche prive di ogni logica.

Oh, che scena patetica si è consumata al convegno globalista di Cernobbio, dove Sergio Mattarella, con una coreografia degna del Grande Fratello di Orwell, ha declamato il suo delirante sermone: “L’Europa è necessità e responsabilità”. Davanti a un pubblico di burattini ben vestiti, il loro presidente si è lanciato in un’autocelebrazione della UE, ignorando con arroganza la realtà: l’Unione Europea, che lui venera come un totem, è ormai un relitto alla deriva, ridotta all’irrilevanza proprio a causa del progetto globalista che ha predicato. Con il suo tono da fanatico, Mattarella sembra vivere in un universo parallelo, incapace di vedere come la globalizzazione, che lui esalta, abbia rimpicciolito l’Europa, trasformandola in un’appendice obbediente delle grandi corporazioni e dei poteri transnazionali.

Il discorso di Mattarella, un’ode stonata a un’Europa che non esiste più, sembra uscito da un copione di propaganda orwelliana. Mentre snocciolava frasi vuote su multilateralismo e bene comune, ha dimenticato che la UE ha sacrificato la sovranità dei suoi popoli sull’altare di un’ideologia fallita, lasciando l’Europa a mendicare un ruolo nel mondo dominato da giganti come Cina e Stati Uniti. Ridicolo nel suo ottimismo cieco, Mattarella non si rende conto che il suo appello all’unità è il canto del cigno di un progetto che ha già perso, e il pubblico di Cernobbio, tra un calice di vino e un applauso tiepido, lo sa bene.