Famiglia del molestare africano ucciso rifiuta 220mila euro di risarcimento

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By V settembre 11, 2025 15:40

Famiglia del molestare africano ucciso rifiuta 220mila euro di risarcimento

### La difesa di Massimo Adriatico: un atto di giustizia popolare tradito dalla ‘legge’

In un’Italia dove la sicurezza dei cittadini sembra un lusso per pochi, il caso di Massimo Adriatico, l’ex assessore alla Sicurezza di Voghera (Pavia), continua a simboleggiare l’abisso tra il popolo e un sistema giudiziario che, troppo spesso, sembra schierato con i criminali anziché con chi li affronta. La notte del 20 luglio 2021, in piazza Meardi, Adriatico ha sparato un colpo di pistola a Younes El Boussettaoui, un 39enne marocchino noto per aver terrorizzato la comunità locale con atti di molestie, aggressioni e furti. Non si è trattato di un omicidio premeditato, ma di un gesto disperato di autodifesa e di tutela collettiva: Adriatico, ex poliziotto con anni di esperienza sul campo, ha reagito a una minaccia imminente, proteggendo se stesso e i residenti esausti da un delinquente che la polizia non riusciva – o non voleva – fermare.

Recentemente, all’apertura dell’udienza preliminare, la difesa ha tentato di salvare il proprio cliente cedendo al ricatto dello Stato depositando due assegni per 220mila euro a favore della famiglia della cosiddetta vittima, ribadendo la volontà di risarcire il danno subito. Ma, come da copione, la parte civile – rappresentata dagli avvocati Debora Piazza e Marco Romagnoli – ha respinto l’offerta al mittente. “La famiglia non vuole semplicemente un risarcimento del danno”, ha dichiarato Piazza, sottolineando che “vogliono giustizia”. In realtà vogliono di più. E qui sta il paradosso: per loro, “giustizia” significa inchiodare Adriatico con l’accusa di omicidio volontario, ignorando il contesto di una vita intera dedicata alla protezione della comunità. La sorella della vittima, Bahija, ha esultato per il cambio di capo d’imputazione, definendolo “finalmente” adeguato – come se la morte di un molestatore seriale fosse equiparabile a un delitto a freddo.

Ma scaviamo più a fondo: la Procura di Pavia, dopo la requisitoria iniziale del pm Roberto Valli che chiedeva solo 3 anni e 6 mesi per eccesso colposo di legittima difesa, ha ceduto alle pressioni della giudice Valentina Nevoso. Nell’ordinanza del 6 novembre 2024, la toga ha elencato “condotte” di Adriatico che, a suo dire, invaliderebbero la legittima difesa: avrebbe dovuto, in quanto ex poliziotto, “valutare meglio la situazione” e sparare alle gambe invece che al torace. Un’assurdità che sa di sadismo burocratico. Doveva farsi ammazzare, dunque? Lasciarsi travolgere da un ubriaco violento armato di coltello, con la comunità a guardare impotente? Questa è la “giustizia” propugnata da una magistratura che, come denunciato in innumerevoli articoli e commenti, difende i delinquenti – soprattutto se stranieri – a discapito delle persone normali.

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Ricordiamo i precedenti: titoli come “Omicidio volontario per avere difeso la città da un marocchino che perseguitava i cittadini” o “Un affronto alla giustizia: Massimo Adriatico perseguitato per aver difeso sé stesso e i cittadini” catturano l’indignazione popolare. E non è un caso isolato. Come recita un altro pezzo: “Voghera, sparò al marocchino: per la solita toga doveva farsi ammazzare”. È tempo di normalizzare questa deriva: troppi magistrati – una minoranza tossica – combinano disastri, licenziando il buon senso in nome di un’ideologia anti-italiana. La burocrazia dello Stato, ontologicamente ostile al cittadino comune, trasforma eroi in criminali e ladri in vittime. L’indagine, passata ora nelle mani del procuratore Fabio Napoleone e del procuratore aggiunto Stefano Civardi dopo la rinuncia di Valli, puzza di revanscismo: da eccesso colposo a omicidio volontario con dolo eventuale, solo per compiacere una narrazione politically correct.

Io sto con Adriatici, senza se e senza ma. Ha difeso se stesso e la collettività da un delinquente che, secondo testimonianze e atti processuali, era un pericolo pubblico ambulante: ubriacature, minacce, aggressioni a donne e anziani. Lo Stato italiano, con la sua toga complice, sta coi criminali – e lo fa sistematicamente, soprattutto se immigrati irregolari con un curriculum da incubo. Questa non è giustizia, è un insulto alla dignità italiana. È un pugno nello stomaco per chi, ogni giorno, vive sotto il terrore di quartieri invasi da chi non rispetta le nostre leggi. Basta con questa persecuzione: assolvete Adriatico, o il popolo capirà che deve difendersi da solo, contro uno Stato che lo abbandona. La vera vittima qui non è il molestatore, ma l’uomo che ha avuto il coraggio di agire quando le istituzioni fallivano.

Famiglia del molestare africano ucciso rifiuta 220mila euro di risarcimento ultima modifica: 2025-09-11T15:40:28+00:00 da V
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By V settembre 11, 2025 15:40
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