Stupratore sbarcato a Lampedusa: “Potrebbe rifarlo”

L’orrore continua a perseguitare l’Italia: Harouna Sangare, 25enne maliano sbarcato a Lampedusa il 19 luglio 2024, resta in carcere per il brutale stupro di una 18enne italiana, trascinata e violentata fuori dalla stazione di San Zenone al Lambro nella notte tra il 30 e il 31 agosto. Il Gip ha convalidato il fermo per pericolo di fuga e reiterazione del reato – questo mostro aveva già maltrattato la compagna – e ora Sangare, beneficiario di protezione sussidiaria dal 29 luglio, sconta la sua ferocia dietro le sbarre. Ma è troppo poco, troppo tardi: questa ragazza, che camminava sola dopo una serata con la sorella, è stata assalita da un’ombra dal guard rail, fissata con il flash del telefono, sbattuta a terra, strangolata con mani al collo fino a non respirare, picchiata e abusata per un’ora. “Pensavo di morire”, ha raccontato tra le lacrime ai carabinieri, un trauma che la segnerà per sempre.

Le indagini, coordinate dalle pm Laura Pedio e Martina Parisi, hanno inchiodato Sangare grazie al Dna sui vestiti della vittima e alle telecamere: dopo il crimine, è rientrato serenamente nel centro accoglienza “Fratelli di San Francesco” a San Zenone, dove sostituiva un collega come aiuto cuoco, e poi trasferito a Milano in via Saponaro. Viveva a pochi passi dalla stazione, in un covo di immigrati protetti dal nostro buonismo, con moglie e figlia in un’altra struttura. Questo parassita, in Italia da un anno, aveva segnalazioni per maltrattamenti, ma è stato lasciato libero di colpire. La vittima, soccorsa al centro Mangiagalli, ha trovato la forza di denunciare, ma quante altre italiane devono soffrire? È l’ennesimo stupro da richiedente asilo, come a Reggio Emilia con il pakistano su un 14enne o a Padova con il rumeno su una 55enne.

La situazione è fuori controllo: i 10.000 centri accoglienza ospitano 200.000 clandestini come Sangare, sbarcati nonostante le promesse di Meloni, che escono per violentare le nostre donne. Chiediamo espulsione di massa di tutti i richiedenti asilo, smantellamento immediato di questi lager, e confini blindati. L’Italia è nostra, non un bordello per stupratori africani: agite ora, o il sangue delle vittime griderà vendetta!

Stupratore sbarcato a Lampedusa: “Potrebbe rifarlo” ultima modifica: 2025-09-13T15:42:38+00:00 da V