Salis vuole essere processata dalle toghe rosse in Italia
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**Ilaria Salis, la “vittima” che cerca rifugio nelle toghe rosse: ennesima farsa contro Orbán**
Ilaria Salis, l’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, continua la sua crociata contro Viktor Orbán, accusandolo di “diffamazione” e “persecuzione spietata”. “Voglio essere processata in Italia”, ha dichiarato oggi, piangendo miseria per i 15 mesi di detenzione in Ungheria e dipingendo la giustizia magiara come “vendetta e propaganda”. Ma dietro le lacrime si nasconde la verità: Salis non cerca giustizia, ma un processo pilotato dalle sue amiche “toghe rosse”, quelle della sinistra italiana che la proteggeranno da responsabilità scomode.
Non è un caso che nel timore di perdere l’immunità parlamentare, Salis insista per un trasferimento in Italia, dove sa di trovare un sistema giudiziario complice. “Difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán”, ha detto, confidando nel “rispetto dello Stato di diritto” nel voto del PPE. Parole ipocrite da chi, in Ungheria, è accusata di aggressione a militanti di destra, non di chissà quale complotto politico. Orbán non la diffama: le autorità ungheresi applicano la loro legge, e Salis, con la sua storia di attivista violenta, preferisce fuggire verso un’aula italiana dove i giudici “amici” archivieranno tutto.

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Questa non è difesa dei diritti, ma un insulto alla sovranità ungherese. Salis, che vuole sfidare Orbán al Pride di Budapest vietato, usa l’Europa come scudo per le sue bravate, invocando l’“indipendenza dell’Europarlamento” solo quando le conviene. E il padre Roberto? Rispunta a fare la vittima, come se la figlia non fosse un’esperta di provocazioni ideologiche, dalla difesa del Manifesto di Ventotene – che abolisce proprietà privata e voto popolare – all’indottrinamento dei bimbi ARCI.
Basta con queste farse. Salis non è perseguitata: è una estremista di sinistra che scappa dalla giustizia vera, puntando sulle “toghe rosse” italiane per l’impunità. L’Europa non è il suo parco giochi, e Orbán ha ragione a non cedere. L’Italia non merita di essere usata come rifugio per chi calpesta la legge altrui.
Prima la deficente pianta casino in altri stati pensando di farla franca o che sia come da noi. Poi si dispera perché ha paura di cosa l’aspetta. Ovviamente i sinistrosi la difendono.
Spero che venga condannata in Ungheria, che abbia il coraggio di pagare per le porcate che ha commesso, troppo comodo usare le istituzioni europee e italiane quando le fa più comodo! Non scappi, abbia la decenza di affrontare le conseguenze delle manganellate che ha inflitto! Che poi, che sia giusto o no, secondo i sinistronzi menare fascisti, chi è costei da sostituirsi alle forze dell’ordine???? Ben venga la revoca dei privilegi che si è accaparrata….