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Roma, la Città Eterna ridotta a far west per immigrati criminali: questa mattina a Ponte Mammolo, a due passi dalla metro Tiburtina, un venditore abusivo afgano – con un curriculum da incubo di precedenti – ha scatenato l’inferno su due agenti della Polizia Locale. Non un litigio: un massacro premeditato contro chi osa difendere l’ordine! Calci feroci, pugni come mazze, morsi da belva rabbiosa – uno dei vigili finisce al pronto soccorso con naso fracassato e gamba distrutta (40 giorni di prognosi!), l’altro con contusioni e ferite che urlano vendetta (30 giorni).

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### L’Inferno sul Tiburtino: Da Controllo a Battaglia
Ore 10, zona calda di abusivismo: i due del IV Gruppo, caschi bianchi instancabili, intervengono per smantellare il commercio illegale che infesta Roma. L’afgano, uno dei tanti “regali” dei porti aperti, non ci sta: si ribella come un jihadista, scaraventa pugni sul naso di un agente (frattura del setto nasale!), morde l’altro alla gamba con lesioni gravi, e infierisce con calci multipli. “Furia cieca”, dicono le vittime, ma noi sappiamo: è la rabbia dell’invasore che odia la legge italiana! Il collega dello SPE, eroe del soccorso, evita il peggio, ma la prognosi sale a 40 giorni – un mese di dolore per un vigile che proteggeva la Capitale.

### Scia di Sangue Straniero: Vigili Macellati, lo Stato Ride
Non un episodio: pochi giorni fa, un altro agente SPE al pronto soccorso con costola e braccio rotti da un simile “manovale” abusivo. Sequenza di orrori: da Firenze con l’ex PD massacrato, a Mestre con la scuola invasa, ora Roma sanguina per afgani recidivi. La sinistra esalta “accoglienza”, la destra promette ma non agisce: questi mostri arrivano via ricongiungimenti familiari, vendono merce falsa e mordono chi li ferma! Meloni, basta finta sicurezza: remigrazione forzata per ogni straniero violento, galera a vita senza domiciliari, esercito contro l’abusivismo armato. I vigili non sono carne da macello per invasori afgani – l’Italia è nostra, riprendiamocela con pugno di ferro.