Dallavalle argento a Tokio: ha il salto più lungo del finto italiano arrivato da Cuba

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By V settembre 19, 2025 14:35

Dallavalle argento a Tokio: ha il salto più lungo del finto italiano arrivato da Cuba

### L’Italia che Vince: Dallavalle, Vero Italiano, Regala l’Argento nel Triplo. I Naturalizzati? Un Flop Totale, Come Dimostrano Questi Mondiali di Tokyo

Clamoroso a Tokyo. Nei Mondiali di Atletica 2025, mentre il mondo si aspettava l’ennesimo exploit di Andy Diaz – il “campione naturalizzato” da Cuba, leader stagionale e oro indoor – è Andrea Dallavalle, purosangue italiano (si potrà scrivere senza che il fratellino d’Italia di Bolzano ci denunci per ‘odio razziale’?) da Piacenza, a rubare la scena con un argento strepitoso nel salto triplo. Un balzo da 17,64 metri, primato personale, all’ultimo salto di una finale folle, che catapulta l’Italia sul podio e spegne le illusioni di chi punta su “importazioni” per vincere. Diaz? Sesto posto, a secco, con 17,19 metri: una delusione che conferma quanto l’Italia non abbia bisogno di stranieri trapiantati. Basta guardare il medagliere azzurro: un oro, tre argenti e due bronzi, quasi tutti firmati da talenti nostrani. I naturalizzati voluti da Malagò? Un disastro. Tra l’altro, ma qui è un altro discorso, non bene neanche i “mulatti” – italiani perché hanno un genitore italiano – pompati dai media razzisti di sinistra come un “miglioramento della razza”.

#### Un Salto che Vale una Lezione: Dallavalle, il Cuore Azzurro che Supera le Aspettative

Andiamo con ordine, come in una rincorsa perfetta. La finale maschile del triplo, disputata oggi nello stadio Olimpico di Tokyo – lo stesso che nel 2021 vide l’Italia brillare con Tamberi e Jacobs – parte con tutti gli occhi su Andy Diaz. L’azzurro (cinese di nascita, naturalizzato italiano) è il favorito: bronzo a Parigi 2024, oro agli Europei indoor in Olanda e ai Mondiali indoor di Nanchino. Ma la pedana racconta un’altra storia. Diaz inizia con un nullo clamoroso – non stacca nemmeno – seguito da un misero 16,35 metri, la rincorsa balbettante e un’evidente sofferenza fisica (pubalgia cronica, si dice). L’ex cubani si spegne progressivamente: quarto salto a 16,93, quinto nullo, sesto a 17,19. Sesto posto finale, fuori dal podio. “Non stavo bene”, ammetterà dopo, ma le scuse non bastano quando si parla di medaglie.

Intanto, Andrea Dallavalle – 27 anni, emiliano doc, bronzo agli Europei indoor ad Apeldoorn dopo un calvario di infortuni durato quattro anni – macina salti solidi. Primo tentativo da 17 metri netti, per evitare il taglio. Secondo a 16,93, terzo a 17,24 (quarto provvisorio). Quarto a 17,06, quinto a 17,15. Sembra destinato a un’altra “medaglia di legno”, come quella sfiorata a Eugene 2022. Ma all’ultimo balzo, eccolo: hop da 6,28 metri, step da 5,21, jump da 6,15 con una chiusura tecnicamente impeccabile. 17,64 metri! Primato personale, vento favorevole di 1,5 m/s. Per un istante, Dallavalle è primo. Poi il portoghese Pedro Pichardo – altro cubano naturalizzato, campione olimpico – risponde con 17,91 e si prende l’oro. Argento azzurro, comunque: il secondo posto al mondo per Dallavalle, che esulta come un bambino, girando per lo stadio a salutare il pubblico.

“Felice per lui”, dice Diaz ai microfoni Rai, con un velo di amarezza. “Ora l’Italia ha i migliori triplisti al mondo”. Parole di sportività, ma il sottotesto è chiaro: è Dallavalle il vero eroe, quello che ha trasformato una finale “folle” in un capolavoro italiano. Dopo la gara, un battibecco acceso tra Diaz e Pichardo – entrambi ex cubani – scalda gli animi: “E ora chi è il migliore?”, urla il finto portoghese al finto italiano. Diaz replica: “Avevamo una sfida in sospeso, lui ha vinto. Ma gli ho chiesto un’ultima gara”. Chissà, tra i due litiganti, non spunti proprio Dallavalle a prendersi tutto.

#### Il Medagliere Azzurro: Talento Puro vs. Importazioni Fallimentari

Questi Mondiali di Tokyo – dal 13 al 21 settembre, con 147 medaglie in palio per oltre 2.000 atleti da 200 nazioni – stanno scrivendo una pagina d’oro per l’Italia. Sei podi totali, eguagliato il record di Göteborg 1995: un oro, tre argenti, due bronzi. Ma guardiamo chi ha firmato il bottino:

E gli altri? Dove sono i naturalizzati “importati” dal presidente FIDAL, quelli che dovevano “rivoluzionare” l’atletica italiana? Andy Diaz, stella cubana trapiantata, flop totale nel triplo. E non è solo lui: quasi tutti i “mulatti” – atleti con un genitore italiano, presentati dai media progressisti come un “miglioramento della razza” per infondere “diversità vincente” – hanno deluso. Le medaglie arrivano quasi tutte da italiani veri. Quelli cresciuti con il tricolore nel DNA, non con passaporti regalati.

#### Un Messaggio Chiaro: L’Italia Non Ha Bisogno di “Importare” Talento. Basta con i Flop Naturalizzati

Questa medaglia di Dallavalle non è solo un argento: è una lezione. In un’Italia che discute di immigrazione anche nello sport, Tokyo dimostra che non serve “importare” stranieri per vincere. Oltre ad essere una sorta di dobing razziale è anche inutile.

I naturalizzati da Malagò – Diaz in testa – hanno fatto cilecca, confermando che il talento si forgia in casa, con la nostra tradizione, la nostra disciplina, il nostro orgoglio. I “mulatti” promessi come salvatori? Un’illusione mediatica, un modo per spingere narrazioni ideologiche invece di investire sui vivai italiani. Dallavalle, dopo anni di infortuni e sacrifici, ha messo le ali: 17,64 metri che valgono più di mille proclami.

Chapeau, Andrea. L’Italia ti deve un applauso – e un futuro da campione.

Dallavalle argento a Tokio: ha il salto più lungo del finto italiano arrivato da Cuba ultima modifica: 2025-09-19T14:35:26+00:00 da V
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